Moroni dall’Accademia Carrara a Gandino
È l’estate di Giovan Battista Moroni: la Deposizione di Cristo nel sepolcro, dopo oltre due secoli, ritorna nei luoghi in cui è nata e inaugura il museo diffuso “Moroni in ValSeriana”.
Comunicato stampa
È l’estate di Giovan Battista Moroni: la Deposizione di Cristo nel sepolcro, dopo oltre due secoli, ritorna nei luoghi in cui è nata e inaugura il museo diffuso “Moroni in ValSeriana”.
Nell’anno in cui New York riscopre Giovan Battista Moroni con la mostra alla Frick Collection e dopo il successo della retrospettiva alla Royal Academy di Londra, la ValSeriana, la terra che gli diede i natali, dedica al celebre artista rinascimentale un progetto culturale articolato.
Dalla collaborazione tra Comune di Gandino, Accademia Carrara, PromoSerio, Pro Loco Gandino e grazie al coinvolgimento di associazioni ed enti culturali attivi in ValSeriana, nasce il progetto “Moroni dall’Accademia Carrara a Gandino”, che restituisce temporaneamente al suo contesto d’origine la grande tela raffigurante la Deposizione di Cristo nel sepolcro. L’opera, realizzata da Moroni nel 1566 per la distrutta chiesa di Santa Maria ad Ruviales, lasciò Gandino all’epoca delle soppressioni napoleoniche del 1798, per non farvi più ritorno.
L’INIZIATIVA
Dopo alterne vicende collezionistiche, oggi la Deposizione è custodita nelle raccolte dell’Accademia Carrara ed esposta nelle sale della Pinacoteca, ma per tutta l’estate la si potrà ammirare nello storico Salone della Valle di Gandino, fulcro di una iniziativa che ne ripercorre le vicende storiche e artistiche, attraverso un percorso didattico dedicato e un ricco programma di iniziative culturali, eventi, tour guidati, conferenze, porte aperte in spazi solitamente non accessibili.
L’iniziativa avvia una collaborazione tra PromoSerio e Accademia Carrara, che si pone l’obiettivo di riscoprire il ricco patrimonio della Pinacoteca cittadina rinsaldando il legame con il territorio attraverso iniziative dedicate.
La pubblicazione che accompagna l’iniziativa è edita da Lubrina Bramani editore e presenta contributi di Orietta Pinessi, Paolo Plebani, Silvio Tomasini, Gustavo Picinali.
La mostra diventa il cuore di un “Estate del Moroni” che propone itinerari tematici e visite guidate alle realtà storiche e architettoniche di Gandino, conferenze, collegamenti con le principali manifestazioni del territorio e l’allestimento presso la sede espositiva di un ufficio turistico dedicato.
In particolare, il focus moroniano si propaga allo straordinario complesso della
monumentale Basilica di Santa Maria Assunta con l’annesso Museo della Basilica; al prezioso “compianto” quattrocentesco in terracotta custodito nella chiesa di San Giuseppe e proveniente
proprio dall’antica chiesa di Santa Maria Ad Ruviales; alla chiesa di Santa Croce, che ospita due
grandi dipinti che si rifanno alla tela di Moroni.
E naturalmente all’antico luogo di custodia della Deposizione, solitamente non accessibile. Si tratta dell’antico Convento dei Francescani, la cui chiesa è stata demolita nel XX secolo ma di cui sopravvivono parte del chiostro e la sala capitolare, entrambi ornati da interessanti affreschi.
IL MUSEO DIFFUSO
Parallelamente all’iniziativa, grazie al costituirsi di un network tra Comuni, parrocchie e realtà culturali della valle, nasce il museo diffuso “Moroni in ValSeriana”, un itinerario da Ranica a Fino del Monte, che fa tappa a Villa di Serio, Nembro, Albino, Fiorano al Serio, Oneta e Parre.
Sono i luoghi ai quali l’artista ha lasciato in eredità straordinarie opere di soggetto sacro, ben tredici tra pale d’altare, polittici e stendardi. A differenza dei ritratti moroniani che sono dispersi in tutto il mondo, queste opere sono ancora oggi custodite e fruibili nei contesti per cui sono state concepite, narrando di un intenso dialogo dell’artista con la sua terra.
Filo conduttore del percorso è infatti il paesaggio della ValSeriana, che fa da sfondo in tutte le opere ed è scelto da Moroni come punto di incontro tra la vita quotidiana e la fede.
Contrassegnato da quell’inconfondibile colore rosa, che insieme al nero è vera e propria cifra cromatica di Moroni, e valorizzato con apposita segnaletica, mappe, apparati didattici, il museo diffuso si può percorrere in autonomia o partecipando ai “Tour in rosa”, programma di itinerari guidati, con servizio di bus navetta.
Un filo rosa corre, dunque, tra i capolavori del sacro che segnano il mondo poetico di Moroni: dalla seta dell’abito sontuoso indossato dalla principessa che entra in scena con San Giorgio nel famoso polittico di Fiorano alla semplice tunica del solitario “Cristo portacroce” di Albino, passando per le pieghe cangianti di manti, veli, camicie e turbanti sfoggiati dai santi che popolano tutte le altre opere seriane.