Niccolò Biddau – Le forme rivelate

Informazioni Evento

Luogo
29 ARTS IN PROGRESS
via San Vittore 13 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì-sabato, 11.00-19.00.
Altri giorni e orari su appuntamento

Vernissage
26/02/2019

ore 18,30

Artisti
Niccolò Biddau
Curatori
Giovanni Pelloso
Generi
fotografia, personale

L’esposizione, curata da Giovanni Pelloso, riunisce trenta opere fotografiche proposte al pubblico con l’intento di generare un’occasione di scoperta e di confronto, tra visioni, figure iconiche e valori simbolici.

Comunicato stampa

Dal 27 febbraio al 6 aprile 2019, 29 ARTS IN PROGRESS gallery di Milano (Via San Vittore 13) presenta la mostra “Le forme rivelate” di Niccolò Biddau. L’esposizione, curata da Giovanni Pelloso, riunisce trenta opere fotografiche proposte al pubblico con l’intento di generare un’occasione di scoperta e di confronto, tra visioni, figure iconiche e valori simbolici.
Le immagini rivelano il capoluogo lombardo (è da poche settimane in libreria il libro Changing Milano) e la bellezza delle forme dei prodotti dell’industria Made in Italy, grazie a uno sguardo autoriale ricco di poesia e di espressività.
Stimato fotografo di architettura e di industria, gli scatti di Niccolò Biddau, con il loro potere di ri-presentificazione, offrono la possibilità di dilatare il tempo della percezione e dell’immaginazione, lasciandoci la scelta del nostro passo nella formazione e nella stratificazione di significati, nell’emersione di testi e codici. In un denso bianco e nero, le stampe consentono al visitatore l'occasione di cogliere l'impegno di un autore attento alla forma e al design senza disperdere nel racconto visivo la sua sensibilità e personalità artistica. Le immagini firmate da Niccolò Biddau sono riconosciute per la loro capacità di ridisegnare i contorni della realtà delle cose, riversandoci tutta la sensibilità soggettiva che una visione è in grado di suggerire. La sua fotografia si concentra sull’innata staticità degli oggetti industriali, delle forme scultoree e architettoniche e questo è comunicato anche attraverso i dettagli, quasi sempre celati, che una volta individuati guizzano come materie vitali.

L’intera città come un grande palcoscenico.
Milano è una città in profonda trasformazione e con grandi progetti architettonici e urbanistici: tutti progetti innovativi, dai disegni architettonici avveniristici e spettacolari agli edifici armoniosamente inseriti nel panorama circostante. Da architetture iconiche della Milano moderna come, ad esempio, Torre Velasca e i palazzi Montecatini progettati da Giò Ponti, alla trasformazione del tessuto urbano della Milano contemporanea, avvenuta a partire dalla riqualificazione della Bicocca fino a Porta Nuova, CityLife e Fondazione Prada.
Una sequenza ritmica di volumi a diverse altezze e dal fortissimo impatto visivo, che contribuiscono a ridisegnare il paesaggio urbano. L’obiettivo del progetto espositivo è quello di raccontare la città moderna e contemporanea nel suo continuo moto di cambiamento.

© Niccolò Biddau – Gruppo Campari, Bottigliette Camparisoda, 2012 – Courtesy of 29 ARTS IN PROGRESS gallery

Il viaggio nell’industria italiana.
La selezione offre un percorso per immagini di grande suggestione. Un'occasione per avvicinarsi al mondo dell’industria in modo del tutto nuovo e originale. In alcuni casi il dettaglio è talmente indagato nella sua materia, nella luce che lo permea o nella complessa forma assegnata, che ci si appassiona e se ne rimane attratti in modo del tutto inaspettato. Un percorso che ha sorpreso gli stessi protagonisti e che ha procurato a Niccolò Biddau numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il primo premio al Black and White Spider Awards di Los Angeles (USA).

Niccolò Biddau sarà inoltre uno degli autori protagonisti in mostra nello stand della galleria nell’ambito della prossima edizione di MIA Photo Fair 2019.

Giovedì 14 marzo 2019, a partire dalle ore 18.30, 29 ARTS IN PROGRESS gallery ospiterà un talk con l’artista e il book signing del suo ultimo libro Changing Milano.

Niccolò Biddau (Torino, 1966) - Note biografiche.
Niccolò Biddau inizia la sua attività nel 1988 come fotografo freelance realizzando reportages in Estremo Oriente e in America Latina, successivamente si dedica alla fotografia di nudo e di moda in Italia e all’estero. A partire dal 1998, privilegiando il bianco e nero, focalizza la sua ricerca sui paesaggi urbani, sulla scultura e sulla fotografia d’interni.
Il 2002 segna una svolta nella sua produzione quando, indagando i cicli produttivi delle aziende, pone al centro del proprio linguaggio interpretativo “l’estetica della tecnologia”. Da questo momento si dedica intensamente a sviluppare questo tema, realizzando campagne fotografiche sulle eccellenze industriali del Made in Italy che vengono pubblicate su monografie, esposte in mostre e recensite dai più importanti media italiani. A ciò si affianca un nuovo nucleo di ricerca: complessi architettonici e monumentali con le loro componenti artistiche. Dal 2005, parallelamente alla sua attività di fotografo, diventa anche curatore di libri e di mostre incentrate sul tema della fotografia industriale italiana per conto di istituzioni e aziende.
Collabora con editori, istituzioni e industrie nella realizzazione di campagne fotografiche direttamente commissionate per essere poi pubblicate su monografie ed esposte in mostre.
Per originalità, merito artistico e stile, nel 2010 è stato giudicato dalla giuria del Black and White Spider Awards, composta da trentanove tra i più importanti decision makers della fotografia mondiale, uno dei migliori fotografi internazionali nell’impiego del bianco e nero.
Come afferma Christian Caujolle, “Niccolò Biddau s’inserisce in una tradizione della fotografia caratterizzata da un’irreprensibile esigenza formale, dall’inquadratura e dal rapporto con le forme, dall’immagine che afferma la sua originalità, dalla luce nella sua perfezione. Un’esigenza che è al servizio di un amore per la materia e per le volumetrie degli oggetti e, al tempo stesso, della ricerca della struttura (fondamentale e spesso poco visibile) e di chi, quegli oggetti li produce. Vi è una volontà ostinata di ordinare le cose per cercare di capirle meglio e di dare loro un significato, sublimando la loro apparenza”.