Nicola Cucchiaro
Mostra monografica di Nicola Cucchiaro, artista riminese sensibilmente attento alle dinamiche più aggiornate del sistema dell’arte contemporanea, dominate da un diffuso gusto eclettico, dalla frammentazione dei generi e dall’utilizzo di media di nuova generazione.
Comunicato stampa
Si è inaugurata sabato 21 giugno 2014 alle ore 18 nella sede della FAR Fabbrica Arte Rimini, in Piazza Cavour (Palazzo del Podestà) la mostra monografica di Nicola Cucchiaro, artista riminese sensibilmente attento alle dinamiche più aggiornate del sistema dell’arte contemporanea, dominate da un diffuso gusto eclettico, dalla frammentazione dei generi e dall’utilizzo di media di nuova generazione.
Dotato di una grande padronanza di mezzi espressivi tutti riconducibili alla scultura e al disegno, Cucchiaro elabora un personale archivio di segni e di immagini manipolati secondo un preciso indirizzo di indagine che nell’esito finale sono invariabilmente piegati a forme tridimensionali.
Con questa mostra affonda la mano e lo sguardo in un mondo popolato da figure metamorfiche, muovendosi ancora una volta tra le sponde di un’immaginazione paradossale e ironica e un sottile gioco di simulazioni e di passaggi fluttuanti da un territorio all’altro dei media contemporanei.
Nicola Cucchiaro flirta da anni con il mondo dei cartoon, con piccoli oggetti riesumati dal mercato dell’usato, divertenti e banali, con le immagini popolari di comuni gadget commerciali, gioca sull’equivoco che la loro riconoscibilità genera, li libera dal loro significato reale e li trasforma. Artificio, apparenza e combinazione di diversi livelli semantici danno origine ad un nuovo modo di realizzare la scultura. Ed è ogni volta una sorpresa.
Dal momento del progetto attribuisce una nuova forma agli oggetti o alle icone prescelte, risolvendo nell’atto ideativo il problema delle interferenze o dei passaggi tra un medium e l’altro. Nel caso specifico, dalla fotografia e dagli interventi manipolativi esercitati sull’immagine dagli strumenti digitali, alla scultura. Le sue sculture costituiscono il prodotto finale, il traguardo, agiscono nello spazio, diventano nuova entità reale, anche se derivanti da realtà virtuali.
Spesso aggrappate a sostegni fatti di materiali di reimpiego, queste nuove ‘identità’ si torcono, si allungano, si dispongono in movimenti immaginari, producono gesti reiterati, come fuoriuscite da un videogioco. Fatte tutte di materia nobile ma povera, scabra ma elaborata da mano attenta, che ha accarezzato e modellato la sostanza di cui sono costituite, cioè vetroresina, gesso, ceramica, stagno. Dall’osservazione di queste forme mutanti si apre un mondo sorprendente. Cucchiaro solidifica le nuove sembianze da quel flusso di immagini indistinto che ci circonda e bombarda, fornendo in qualche modo un antidoto e una forma di riciclaggio alla loro quantità e alla loro deperibilità.
La video installazione in mostra costituisce lo snodo cruciale di questo suo percorso. Osservarla comporta un atto di laica devozione, svela un tacito accordo tra la velocità delle immagini che si vedono e l’oblio, tra la lentezza delle dissolvenze e la memoria che le trattiene: piccoli oggetti riesumati, manipolati, accumulati riemergono, vibrano, avvolti da una sintonizzazione sonora che cerca di conciliare la singolarità del segno e delle figure deformate, un moderno bestiario dal sapore antico, con un’organizzazione narrativa che si svolge tra tempo e spazio. Ci si avvicina al sogno o alla allucinazione, tra videogioco e un mondo apparente.
Nicola Cucchiaro nasce nel 1957 a Rimini dove risiede e lavora. Dal 1984 espone in numerose mostre collettive e personali, con testi critici in catalogo di R.Barilli, R.Daolio, D.Auregli, M.V.Cardi, G.Guberti, P.Balmas, C. Spadoni, A. Bernucci. Insegna Tecniche plastiche contemporanee e Plastica ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Ravenna