Monica Bonvicini – And Rose
L’installazione si inserisce in modo critico nel dibattito attuale sul ruolo dell’arte negli spazi pubblici e sulla natura partecipativa dell’esperienza artistica. Invitando i visitatori all’interazione fisica, Bonvicini sovverte la tradizionale dinamica di contemplazione passiva, trasformando il pubblico in co-creatore attivo dell’opera.
Comunicato stampa
L’installazione site-specific di Monica Bonvicini all’interno di una chiesa sconsacrata aggiunge un ulteriore tassello alla pratica dell’artista incentrata sull’interazione tra opera, spettatore ed architettura. Con imponenti sculture della serie “Chainswings” che dominano la navata, Bonvicini continua la sua incisiva esplorazione delle dinamiche di potere insite negli spazi architettonici, portando la sua indagine a nuove vette di complessità e risonanza. Queste sculture performative, che oscillano tra il gioco e la sottomissione, sono realizzate con catene di acciaio galvanizzato ed incarnano una sintesi provocatoria di estetica industriale ed allusioni sub-culturali, sfidando le aspettative associate sia all’arte contemporanea che agli spazi sacri. L’installazione si inserisce in modo critico nel dibattito attuale sul ruolo dell’arte negli spazi pubblici e sulla natura partecipativa dell’esperienza artistica. Invitando i visitatori all’interazione fisica, Bonvicini sovverte la tradizionale dinamica di contemplazione passiva, trasformando il pubblico in co-creatore attivo dell’opera.
La scelta di una chiesa sconsacrata come contesto espositivo amplifica l’importanza dell’opera, creando un dialogo tensivo tra sacro e profano, istituzionale e sovversivo. Questo gesto non solo evidenzia la capacità di Bonvicini di rispondere in modo eloquente allo spazio architettonico, ma solleva anche questioni cruciali sulla riappropriazione degli spazi pubblici e sulla fluidità dei confini tra arte, architettura e critica sociale. “And Rose” si immerge nei nodi centrali della pratica di Bonvicini: femminismo, sessualità, potere e critica istituzionale. Tuttavia, in questo contesto, questi temi acquisiscono nuove sfumature, invitando ad una riflessione sulla persistenza delle strutture di potere anche in spazi apparentemente desacralizzati.
Monica Bonvicini è una degli artisti più importanti della sua generazione; vive e lavora a Berlino. Bonvicini ha studiato arte presso l’Universität der Künste di Berlino e presso il California Institute of the Arts di Los Angeles. Ha insegnato Arti Performative e Scultura dal 2003 al 2017 all’Accademia di Belle Arti di Vienna. Dal 2017 occupa una cattedra di Scultura presso l’Universität der Künste di Berlino. Le sue opere sono state presentate in numerose importanti biennali, tra cui Venezia; ed in numerosi importanti musei in tutto il mondo, tra i quali il MAXXI di Roma, la Nationalgalerie di Berlino, il Castello di Rivoli di Torino, la Galleria Nazionale della Danimarca a Copenaghen, l’Art Institute of Chicago, il MoMA PS1 di New York, il Kunstmuseum Basel, il Palais de Tokyo di Parigi, ed altri.