Natura e design. Le collezioni Gervasoni dal 1882 al 2015
Dopo la mostra dedicata al designer Werther Toffoloni (2012-2013), la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d’Isonzo prosegue il filone di attività dedicato all’industrial design riferito soprattutto alle eccellenze regionali.
Comunicato stampa
Dopo la mostra dedicata al designer Werther Toffoloni (2012-2013), la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea Luigi Spazzapan di Gradisca d’Isonzo prosegue il filone di attività dedicato all’industrial design riferito soprattutto alle eccellenze regionali.
La storia della Gervasoni, azienda di fama internazionale del Friuli Venezia Giulia nata nel 1882, diventa la protagonista di questa nuova esposizione dove i prodotti storici si affiancano alle ultime creazioni, mettendo in risalto l’eccellenza di una produzione in cui le conoscenze dei materiali, dei processi lavorativi e dei meccanismi della comunicazione si uniscono alla cultura del progetto, alla creatività e alla capacità di conquistare il mercato: una visione a tutto campo che coniuga arte e vita contemporanea.
Il progetto espositivo, ideato e curato da Maravee Project, è una messa in scena dell’intreccio fra storia d’impresa e visionarietà, sapere e saper fare entro l’orizzonte della creatività. Natura e design anela al senso dell’abitare, sollecita l’idea di spazi da vivere all’insegna di quel “bellessere” che sorge quando il quotidiano è animato dalla visionarietà. Un quotidiano che abita le sale della Galleria Spazzapan, trasformate in cinque diverse installazioni ambientali animate dall’intreccio tra prodotti storici e contemporanei. Puntuale la loro destinazione d’uso, che premia la funzionalità: ma è l’innovazione creativa del design di ieri e di oggi che dilata l’immaginazione prefigurando aspirazioni, incontri, segni e pensieri.
Il percorso: Le stanze dell’abitare
Sorseggiando il te
Alla ricerca del tempo perduto… intingendo la madeleine di Marcel Proust nella tazza da tè, ci ritroviamo in un’atmosfera dorata, che anela al prezioso calore della memoria. Quella del salottino in bambù e dell’attaccapanni in malacca e midollo, dove il sapore naturale della lavorazione del vimini si ritrova essenzializzata nella produzione contemporanea dei tavolini/pouf in tronco d’albero sezionato, scortecciato e laccato.
I tavoli del convivio
Mettersi a tavola è preludio a un incontro. Tra profumi, sapori, materie, persone, pensieri, parole.
L’ideale sala da pranzo di Natura e design è un dialogo tra identità forti e contrapposte: calde come il rosso, fredde come il blu, accomodanti come il grigio, riflettenti come il bianco. Caratteri incisivi, nell’intreccio tra malacca e polietilene, che riflette il ponte tra passato e presente; nell’ispirazione a diversi “altrove” e sapori artigianali di antica tradizione, che si mescolano a materiali moderni e contemporanei.
Riflessioni in salotto
Accomodarsi, riflettere, immaginare. Lo spazio del salotto è un luogo in cui perdersi per ritrovarsi. Perdersi nei sentieri del pensiero, metafora dell’intreccio imbottito del poliuretano espanso, che fa il verso contemporaneo allo storico intreccio della poltrona in rattan.
Tutti riflessi – insieme alle scultoree bottiglie in ceramica e alla poltrona dall’avvolgente sapore metallico – nell’argentea atmosfera del pensiero che si moltiplica.
Il candore dei sogni
Tutto rigorosamente bianco, come la vestizione del riposo, della notte che prepara a un altro giorno, svelando il chiarore lattiginoso del sogno. Tutto bianco, nella forza materica del bambù pressato, che fa da sfondo all’essenzialità formale del letto, sul quale i sogni si versano in una cascata di fiori. Tra minimalisti “alberi” sui quali riporre le vesti e fantomatiche lampade in midollino verniciato, che riaffiora al naturale nel giunchino dei ventilatori.
L’erba del vicino
L’erba del vicino è lo spazio tra l’intimità domestica e la relazione sociale. E’ la veranda, il giardino. E’ l’incontro.
Ancora un incontro, come nella sala da pranzo, ma tra sedute dai caratteri diversi. Dalla solenne poltrona in rattan nero, che echeggia i “Salotti svizzeri” dei cataloghi del primo Novecento, alla semplicità rivisitata di quella in midollino. Dall’essenzialità della poltrona anni settanta in legno di faggio curvato, alla magica poltrona dotata d’illuminazione interna.
Un dialogo, ancora, tra storia e contemporaneità, riflesso negli specchi a parete e avvolto nella visionaria atmosfera del verde teso fra natura e innovazione.