Sette artisti espongono una serie di soggetti dedicati alla musica percepita come momento di riflessione sulle possibilità offerte dal confronto su questo tema.
Comunicato stampa
Sette artisti espongono una serie di soggetti dedicati alla musica percepita come momento di riflessione sulle possibilità offerte dal confronto su questo tema.
Sia lo strumento musicale, sia il musicista stesso diventano protagonisti di un evento espositivo in cui l'aspetto musicale perde la tipica caratteristica sonora per acquisirne una meno palpabile ma altrettanto forte sul piano emozionale, che è quella appunto dalla sua rappresentazione pittorica.
I rapporti fra musica e pittura sono sempre stati molto frequenti e intensi fin dall'antichità. Basti ricordare gli affreschi rivenuti nelle tombe etrusche o nelle antiche ville romane dedicati ai musici di allora e alle feste concertanti che acquisivano una forte connotazione religiosa oltre che attinente alla semplice convivialità.
Nei tempi recenti lo strumento musicale ha suscitato l'interesse dei maggiori maestri dell'arte visiva per la sua intrinseca capacità di sfidare l'artista a ricreare sul piano pittorico o scultoreo le emozioni provocate dalle sonorità musicali.
Fra le testimonianze più eclatanti quelli di Giuseppe Chiari, artista storico fra i fondatori del movimento Fluxus, con le sue opere tese a fondere gesto e azione per raggiungere un'arte totale; ne sono esempio i suoi strumenti musicali, chitarre o tastiere, rielaborati in veste pittorica come opere d'arte in senso "totale". Per non parlare poi degli strumenti di Fernandez Arman, chitarre e violini, scomposti e ricomposti nelle sue famose accumulazioni tese ad esaltare al massimo la visualità dello strumento musicale considerato nella sua dinamica fisicità.
E' la prima volta che la Galleria Art Action dedica una mostra alla musica, e lo fa in modo originale combinando la rappresentazione pittorica dell'elemento musicale con la musica in senso stretto, quella della improvvisazione jazz di Paolo Avanzi che si esibisce al piano digitale tra le opere in esposizione.
Tra le opere esposte in questa mostra spicca quella di Vittorio Maria Di Carlo. La sua damigella con liuto ripropone in chiave contemporanea una scena dal sapore rinascimentale. Sono evidenti i richiami ad opere del periodo cubista. Non a caso gli strumenti a corde di Di Carlo ci ricordano certe scomposizioni di Picasso e di Braque.
Sempre in tema di scomposizioni Paolo Avanzi rappresenta, secondo la propria logica di frammentazioni e distorsioni, due musicisti - un sassofonista e un contrabbassista - trasfigurati come se percepiti attraverso uno specchio.
Gli stessi soggetti - un contrabbassista e un sassofonista - sono calati da Gero Urso lungo una fila di passeggeri in attesa nel contesto di una stazione della metropolitana. Lo stile di Gero è quello naif ma al tempo stesso sottilmente ironico che è tipico della sua notevolissima produzione collegata alla quotidianità.
Un quadro di ispirazione jazz è quello proposto da Francesco Boero. Una composizione di violino, contrabbasso, tastiera e batteria che nel suo insieme suggerisce ritmo e velocità.
Più sul genere classico è il dipinto ad olio di Hermes Stringo. Si potrebbe definirla una scena di ispirazione romantica in cui un violino e una partitura appaiono rischiarati da una candela che crea una atmosfera calda e ovattata tipica dei concerti di musica cameristica.
Una partitura la si ritrova anche nel collage di Giulia Voltini dove l'elemento musicale viene inserito in un contesto di oggetti che conferiscono a questo elemento uno spiccato senso di aderenza alla contemporaneità.
Richiamo alla contemporaneità che ritroviamo anche nell'opera di Anna Maria Indino, una tastiera su sfondo rosso realizzata con materiale riciclato, come è nello spirito antiretorico e irriverente di questa interessante artista.
Completa questa iniziativa espositiva una improvvisazione jazz di Paolo Avanzi al pianoforte nel corso del vernissage.
Paolo Avanzi