Monica Marioni – Le umane paure
Le Umane Paure è un film d’arte di 14 minuti. È questa la definizione che più si avvicina al risultato dell’incontro fra l’artista Monica Marioni e il regista Nicolangelo Gelormini: non un video d’arte, non un cortometraggio, ma un breve film d’arte.
Comunicato stampa
Mercoledì 8 Febbraio 2017, alle ore 17.30, il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma di Roma ospiterà la proiezione del video LE UMANE PAURE di Monica Marioni, regia di Nicolangelo Gelormini. L’evento è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Le Umane Paure è un film d’arte di 14 minuti. È questa la definizione che più si avvicina al risultato dell’incontro fra l’artista Monica Marioni e il regista Nicolangelo Gelormini: non un video d’arte, non un cortometraggio, ma un breve film d’arte. Un incontro in cui le immagini fotografiche prodotte dalla Marioni sono entrate in un processo lavorativo e creativo “altro” e sono divenute un racconto filmico pensato per un pubblico non necessariamente legato all’arte contemporanea, ma neanche abituato alla sola narrazione cinematografica. Monica, oltre che artista, è divenuta attrice ed interprete di se stessa, in un approfondimento catartico del proprio mondo ed in una visione esterna (quella di Gelormini) che le ha consentito una distanza diversa ed una prospettiva nuova attraverso cui mostrare la sua arte.
Le Umane Paure è da considerarsi in continuità con la ricerca dell’artista, rivolta all’indagine sulla psiche e sull’individuo contemporaneo, soprattutto in termini di emotività e nevrosi. La serie di opere da cui origina il progetto filmico si struttura in una sequenza di performance fissate tramite scatti fotografici, nei quali il soggetto è una costante invariabile giustapposta direttamente allo sfondo, in un crudo ed immediato confronto-scontro tra l’artista-individuo e lo scenario-entità secondo una stretta relazione di causa effetto. Le opere intendono rappresentare il rifiuto latente maturato da molti individui nei confronti di diverse realtà, in ambito economico, culturale e morale, utilizzando luoghi ed edifici simbolo quali la Borsa Valori, la chiesa, il cimitero e così via. Simboli che, nella visione dell’artista, sono rei di generare, con la loro immanenza sia simbolica che pratica, stress e insicurezze nell’individuo, che si sente sopraffatto da queste entità percepite come poteri forti acefali contro i quali nulla è possibile.
La proiezione sarà accompagnata da un talk in cui interverranno con l’artista Monica Marioni, il regista Nicolangelo Gelormini, Maria Savarese, e Igor Zanti.
Monica Marioni nasce a Conegliano Veneto (TV) nel 1972, ma si trasferisce giovanissima nel vicentino dove tuttora vive alcuni mesi all'anno. Nel suo percorso formativo si riveleranno fondamentali la laurea in scienze statistiche e gli anni passati all'interno di un grande gruppo industriale, insieme all’esperienza dell'istituto d'arte. Nutre un forte legame con i materiali e questo si traduce nella densa matericita' delle opere astratte prima, via via più figurative in seguito. Marioni considera i diversi media artistici come pennelli diversi, ognuno adatto a veicolare ora una sfumatura, ora un’altra.
Monica Marioni fa dell’arte una professione a seguito di un fondamentale incontro con Antonina Zaru, gallerista, mecenate, già amica e complice di artisti di fama internazionale come come Nam June Paik, Luca Pignatelli, Giovanni Frangi, Velasco, Salvatore Garau. E’ lei a riconoscere il potenziale di Monica, spingendola a muovere i primi passi partendo da Napoli, con una prima collettiva. La collaborazione pluriennale culmina con l’invito a realizzare un'opera monumentale nell’ambito di un evento collaterale alla 53esima Biennale d'Arte di Venezia: nasce "Ego", installazione e videoarte unite in un unico lavoro. Approda quindi alla "pittura digitale" pienamente espressa nel progetto “Ninfe”, presentato a Vicenza per iniziativa della Fondazione Vignato per l'Arte, e in “IO SONO”, allestito a Milano presso Fondazione Stelline. Il 2015 inaugura una nuova stagione di installazioni e opere performative, nell’ambito del progetto FAME! presentato a Milano e PAN|Palazzo delle Arti di Napoli. Vive e lavora a Milano.
Nicolangelo Gelormini si diploma in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia e si laurea in Architettura con una tesi sullo Spasimo di Palermo. Intraprende la strada del Cinema come assistente di Paolo Sorrentino. La sua prima regia è il videoclip Vivi Davvero, per Giorgia, con cui si aggiudica una nomination agli Italian Grammy Award. Collabora con Giorgia anche per il DVD Ladra Di Vento a cui seguono i videoclip della band belga Superlux. Nel 2007 affianca gli artisti Ariel Soulè e Simon Toparovsky per il progetto Qui del Dicibile, presentato al Getty Museum di Los Angeles e nel 2008 viene premiato per gli spot realizzati a difesa del Diritto d’Autore con protagonisti Tiziano Ferro, Elisa ed i Negramaro. Lo stesso anno vince la Serata d’Onore di Pippo Baudo con il cortometraggio Caro Benzina, interpretato da Milena Vukotic, Benimino Marcone e Nicola Nocella. Nel 2009 racconta il Natale a Napoli con il docureality Favorite! e viene premiato dal Rotary per il documentario La Casa del Fascio, un'incursione sull'opera di Giuseppe Terragni. Sintetizza la sua natura di regista e architetto realizzando i documentari sulla Casa Planchart di Giò Ponti a Caracas e sulle abitazioni progettate da Leonardo Ricci per Thomas Mann e Pierre Balmain. Dopo una breve parentesi nel mondo dell'animazione (dirige il cartoon Artigiana, proiettato al Museo del Cinema di Torino) nel 2010 partecipa con l'episodio My Madre al film collettivo Napoli24, prodotto da Nicola Giuliano, Angelo Curti, Giorgio Magliulo e distribuito dall'Istituto Luce: una panoramica su Napoli, attraverso 24 sguardi d'autore, con cui partecipa al 28° Torino Film Festival. Contestualmente dirige Reset, cortometraggio interpretato da Giovanni Ludeno e Carlo Cerciello, presentato al Lincoln Center di New York e vincitore del prestigioso Raindance Film Festival (London UK). Reset ottiene premi anche al Genova Film Festival, al Corto Dorico e al Linea d’Ombra. Nel 2011 inizia a lavorare come docente esterno allo IED di Milano ed al Centro Sperimentale di Cinematografia, nelle sedi di Milano, Palermo e L’Aquila e nel 2012 ritorna come giurato al Raindance. ll PAN - il Palazzo delle Arti di Napoli - gli dedica un ciclo di proiezioni in vista della sua collaborazione con il Maestro Luca Ronconi, per il quale firma gli interventi filmici del Santa Giovanna dei Macelli di Bertold Brecht, in scena al Piccolo di Milano ed allo State Academic Maly di Mosca. Nel 2013 presenta alla 55° Biennale di Venezia il breve film Contempo, uno viaggio nell'arte contemporanea che lo porterà a realizzare un ciclo di spot per la Notte dei Musei promossa dal Mibac. Nel 2014 realizza i documentari Irpinia Che Guarda il Mare con Andres Neumann, storico produttore di Pina Bausch, e Irpinia Madre, un affresco su Ettore Scola, Salvatore Ferragamo e Carlo Gesualdo, con interventi di Toni Servillo e Roberto De Simone. Cura la campagna promozionale del marchio Mastroberardino e realizza lo spot ufficiale del Ravello Festival. Nel 2015 ritorna al videoclip e presenta alla 72° Mostra del Cinema di Venezia il video di All the Things, canzone scritta da David Lynch e interpretata dalla sua musa Chrysta Bell.