Monica Bonvicini – Unrequited Love

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA RAFFAELLA CORTESE
Via Alessandro Stradella 7, Milano, Italia
Date
Dal al

martedì – sabato, h. 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:30 e su appuntamento

Vernissage
19/09/2019

ore 19

Artisti
Monica Bonvicini
Generi
arte contemporanea, personale
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Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare Unrequited Love, la seconda personale di Monica Bonvicini che sviluppa negli spazi della galleria come in tre mostre personali.

Comunicato stampa

Galleria Raffaella Cortese è lieta di presentare Unrequited Love, la seconda personale di Monica Bonvicini che sviluppa negli spazi della galleria come in tre mostre personali.
L’artista sta lavorando da diversi anni su una documentazione fotografica di villette familiari lombarde concepite e costruite verso la fine degli anni Sessanta per la famiglia ‘tradizionale’ dell’epoca. L’aspetto di queste costruzioni, una volta rigorosamente identico in tutte le loro parti, ad oggi rispecchia i cambiamenti economici e demografici delle comunità negli ultimi cinquant’anni, dando luogo a dissonanze e incompatibilità di natura estetica che creano situazioni singolari e curiose. Tre delle case che compongono la serie fotografica Italian Homes (2019) diventano carta da parati che ricopre le pareti interne di via Stradella 1, la serie completa sarà esposta nella mostra personale dell’artista alle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino in autunno. Sulle stesse pareti tre disegni del 2002, Places of ID (Three People at the...), Pin Up Girl e Vitruvius, propongono intriganti connessioni tra architettura, storia e sessualità. Dalla parete a destra protende a un’altezza inusuale Grab Them by the Balls #2 (2019), una mano in bronzo che diventa una chiara risposta, non senza umorismo, a un potere patriarcale che sminuisce la realtà femminile.
Lo spazio sotterraneo lasciato buio al numero 7 è illuminato solo dalla scultura sospesa Bent on Going (2019), una fascia di luci al LED tessute insieme da un intricato ricamo di cavi elettrici. Le installazioni luminose sono fra i lavori più riconoscibili dell’artista, che sceglie la luce per la sua potente capacità di definire gli spazi, pur essendo immateriale. Alla parete sono esposti nuovi disegni della serie Hurricanes and Other Catastrophes, iniziata dopo l’uragano Katrina del 2005 a New Orleans. Con questi disegni, Bonvicini ha cominciato più di dieci anni fa a portare l’attenzione sul Capitalocene e, in particolare, sull’urgenza del cambiamento climatico; eventi come la distruzione senza precedenti delle Bahamas a causa dell’uragano Dorian e la giornata del Global Climate Strike il 20 settembre dimostrano come il tema ecologico sia inevitabilmente e fortemente politico ed economico.
In via Stradella 4, una grande serigrafia su lastre di alluminio, concepita dall’artista in occasione della sua recente personale I Cannot Hide My Anger al Belvedere 21di Vienna, copre quasi interamente la parete centrale dello spazio. Bonvicini ha iniziato a lavorare con la pubblicità della Marlboro già nel 1993, infatti l’immagine serigrafata è tratta da un cartellone dell’epoca. Il cowboy che cavalca il suo cavallo accanto a un recinto di filo spinato è una figura che oggi diviene ancora più inquietante, considerando i flussi migratori che interessano la frontiera tra Messico e Stati Uniti e il territorio europeo. Del 2019 è anche la scultura in ferro e vetro soffiato Fleurs du Mal (pink). Gli oggetti in vetro rosa sono appesi agli uncini di quello che ricorda un ritratto ingigantito dello Scolabottiglie (1914) di Marcel Duchamp. L’opera parla di un ambiente domestico che, come la prateria del Marlboro Man, è territorio rischioso e le parole di Diane Williams da cui la mostra prende il titolo ne sono testimonianza.
Questo è amore non corrisposto, che è sempre in circolo in modo che tu possa afferrarlo, e ammalartene, e restare a casa con esso, oppure esci e ti occupi delle tue faccende, facendo star male chiunque abbia a che fare con te, anche se tutto ciò che questa persona ha fatto è stato spingere lo stesso tuo carrello al supermercato, in modo che anche lei possa andare a casa, e fare un incidente, come sporgersi per mettere il detersivo nella lavastoviglie, infilzarsi l’occhio con la punta di un coltello da pane che è ad asciugare sullo scolapiatti.
Da The Collected Stories of Diane Williams, 2018.

Nata a Venezia nel 1965, Monica Bonvicini ha studiato arte a Berlino e alla Cal Arts, Valencia, California. Dal 2003 è docente di Arti Performative e Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Vienna, e da ottobre 2017 insegna Scultura presso l’Universität der Künste di Berlino. Vive e lavora a Berlino.
Monica Bonvicini si è affermata come artista visiva e ha iniziato a esporre a livello internazionale a metà degli anni Novanta. La sua pratica eclettica ma rigorosa – che indaga il rapporto tra architettura, potere, genere e sessualità, spazio, sorveglianza e controllo – si traduce in opere che mettono in discussione il significato del fare arte, l’ambiguità del linguaggio, i limiti e le possibilità legati all’ideale di libertà. L’arte di Bonvicini è sarcastica, diretta e pregna di riferimenti storici e socio-politici; non si astiene mai dallo stabilire una connessione critica con i luoghi in cui è esposta, i materiali che la compongono, i ruoli di spettatore e creatore. Questo approccio, che è stato al centro della sua produzione sin dalla prima mostra personale presso il California Institute of the Arts nel 1991, si è evoluto formalmente nel corso degli anni senza tuttavia tradire la forza analitica che lo caratterizza, o cessare di mettere alla prova le posizioni dello spettatore, prendendo a colpi le convenzioni socio-culturali.
Bonvicini ha ottenuto diversi premi, tra cui il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia (1999); il Preis der Nationalgalerie für junge Kunst, dallo Staatliche Museen zu Berlin (2005); e il Rolandpreis für Kunst per l’arte nel settore pubblico dalla Foundation Bremen, Germania (2013). Suoi lavori sono stati presentati in molte biennali di spicco, tra cui Berlino (1998, 2003 2014); La TriennaIe, Parigi (2012); Istanbul (2003, 2017), Gwangju (2006); New Orleans (2008); e Venezia (1999, 2001, 2005, 2011, 2015). Ha avuto mostre personali presso Palais de Tokyo, Parigi (2002); Modern Art Oxford, Inghilterra (2003); Secession, Vienna (2003); Staedtisches Museum, Abteiberg (2005, 2012); SculptureCenter, New York (2007), l’Istituto d’Arte di Chicago (2009); il Kunstmuseum di Basilea (2009); Frac des Pays de la Loire, Francia (2009); la Kunsthalle Fridericianum di Kassel (2011); il Centro d’Arte Contemporanea di Malaga, Spagna (2011); Deichtorhallen Hamburg (2012); Kunsthalle Mainz (2013); BALTIC Center for Contemporary Art, Gateshead, Inghilterra (2016); Berlinische Galerie, Berlino (2017) e Belvedere 21, Vienna (2019).
Nel 2012 Bonvicini è stata nominata Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Le sue monografie più recenti sono state pubblicate da Phaidon Press, Londra nel 2014; Kerber Verlag, Bielefeld nel 2017; Buchhandlung Walther König, Colonia nel 2019.
Sculture create da Bonvicini sono ora installate in modo permanente presso il Queen Elizabeth Olympic Park di Londra; il porto al Teatro dell’Opera di Oslo, Norvegia; e il Museo di Arte Moderna di Istanbul.
L’Associazione ACACIA – Amici Arte Contemporanea Italiana quest’anno conferisce il Premio ACACIA alla Carriera 2019 all’artista Monica Bonvicini. Per l’occasione l’opera 15 Steps to the Virgin, parte dell’installazione realizzata nel 2011 per la 54esima Biennale di Venezia, è esposta in Sala Fontana al Museo del Novecento di Milano dall’11 al 23 ottobre 2019.