Narrativa
Una mostra dove testo e immagini si confondono, si compenetrano e in qualche modo si completano.
Comunicato stampa
NARRATIVA
a cura di T14
24 Novembre 2016 - 4 Febbraio 2017
Twenty14 contemporary,
Piazza Mentana 7,
Milano
« affinché l’avvenimento più comune divenga un’avventura è necessario e sufficiente
che ci si metta a raccontarlo » Jean-Paul Sartre
“NARRATIVA” è una mostra dove testo e immagini si confondono, si compenetrano e in
qualche modo si completano. Possiamo dire che la mostra è nata dalla curiosità per alcune opere, appartenenti ad una corrente, frequentata negli anni ’70, che porta il nome di Narrative Art, nata in risposta alle affermazioni concettuali e alla contemporanea linea della body-art che faceva pensare ad un ruolo puramente accessorio e strumentale della fotografia.
Abbiamo notato come queste immagini, che riportavano invece l’immagine fotografica ad essere protagonista, seppur in modo totalmente anti-eroico, ci risultassero così attuali, senza far scattare in noi la necessità di chiederci quando effettivamente fossero state scattate.Questo atteggiamento anti-artistico, che poteva far addirittura pensare ad una totale mancanza di dimestichezza con la macchina e con gli obbiettivi da parte degli autori, ci ha subito ricondotto a qualcosa che sta
accadendo anche nella ricerca fotografica che tutti i giorni abbiamo sotto gli occhi. Perché?
C’è un qualcosa di estremamente naive che lega questi scatti, che rifuggono totalmente una
visione utilitaristica del pensiero, attivando invece quella memoria che Bergson chiamava
“memoria profonda”, dove ciò che è determinante è l’esperienza, il vissuto, o
“vissuto-non vissuto” come lo definiva Gerz. In queste opere scelte non c’è una volontà di riprendere le cose tali e quali, né di astrarle, né di affermare con chiarezza una qualche assoluta verità, piuttosto la riappropriazione del reale avviene attraverso un portato di attenzione nei confronti di qualcosa che sembrerebbe non meritarlo.
Si può quindi parlare di un utilizzo “banale” del mezzo, eppure quello che ne emerge assume un valore tutt’altro che tale, modellandosi sull’esempio della fotografia volgarmente detta
“familiare”, annullando il tempo, attivando la memoria ed uscendo da qualsiasi dimensione di
critica, proprio per la sua natura limpida e convincente.
E’ così che nasce il racconto, che, per riprendere la citazione di Sartre, può venire anche dal più banale dei repertori, come gli scatti di un vecchio album di famiglia.
Ciò che rende la lettura o la visione un’avventura è il sentimento del narratore.
IN MOSTRA:
Didier Bay
Marc Camille Chaimowicz
Roger Cutforth
Jochen Gerz
Peter Hutchinson
Jean Le Gac
Heikki Kaski
Luca Massaro
Jacopo Gospel Quaggia
Helmut Schwarzer