Mostra dei Borsisti della 94ma Collettiva
Ogni anno infatti la Fondazione Bevilacqua La Masa offre agli artisti che più si sono distinti nella Collettiva Giovani dell’anno precedente, già assegnatari di un contributo in denaro, un’occasione espositiva per presentare l’evoluzione del proprio lavoro.
Comunicato stampa
Inaugura giovedì 15 dicembre alle ore 18 a Palazzetto Tito la mostra dei Borsisti della 94ma Collettiva. Nelle sale di palazzetto Tito vengono presentati i nuovi lavori di Nico Angiuli, Thomas Braida, Nicolò Morgan Gandolfi, Serena Vestrucci.
Ogni anno infatti la Fondazione Bevilacqua La Masa offre agli artisti che più si sono distinti nella Collettiva Giovani dell'anno precedente, già assegnatari di un contributo in denaro, un'occasione espositiva per presentare l'evoluzione del proprio lavoro. Attraverso questa attività, così come nell'assegnazione degli Atelier, si concretizza l'impegno della BLM nel promuovere la formazione e la crescita dei giovani artisti.
Niccolò Morgan Gandolfi (Washington D.C., Stati Uniti d'America, 1983) allestisce due lavori che rimandano alla natura, ai rumori e ai fenomeni ambientali. Una grande stampa di carta, scultorea e invasiva che aggetta e frana nello spazio; un dispositivo sonoro per voci di uccelli che si chiamano tra le stanze. Allusioni ad oggetti tra il camminare e l'esplorare. Come in altre immagini la fotografia da una parte muta la sua funzione perchè i contenuti e la funzione degli oggetti sopravvivono all'estetica. Dall'altra la presenza della fotografia sullo sfondo rende l'uomo faber una sorta di osservatore osservato tra i propri oggetti e lontano da essi, incapace di essere fino in fondo autore del proprio destino.
Serena Vestrucci (Milano, 1986) delega al catalogo, distribuito gratuitamente, e al futuro lettore la possibilità di possedere e costruire un suo disegno. Un dono che toglie peso all'oggetto e all'egotismo dell'autore sottolineando l'aura concettuale della condivisione. In mostra tre monocromi ad uso quotidiano, in svendita, sono l'estremo suggerimento che gioca con il ruolo e le categorie della pittura; chi perde opere trova strumenti concreti e simbolici che funzionano creando relazioni.
L'approccio narrativo tipico di Nico Angiuli (Acquaviva delle Fonti, Bari, 1981) trasforma i lavori della scala di sabbia e dell'amaca in scenario e sfondo; sculture e installazioni convivono alleggeriti dalla loro monumentalità, connettono lo spazio tra le parole e i toni dei racconti. Pino Pascali è una di queste trame, uno dei protagonisti del romanzo autobiografico di Nico ancora in parte da scrivere.
Thomas Braida (Gorizia, 1982) usa la pittura per sfigurare su maschere, dipinti, fogliacci, piccole scultore. Può scansionare una fotocopia di una brutta fotografia di un dipinto, scrivere in forma di collage e quindi inviare in stampa le sue pagine come catalogo; così il flash della foto che riproduce l'immagine non è un difetto, perché tutto deborda continuamente come l'acqua che bollendo spande, sporca. Invade.