Nicola Bertellotti – Heimat
Anche la decadenza ha un suo struggente fascino. Fascino che Nicola Bertellotti immortala con la macchina fotografica entrando in luoghi abbandonati e dimenticati, ambienti d’insospettabile bellezza, come a volerne restituire nuova vita, portando la mente a fantasticare sui tempi d’oro, sulla vita prima dell’oblio.
Comunicato stampa
Anche la decadenza ha un suo struggente fascino. Fascino che Nicola Bertellotti immortala con la macchina fotografica entrando in luoghi abbandonati e dimenticati, ambienti d'insospettabile bellezza, come a volerne restituire nuova vita, portando la mente a fantasticare sui tempi d'oro, sulla vita prima dell'oblio.
L'artista toscano (Pietrasanta, classe 1976) ha intrapreso da ben dieci anni un viaggio in Italia e in Europa, alla scoperta di questi suggestivi spazi su cui puntare l'obiettivo e con "HEIMAT" si presenta nella sua città natale, nella centrale Galleria Ponzetta di via P.E. Barsanti, proponendo un ampio excursus di dodici immagini ricche di pathos, prevalentemente interni di grandi case e palazzi in cui sono rimaste tracce del passaggio umano, di attività quotidiane e ricreative, come pianoforti, sculture, divani finestre...L'approccio è puramente estetico, senza intenti di richiamo o denuncia sociale. Bertellotti non interviene sull'oggetto dell'osservazione, ma vi si pone davanti con sguardo lucido, come un reporter di fronte a moderne rovine. Il suo lavoro punta alla pulizia e alla semplicità con cui ottiene esiti di poesia e di forte evocazione. Inquadrature bilanciate e chiare, poca o nessuna postproduzione, consentono di leggere l'ambiente per quello che è.
Una mostra decisamente in linea con la filosofia della Galleria Ponzetta con una dichiarata vocazione per le antichità che il titolare Francesco Ponzetta proietta nell'attualità dei tempi.
"La mostra è un viaggio immaginario attraverso luoghi esotici e familiari insieme - spiega Elisa Giannini che firma il saggio critico - che ci raccontano un quotidiano che riconosciamo o che immaginiamo e portano i segni del tempo che è trascorso impietosamente su di loro lasciando tracce a volte repentine e drammatiche, altre volte dolci e perfino vitali come l'avanzare della vegetazione su un rudere abbandonato".
A proposito dell'artista...
Nicola Bertellotti elabora una personale visione orientata verso un’estetica della decadenza, in cui è profondamente radicato il senso di caducità di ogni cosa. La sua ricerca fotografica si concretizza nella prima mostra personale "Fenomenologia della Fine" che gli viene dedicata nel 2013 in provincia di Lucca. L’esposizione si ripete nel 2014, a Pisa, e nello stesso anno Petrartedizioni ne fa una pubblicazione con testi di Pier Luigi Pinelli. Nel 2014 prende anche parte al Festival Fotografico Europeo (Busto Arsizio) dove espone "Damnatio Memoriae" ed è protagonista in Toscana con la mostra "Focus on/ così com’è" che Sensi Arte Galleria gli tributa. Partecipa ad Affordable Art Fair e a Set Up Art Fair nel 2015. Nello stesso anno lo spazio espositivo #091LAB (Palermo) gli dedica la mostra personale "Il lungo addio". Nel 2016 espone "Hic Sunt Dracones" a Castel dell’Ovo (Napoli) e partecipa con CODICE MIA al Mia Photo Fair (Milano). Nel 2017 il Museo D’Arte Contemporanea LIMEN (Vibo Valentia) arricchisce la sua collezione permanente con un suo lavoro, "Blue Eye".