Namsal Siedlecki – Mvah Cha
Esposizione a cura di Camilla Mozzato in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del sistema museale Pratomusei.
Comunicato stampa
Esposizione a cura di Camilla Mozzato in collaborazione con Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci nell’ambito del sistema museale Pratomusei.
La mostra, visitabile fino al 28 di agosto, presenta per la prima vota a Prato il nucleo principale di un corpus di sculture in bronzo, realizzate nel 2019 durante un periodo di residenza a Katmandu dall’artista statunitense Namsal Siedlecki (che in Italia è di casa, e vive a Seggiano, tra le colline grossetane).
Durante il soggiorno a Katmandu, l’artista ha avuto modo di sperimentare e approfondire in alcune delle principali fonderie locali la tecnica della fusione a cera persa nepalese; mentre in Europa il modello in cera viene ricoperto da mattone triturato e gesso, in Nepal si utilizza un composto chiamato appunto “Mvaḥ Chā”, che si ottiene impastando argilla, sterco di vacca e pula. Il composto, solitamente distrutto per portare a termine il processo di fusione, risulta talmente spesso da nascondere la forma originale, e, in un ribaltamento delle funzioni, Siedlecki lo trasforma in opera.
Il risultato di questo insolito processo sono sculture dalle masse indeterminate, dei non finiti, forme dotate di un'espressività forte e primitiva, libere da canoni proporzionali e da precisi riferimenti anatomici, che tuttavia conservano una sottile relazione con l'iconografia religiosa induista e buddista, ricordando allo stesso tempo l'estetica arcaicista della scultura del primo Novecento in Europa. Sculture indefinite che creano un dialogo fra passato e presente, tra Oriente e Occidente, sottolineando come la fascinazione per l’ignoto e per lo spirituale accompagni l’uomo da sempre.