Nadir Valente – Reale
Nadir Valente riproduce la realtà, ma non in HD come ci ha abituato la società consumistica e la cultura dello spettacolo.
Comunicato stampa
EFFETTO XEROX
Nadir Valente riproduce la realtà, ma non in HD come ci ha abituato la società consumistica e la cultura dello spettacolo. Non contento, Nadir Valente riproduce la realtà in bianco e nero, che è un altro paradosso dei nostri tempi visto che noi tutti abbiamo un’insaziabile fame di technicolor [Derek Jarman]. Il pregio di Nadir Valente è essere anacronisticamente contemporaneo rispetto all’odierna tecnocrazia: anziché duplicare il mondo in alta definizione – soddisfacendo così la pretesa di “un vero più vero del vero” – l’artista preferisce indagare una realtà in via di definizione.
In un mondo analogico, in cui stentiamo a distinguere ciò che è autentico rispetto a ciò che è falso, inabili a discernere il simulacro dall’originale, l’artista non intende ricorrere a virtuosismi, vuole viceversa riscoprire le qualità “povere” della stampa xerox. Usando formati standard, attenendosi cioè alle regole e ai limiti imposti dal mezzo con cui opera, l’artista realizza degli oggetti, foglio su foglio, o degli ambienti, foglio dopo foglio; il risultato finale è quello di un mosaico di carta, un opus sectile le cui parti (individualizzate e individualizzabili) mettono in evidenza le piccole imperfezioni della grana dell’immagine.
In questo caso specifico, Valente dà origine a un effetto trompe l’œil, convertendo l’interno della galleria di Maurizio Caldirola nell’esterno della Villa Reale di Monza. Ne consegue che l’accesso alla mostra non ci restituisce il tipico “white cube” bensì l’inganno di trovarsi nella corte d’onore della Reggia monzese. Si tratta di una delocazione (per prossimità, in quanto i due edifici distano poche centinaia di metri). Ma si tratta anche di un’opera “di facciata”, nel senso dell’edilizia, con gli avancorpi laterali che avvolgono le pareti della galleria. Ebbene, l’intervento site-specific rende omaggio alla villa da poco riportata al suo iniziale splendore, frutto di un decennale intervento di restauro e riqualificazione che l’ha salvata dall’incuria e dal degrado del secolo scorso. Il progetto architettonico di Giuseppe Piermarini, il cui stile neoclassico risale all’epoca asburgica, viene riproposto/riprodotto in scala, mantenendo la disposizione a ferro di cavallo. Per stratificazione e sovrapposizione, l’artista torinese scambia il dentro con il fuori, vira i colori nella grisaille delle vecchie fotocopiatrici d’ufficio e abolisce il divario culturale tra un’istituzione pubblica e uno spazio espositivo privato.
Dichiarando le proprie intenzioni e i relativi limiti delle fotocopiatrici, Nadir Valente verifica un’estetica e una metafisica. Il suo non è il tentativo di tornare all’identico, ma di rendere omogeneo il diverso. Analogo eppure differente: la pelle-epidermide che ne deriva si contrae o si dilata, non già per combaciare con il reale ma per aderire alle contingenze. All’artista non interessa il grado di verosimiglianza, ma il grado di intensità che ne deriva.
A cura di Alberto Zanchetta.
“REAL”
October 21st – November 21st 2014
Preview
Tuesday October 21st 2014
from 7pm to 9pm
Via Volta 26, 20900 Monza
XEROX EFFECT
Nadir Valente reproduces reality, but not in HD as the consumeristic society and the culture of the show has used. Not satisfied, Nadir Valente reproduces reality in black and white, which is another paradox of our times because we all have an insatiable hunger for technicolor [Derek Jarman]. The value of Nadir Valente is anachronistically be compared with today's contemporary technocracy: instead of duplicating the world in high definition - thus satisfying the claim of "true than true" - the artist prefers to investigate a reality to be defined.
In an analog world, where it hard to distinguish what is true from what is false, unable to discern the original statue, the artist will not seek to virtuosity, viceversa he wants to rediscover the “poor” qualities of printing xerox . Using standard formats, according to the rules and limitations imposed by the medium with which it works, the artist creates objects, sheet over sheet, or environments, sheet after sheet; the result is a mosaic of paper, an opus sectile whose parts (individualized and be individualized) highlight the imperfections of the grain of the image.
In this specific case, Valente creates a trompe l'oeil effect, converting the interior of the gallery Maurizio Caldirola's Gallery in the exterior of the Villa Reale in Monza. It follows that access to the show does not give us the typical "white cube" but the deception to be in the main courtyard of the Palace of Monza. It is a de-location (for proximity, the two buildings are just a few hundred meters). But it is also a work of “facade" in the sense of the building, with the laterals structures wrap the walls of the gallery. Well, the site-specific pays tribute to the villa recently restored to its original splendor, the result of a decade of restoration and redevelopment that has saved from neglect and decay of the last century. The architectural design of Giuseppe Piermarini, whose neo-classical style dates back to the Habsburg, is repeated/reproduced in scale, keeping the horseshoe-shaped. Layering and overlapping, the Turin artist exchanges the inside with the outside, turns colors in grisaille of old office copiers and abolish the cultural gap between a public institution and a private exhibition space.
By declaring its intentions and its limitations of photocopiers, Nadir Valente control aesthetics and metaphysic.
Its not trying to return to the identical, but to homogenize different. Similar and yet: a skin-epidermis comes shrinks or expands, not to match the real but to adhere to the contingencies. The artist is not interested the overall of plausibility, but the level of intensity that comes with it.
Written by Alberto Zanchetta.