Negative Capability – Paintings

Informazioni Evento

Coinvolgendo e mettendo a confronto artisti internazionali di diverse generazioni il progetto espositivo Negative Capability-Paintings sviluppa una forte riflessione teorica sul concetto di “dialettica negativa” che individua alcune delle più significative esperienze artistiche contemporanee, e pone una rinnovata attenzione intorno al ruolo, al luogo e alla funzione dell’opera d’arte.

Comunicato stampa

“I mean Negative Capability, that is, when a man is capable of being in uncertainties, mysteries, doubts, without any irritable reaching after fact and reason”.
John Keats, 1817

“…al volgere lo sguardo altrove in attesa dell’immagine”.
Giulio Paolini, 2012

Il concetto di Negative Capability ha avuto una fortuna critica, con apparente paradosso, più nelle discipline sociologiche e filosofiche (attraverso la figura attiva della “Agency” contrapposta alla “Structure”) che nell’ambito della critica letteraria e delle arti visive. Se si eccettua una relazione con il soggetto “dislocato” del Modernismo (alle origini del Modernismo e nelle opere di Baudelaire), la pratica negativa, suggerita dal poeta inglese John Keats, non ha fatto parte del discorso critico contemporaneo. Tuttavia, è possibile rintracciare una sorta di dialettica negativa della pittura come pratica del fare a favore di una dimensione squisitamente concettuale. Così l’opera d’arte che emerge da questo tipo di attitudine punta non ad occupare una posizione nello spazio della realtà, ma si sottrae ad esso (in forma antagonista, “resistente” come enunciato nei principi della Negative Capability) e, contemporaneamente, punta a raddoppiarla.

La mostra collettiva Negative Capability, a cura di Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane, vuole porre una nuova attenzione attorno al ruolo e alla funzione che possono essere attribuiti alle esperienze artistiche contemporanee come modalità per riformulare un nuovo equilibrio delle cose e non solo di raffigurarle. Questo approccio nasce dal volere indagare i codici storici che hanno portato ad interpretare questa potenzialità con due sfumature differenti. Una è quella legata alla sospensione di giudizio rispetto alla rappresentazione dello spazio espositivo reale. Orientamento che ha portato, ad esempio, Giulio Paolini (Genova, Italia, 1940), a prediligere l’analisi dei codici storici di rappresentazione (o meglio di ri-presentazione) per indagarne l’essenza – e l’assenza. Reinhard Mucha (Düsseldorf, Germania, 1950), ha portato alle estreme conseguenze questo rapporto dialettico introducendo una dimensione autobiografica con cui ha manipolato gli elementi costituivi dell’istituzione museale e della sua ragione d’essere. L’altro aspetto, invece, è associato ad una forte carica negativa rispetto alla politica, che si manifesta in Pier Paolo Calzolari (Bologna, Italia, 1950), con una dimensione poetica e di sublimazione della dimensione del quotidiano, mentre in Anetta Mona Chisa (Nadlac, Romania, 1975) & Lucia Tkácová (Banska Stiavnica, Slovakia, 1977) prevale una riflessione sui cardini del senso comune che permettono la presa di coscienza di quello che viene considerato “normale” a livello sociale. Queste due sfumature sono accomunate da una riflessione radicale sui codici di raffigurabilità astratta che è presente in tutti gli artisti a livello semantico, ma che in Carla Accardi (Trapani, Italia, 1924) e Peter Halley (New York City, USA, 1953), acquisisce un valore di riflessione formale di negazione del reale come presa di coscienza dei mezzi della pittura stessa: superficie e stratificazione del colore.

Il progetto espositivo, concepito per la Galleria Astuni, è stato sviluppato partendo dall’opera creata appositamente da Carla Accardi, composta da una serie di quindici tele che vanno a formare una “linea d’orizzonte” mentale, piuttosto che formale. La scelta delle opere dei differenti artisti e la loro relazione metteranno in evidenza non la necessità di rappresentare uno spazio altro, ma di creare un dispositivo per un confronto “qui e ora” sui codici della attuale cultura, permettendo alle persone di accorgersi e di rielaborare quegli stessi segni che si trovano a “incontrare” e “condividere”.

La mostra sarà accompagnata da un libro teorico, Negative Capability-Paintings, scritto da Lorenzo Bruni e Giovanni Iovane e pubblicato da Silvana Editoriale, la cui presentazione avverrà presso la Galleria Astuni ad ottobre 2013.