Mosaico
Prima mostra collettiva nel nuovo spazio di Santa Croce, luogo simbolo per tutti gli abitanti sapresi, dove le ceramiche ed i marmi di inizio Novecento faranno da cornice alle opere degli artisti che hanno lavorato per il festival Oltre il Muro.
Comunicato stampa
Incipit è orgogliosa di presentare “Mosaico”, la prima mostra collettiva nel nuovo spazio di Santa Croce, luogo simbolo per tutti gli abitanti sapresi, dove le ceramiche ed i marmi di inizio Novecento faranno da cornice alle opere degli artisti che hanno lavorato per il festival Oltre il Muro ed il progetto Incipit dal 2012 ad oggi: gli spagnoli Escif, Borondo "official page" e Pablo S. Herrero, il francese MTO ( Graffiti / Street-art ), le argentine Hyuro e Milu Correch, il messicano Malov, gli italiani Edoardo Tresoldi, Alice Pasquini's Art, Cyop&Kaf, Alleg, OPIEMME, Diego Miedo e Nicozazo, fino ad arrivare ai contributi dei nostri concittadini Gennaro Ricco, Maurizio Villé, Roberto D'Agostino, Antonio Polito, Rosa Mannarino ed Angela Mirabelli, in un dialogo tra artisti globali e locali che ha caratterizzato da sempre il nostro progetto arricchendolo di significati.
20 artisti molto eterogenei, ma che attraverso i loro interventi e la loro voglia di mettersi in gioco nel nostro contesto hanno dato vita ad un forte dialogo col territorio, un meccanismo di scambio reciproco che ha generato un mosaico di storie da raccontare.
Questa mostra collettiva vuole rappresentare un momento di sintesi del percorso fatto insieme.
Un “Mosaico” formato da tante tessere, ognuna di esse autonoma, specifica e diversa dalle altre, ma collegata ad un progetto generale, che ne è parte essenziale, in quanto al suo interno svolge una funzione in termini di rappresentazione, colore, sfumature.
Mosaico come metafora per mettere in relazione tra di loro individualità e contesto, locale e globale, per far dialogare tra di loro epoche diverse: tradizione e contemporaneità, conservazione ed innovazione. Una conservazione dinamica che permetta di collegare il passato al presente, con la consapevolezza che l’arte (pubblica e non) non è sufficiente a far rinascere un luogo, ma possa funzionare da incipit per riattivare relazioni umane, dialoghi e visioni altre della città da parte di tutti i suoi abitanti.