Nanni Spano – Metamorfosi
La serie di opere denominate Metamorfosi, presentate per la prima volta nella loro interezza cronologica in questa particolare mostra, hanno in comune la rappresentazione del corpo soprattutto quello femminile la cui sensualità e femminilità vengono trasformate simbolicamente quasi a voler riecheggiare il passo della sacra scrittura in cui viene detto “l’uomo viene dalla terra e ad essa deve fare ritorno”.
Comunicato stampa
Nanni Spano artista sardo, ma triestino d'adozione artisticamente parlando non esce molto spesso “allo scoperto” in quanto alla sua attività artistica predilige anteporre quella di curatore di eventi artistici e culturali per l'Associazione Culturale Daydreaming Project di cui è fondatore e presidente. Inoltre è il creatore della la rivista web d'arte visuale Daydreaming Magazine di cui ora cura anche la pubblicazione cartacea.
L'artista è stato definito dalla curatrice di Studio Tommaseo Giuliana Carbi un costruttore di stratificazioni in quanto la sua caratteristica è di partire da uno scatto fotografico per poi rielaborarlo aggiungendo o annullando la materia quasi a simboleggiare la vita nella sua pienezza e nella sua eterna fragilità e intangibilità.
La serie di opere denominate Metamorfosi, presentate per la prima volta nella loro interezza cronologica in questa particolare mostra, hanno in comune la rappresentazione del corpo soprattutto quello femminile la cui sensualità e femminilità vengono trasformate simbolicamente quasi a voler riecheggiare il passo della sacra scrittura in cui viene detto “l'uomo viene dalla terra e ad essa deve fare ritorno”.
Sempre Giuliana Carbi così definisce la particolarità delle opere: “ L'alta definizione e la modalità macro che investigano i dettagli e le trame di alghe, cortecce, pietre e foglie sono penetrate inaspettatamente da altri mondi di immagini con sintesi violenta e classica nel contempo e l'artista conduce una sua personale indagine sulla nostra reazione, culturalmente condizionata, alla perfezione e alla bellezza: mentre crediamo che l'immagine sia limpida e ferma come cristallo e risponda al nostro piacere visivo, ne contamina e mescola gli elementi di senso insinuando l'inquietudine di una possibile inalterabilità”.