Montagne
Mito e fortuna delle Alpi occidentali tra Ottocento e Novecento.
Comunicato stampa
Il Museo Civico Alpino "Arnaldo Tazzetti" di Usseglio, capofila del Museo Diffuso Valle di Viù, ha come primaria finalità la valorizzazione della cultura alpina, espressa in tutte le sue forme, soprattutto per quanto riguarda le Valli di Lanzo, ma in generale delle Alpi. In questa missione si pone la prestigiosa mostra Montagne. Mito e fortuna delle Alpi occidentali tra Ottocento e Novecento. Ideata e fortemente voluta da Alberto Tazzetti, presidente del Museo, l’esposizione vede l’organizzazione e la curatela di Luca Mana, direttore della Fondazione Accorsi-Ometto, e di Antonio Musiari, docente dell'Accademia Albertina di Belle Arti, Emanuela Lavezzo, direttore del museo e la collaborazione, per gli approfondimenti storici, di Eugenio Garoglio e Alessia Giorda.
L’esposizione offre un percorso cronologico su come la montagna è stata percepita e raffigurata da vari artisti, a partire dalla fine del Settecento, quando iniziarono le prime esplorazioni “d’alta quota”, fino alla metà del secolo scorso, attraverso quattro sezioni tematiche: dall’alba dell’alpinismo, al mito delle Alpi, alla montagna come luogo di distensione e svago.
All'inizio della rassegna, con le prestigiose opere provenienti dalla Fondazione Accorsi-Ometto, viene proposto al visitatore l'approccio pioneristico di scoperta della montagna, avviato negli ultimi decenni del Settecento, quando contemporaneamente ai primi studi scientifici di botanica e di geologia, nasceva l'alpinismo. Prima di allora, la montagna era percepita soprattutto da chi viveva in pianura come luogo inaccessibile e misterioso e, infatti, la visita inizia con due opere che illustrano le prodezze di Napoleone e del suo esercito nel valicare il Passo del Gran San Bernardo, per proseguire con le asprezze del Ghiacciaio des Bois di Angelo Maria Cignaroli e l’imponenza della Sacra di San Michele e del Castello di San Giorio, rispettivamente opere di Domenico Ferri e di Giuseppe Pietro Bagetti.
Il percorso di visita continua con la sezione dedicata al mito delle Alpi, dove il romanticismo dei paesaggi di Lorenzo Delleani e di Angelo Beccaria è affiancato da sguardi realistici su scene di vita quotidiana, ambientati ai Tornetti di Viù e a Margone, frazione di Usseglio, eseguiti da Giovanni Battista Carpanetto. Queste opere sono indice di un diverso approccio alla montagna, che nell’Ottocento iniziò ad essere apprezzata e frequentata, tanto da diventare luogo di delizia ed essere rappresentata dagli artisti tanto nei suoi scenari maestosi, quanto negli aspetti più quotidiani.
La terza sezione dedicata alla raffigurazione delle Alpi, tra Simbolismo e Divisionismo, è quella più ricca di opere, e qui prevale la rappresentazione del paesaggio, catturato in immagini raffinate ottenute con nuove tecniche pittoriche, in relazione allo sviluppo dell’Impressionismo. Risaltano così grandi cieli azzurri e nuvole, anche dove ci sono dei personaggi, come nella Processione a Balme di Angelo Garino o nel Ritratto della madre di Matteo Olivero. In questi due ultimi dipinti risalta la minuziosità dei particolari, vedi il costume dell’alta Val Varaita indossato dalla madre di Olivero, e Balme nelle abitazioni e negli apparati della Processione, avvicinandosi molto al realismo di una fotografia.
Conclude il percorso la sezione dei dipinti del Novecento, dove spiccano le vette assolate di Vellan, Chabod, Abrate e Poma, ma anche scampoli di vita quotidiana, come nei dipinti di Giuseppe Sauli d’Igliano ambientati proprio a Usseglio.
A testimonianza di” quella montagna” sono rimaste solo poche tracce che però sono ancora visibili a sguardi attenti e rispettosi, una volta usciti dal museo.
L’evento espositivo inaugura il nuovo allestimento del piano terreno del museo, progettato dall’arch. Loredana Iacopino.
Si ringrazia la Società Reale Mutua Assicurazioni che ha offerto il premio di assicurazione delle opere e le aziende sponsor dell’iniziativa.
L’esposizione aprirà il 27 giugno alle ore 16.00.