Mucha: alle origini della pubblicità
Realizzata in collaborazione con 24 ORE Cultura e la Richard Fuxa Foundation, l’esposizione è curata da Karel SRP e propone ai visitatori un percorso interamente dedicato ai manifesti pubblicitari di Alfons Mucha.
Comunicato stampa
Dopo il successo della tappa milanese, la mostra Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau
approda a Palazzo Ducale di Genova e con oltre 220 opere propone al pubblico un percorso
variegato e complesso che ricostruisce il gusto elegante, prezioso e sensuale dell’epoca attraverso
le creazioni di Alfons Mucha, gli arredi e le opere d’arte decorativa di artisti e manifatture europei,
attivi nello stesso periodo storico.
La mostra è prodotta e organizzata da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova, da
Palazzo Reale di Milano e da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 Ore, in collaborazione con la Richard
Fuxa Foundation e il Centro di Ricerca “Rossana Bossaglia”, Dipartimento Culture e Civiltà,
Università di Verona e si avvale del patrocinio della città di Praga.
Nello stesso periodo, sarà inoltre possibile approfondire ulteriormente la figura di Mucha grazie
alla mostra Mucha: alle origini della pubblicità presso la Wolfsoniana di Genova Nervi. Realizzata
in collaborazione con 24 ORE Cultura e la Richard Fuxa Foundation, l’esposizione è curata da Karel
SRP e propone ai visitatori un percorso interamente dedicato ai manifesti pubblicitari di Alfons
Mucha.
Alfons Mucha e le atmosfere art nouveau, è curata da Karel SRP, già curatore della mostra
sull’artista tenutasi a Praga nel 2013, per la parte relativa alle opere di Mucha, e da Stefania
Cretella, studiosa di arti decorative, per la parte dedicata alle arti decorative del periodo art
nouveau.
Innovativa è la formula della curatela: le competenze scientifiche e i materiali di studio forniti per
la realizzazione della mostra, verranno valorizzati attraverso un significativo contributo per il
cofinanziamento di assegni di ricerca e borse di studio per giovani studiosi e per le attività
scientifiche del Centro di Ricerca “Rossana Bossaglia”, diretto da Valerio Terraroli e fondato nel
2015 presso l'Università di Verona, Dipartimento Culture e Civiltà, in ricordo di una grande
studiosa di Liberty, Déco e Novecento. Si tratta di un virtuoso esempio di fattiva e organica
collaborazione tra soggetti pubblici e privati promotori di cultura e un centro universitario di
ricerca avente come obiettivo comune la formazione specialistica e la professionalizzazione di
giovani storici dell'arte, con una particolare attenzione alla storia del gusto e delle arti decorative.
Il nucleo principale della mostra è costituito da 120 opere tra affiches e pannelli decorativi di
Alfons Mucha (1860-1939), provenienti dalla Richard Fuxa Foundation. L’artista ceco è stato uno
dei più significativi interpreti dell’Art Nouveau, divenendo ben presto il "promotore" di un nuovo
linguaggio comunicativo, di un'arte visiva innovativa e potente: le immagini femminili dei suoi
manifesti erano molto diffuse e popolari in tutti i campi della società del suo tempo e ancora oggi
si può facilmente individuare la sua inconfondibile cifra stilistica, che lo ha reso eterno simbolo
dell’Art Nouveau. Lo “Stile Mucha”, unico e riconoscibile, si è dimostrato adatto per essere
applicato ad una grande varietà di contesti: poster, decorazione d’interni, pubblicità per qualsiasi
tipo di prodotto, illustrazioni e addirittura produzioni teatrali, design di gioielli e opere
architettoniche.
Mantenendo come perno centrale la figura di Mucha, le opere dell’artista sono affiancate in
mostra da una serie di ceramiche, mobili, ferri battuti, vetri, sculture e disegni di artisti e
manifatture europei affini a quella medesima sensibilità squisitamente floreale e sinuosa che
caratterizzava un certo filone del modernismo internazionale, tipico soprattutto dell’area francese,
belga e, almeno in parte, italiana. Scopo della mostra è dunque quello di restituire appieno l’idea
di un’epoca ricca e sfaccettata, facendo dialogare le invenzioni di Mucha con gli ambienti e le
decorazioni contemporanee così da ricostruire il clima magico e sfavillante della Belle Epoque.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Le opere sono esposte in mostra seguendo un percorso suddiviso in nove sezioni tematiche,
stilistiche e iconografiche, in modo da evocare atmosfere e suggestioni che possano stupire e
coinvolgere anche emotivamente il visitatore.
La prima sezione è dedicata al teatro e a Sarah Bernhardt, una delle attrici più celebri della storia
teatrale, vera e propria diva e icona del suo tempo, immortalata da Mucha in una serie
straordinaria di poster e manifesti teatrali.
Si prosegue con la vita quotidiana dove sono invece raccolti esempi di manifesti e realizzazioni
grafiche di confezioni di prodotti che entravano abitualmente nelle case: dalle scatole dei biscotti
Lefevre-Utile, alle tavolette di cioccolato Idéal passando per i profumi e i prodotti per l’infanzia.
Completano la sezione, un salotto e una camera da letto che mostrano quanto lo stile modernista
sia stato capace di influenzare le scelte dei contemporanei e trasformare gli interni domestici.
Il tema chiave della terza sezione è l’immancabile figura femminile: l’immagine della donna,
frequentemente al centro dell’invenzione di arredi e oggetti d’uso, presenta spesso forti legami
con la cultura figurativa del tempo, come nel caso delle fanciulle presenti nelle vetrate policrome
del salotto di Luigi Fontana, che evocano i prototipi femminili di Mucha. Nella sala, i manifesti
dell’artista ceco dialogano e si confrontano in modo diretto con gli oggetti, in modo da evidenziare
la duplice e contrastante concezione che i contemporanei avevano della donna, talvolta idealizzata
in una creatura angelica, elegante ed aggraziata, talvolta immaginata come femme fatale,
accattivante e seducente, ma sempre capace di incarnare il valore universale della bellezza
giovanile, espressa attraverso linee serpentine ed eleganti movenze.
La sezione dedicata al giapponismo affronta il tema dell’influenza dell’arte esotica e orientale sulla
produzione europea, riscontrabile soprattutto nella preferenza per il segno grafico e marcato, per
l’appiattimento bidimensionale e per gli accostamenti cromatici sgargianti e originali. Questi
elementi compaiono con evidenza sia nelle opere di Mucha, il cui stile e le cui invenzioni
iconografiche sono esemplificate dalle tavole che compongono l’album Documents Décoratifs, sia
nelle opere d’arte decorativa, come nei mobili di Carlo Bugatti o nelle maioliche di Galileo Chini.
Il mondo animale è invece rappresentato nella quinta sezione, dove è raccolto un repertorio di
oggetti d’arte decorativa caratterizzati dalla presenza di soggetti animali emblematici, come il
pavone, il serpente, la libellula e le creature acquatiche.
All’importanza dei materiali preziosi nell’immaginario Art Nouveau è dedicata la sesta sezione,
con grafiche di Mucha dedicate al tema delle pietre preziose e delle teste femminili ornate con
originali gioielli, un inedito pendente disegnato dall’artista e realizzato in pasta di vetro dalla ditta
Daum di Nancy e una piccola selezione di opere di varia tipologia, realizzate con materiali
particolari o preziosi.
Il tempo è invece il protagonista della settima sezione, rappresentato simbolicamente attraverso
le grafiche dei calendari, le rappresentazioni delle stagioni e delle parti del giorno ideate da
Mucha.
La sezione successiva è dedicata all’immaginario floreale, in particolare rose, ninfee, iris e gigli,
che letteralmente “invadono” la produzione Liberty e Art Nouveau. Nelle sue grafiche, Mucha
associa spesso l’immagine della giovane donna al tema del fiore, che diviene un ornamento capace
di esaltarne la bellezza fresca e vitale. Nell’ambito delle arti decorative, lo studio della flora
permette agli artisti di sperimentare nuove forme e nuovi decori, giocando anche con l’infinita
varietà di colori presenti in natura. L’elemento floreale si ritrova con una certa insistenza nelle
ceramiche europee del tempo, così come nei vetri di produzione francese, in particolare di Émile
Gallé e della ditta Daum.
Chiude la mostra una selezione di abiti di sartorie italiane e francesi, che testimoniano
l’evoluzione del gusto in direzione modernista anche nel campo della moda, volta alla costante
ricerca di eleganza e raffinatezza, attraverso linee a S, tessuti preziosi, applicazioni e ricami, spesso
ispirati al mondo vegetale.