Newsha Tavakolian / I finalisti della 2a edizione del Premio E.ART.H.
Comunicato stampa
Martedì 9 aprile 2024, a partire dalle ore 18.30, Eataly Art House – E.ART.H. inaugura la nuova programmazione espositiva per la primavera 2024 che si articola in due mostre aperte al pubblico gratuitamente presso gli spazi della Art House, al primo piano di Eataly Verona.
Come sempre, la proposta è pensata per offrire un focus sulla fotografia contemporanea e, parallelamente, un affondo sulla scena delle arti visive. La personale dell’artista iraniana, Newsha Tavakolian, vincitrice del Photo Grant di Deloitte nella sezione Segnalazioni, dal titolo And They Laughed At Me, a cura di Denis Curti e realizzata in collaborazione con Fondazione Deloitte e Deloitte Italia, offre l’occasione di conoscere l’opera umana e potente di un’osservatrice di prima linea della realtà in Iran.
La mostra dei finalisti della seconda edizione del Premio E.ART.H., presenta invece le opere di 10 artisti under 40, selezionati tramite open call. Rivolto al sostegno della giovane creatività e dedicato al tema della sostenibilità, il premio è realizzato in collaborazione con illycaffè che condivide con Eataly Art House valori come sostenibilità e bellezza, oltre al medesimo impegno a favore dell’arte contemporanea. Adam Bialek, Alice Capelli, Lara Dâmaso, Olga Kozmanidze, Francesca Macis, Vittoria Mazzonis, Judith Neunhäuserer, Francesco Pacelli, Lucia Simone, Lorenzo Zerbini sono gli artisti invitati a esporre dalla giuria composta da Chiara Ventura, co-fondatrice e vice-presidente di E.ART.H., Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè, l’artista Michelangelo Pistoletto, fondatore di Cittadellarte, i curatori e direttori dell’Hamburger Banhof di Berlino Sam Bardaouil e Till Fellrath, la gallerista Michela Rizzo. Nel corso della serata inaugurale, alla presenza di Oscar Farinetti, presidente di E.ART.H., e dei membri della giuria, sarà proclamato il vincitore e premiato con un riconoscimento monetario dell’ammontare di 5000€, a sostegno della sua ricerca artistica.
Newsha Tavakolian
And They Laughed At Me
a cura di Denis Curti
10 aprile – 31 agosto 2024
Inaugurazione: 9 aprile 2024, ore 18.30
Accesso libero su prenotazione tramite il sito eatalyarthouse.it
Per informazioni e accrediti: [email protected]
Eataly Art House – E.ART.H. presenta, in collaborazione con Fondazione Deloitte e Deloitte Italia, un nuovo progetto espositivo: And They Laughed At Me, personale dell’artista iraniana Newsha Tavakolian (Teheran, 1981), membro dell’agenzia Magnum Photos. La mostra, curata da Denis Curti, è aperta al pubblico gratuitamente da mercoledì 10 aprile a sabato 31 agosto 2024, presso gli spazi della Art House, dove contestualmente sono presentate le opere dei finalisti del Premio E.ART.H. 2024, supportato da illy.
And They Laughed At Me è il progetto vincitore della prima edizione del Photo Grant di Deloitte, il nuovo concorso fotografico internazionale promosso da Deloitte Italia con il patrocinio di Fondazione Deloitte e in collaborazione con 24 ORE Cultura, la direzione artistica di Denis Curti e il team di BlackCamera. Le opere di Newsha Tavakolian arrivano a Verona con un allestimento rinnovato e una selezione pensata appositamente per il pubblico di Eataly Art House, a seguito di una prima presentazione al Mudec Photo (13 dicembre 2023 – 28 gennaio 2024) e alla partecipazione dell’artista alla Biennale della Fotografia Femminile di Mantova (8 marzo – 14 aprile 2024).
Il progetto And They Laughed At Me raccoglie oltre 40 fotografie d’archivio, scatti inediti e fotogrammi. La mostra presenta una selezione di alcune immagini che presentano errori o di scatto o di stampa: si tratta di negativi che l’artista ha recuperato nel suo studio ripercorrendo i primi anni della sua attività, scartati perché imperfetti. Dice l’artista «Ho raccolto queste immagini indesiderate, imperfette, frammentate, perché anch’esse fanno parte della storia e delle narrazioni, non si possono cancellare. Mostrano la realtà grezza e non rifinita, a cui non possiamo sottrarci. I cambiamenti che non possiamo negare e l’inesorabilità del tempo che passa”.
Immagini cariche di umanità, segnate dall’accidentalità del fare quotidiano, in cui si alternano elementi tipici del reportage e composizioni concettuali, dove si combinano più visioni e le fotografie vengono manipolate con interventi o incursioni formali.
Newsha Tavakolian ha iniziato a scattare giovanissima, intorno ai 16 anni collaborava già con la stampa iraniana, successivamente si afferma come fotogiornalista presso testate internazionali quali The Times, The New York Time o Le Figaro, e compiendo reportage in diverse zone del mondo. La sua firma è particolarmente nota per la grande attenzione che nel tempo ha dedicato al racconto della condizione delle donne e per aver fondato nel 2011 il collettivo di fotografia femminile Rawija.
Nel corso della sua carriera, Tavakolian ha potuto documentare i momenti di massima apertura culturale dell’Iran, ma ha anche affrontato il ritorno all’oppressione e alla chiusura, elaborando dispositivi e tecniche alternative per continuare a raccontare il suo popolo. And They Laughed Art Me è il risultato di queste ricerche e nasce come reazione agli eventi che in Iran hanno condotto al risveglio della popolazione, alle manifestazioni e proteste che ne sono conseguite negli ultimi due anni.
In una società in cui i diritti vengono calpestati, in cui il futuro è difficile da immaginare, l’artista si sostituisce agli occhi dei suoi connazionali proponendo un immaginario composito, fatto di frammenti scartati, schegge di realtà che è impossibile dimenticare e che insieme compongono il volto dell’Iran, dal 1996 a oggi.
Quello di Newsha Tavakolian è un linguaggio maturo, carico di intimità e delicatezza, ma anche di forza: una sorta di manifesto che ricorre all’immagine per contrastare l’autoritarismo.
Spiega l’artista: «Gli eventi in Iran mi hanno colpita profondamente. Sapendo di non poter cambiare il passato, e mossa da un desiderio di vedere in profondità, ho ripreso in mano i negativi che ho scattato all’inizio della mia attività fotografica. Un’immagine spiccava su tutte: una ragazza che annusa una rosa. Il suo profumo è un simbolo di speranza, d’amore e di libertà. Ho scelto di proposito una sequenza di negativi nati da errori miei o di altri, in laboratorio o per un malfunzionamento della mia macchina fotografica. Ho raccolto queste immagini scartate: mostrano quella realtà cruda e grezza da cui non possiamo nasconderci. Riosservandole, emerge un chiaro passaggio: dalla speranza e dai sogni della giovinezza, alla deludente realtà e la conclusione che nella vita abbiamo una sola scelta. Venire risucchiati dall’oscurità, oppure combatterla andando verso la luce. Il risveglio delle donne Iraniane non è successo in un giorno: l’ho visto, ne ero parte. Volevamo di più, e presto. I politici mi hanno strumentalizzata e hanno riso di me – di noi. Ma nella mitologia iraniana, è la luce a vincere sull’oscurità nella loro eterna lotta».