Nicola Lorini – Bonis Bona Malis Mala
Bonis Bona, Malis Mala è una mostra che mette alla prova la linearità, completezza e verticalità del metodo storiografico tradizionale.
Comunicato stampa
Quello che ci rende umani è la capacità di significare, di creare significato e di accumularne producendo memoria. I significati sono strumenti indispensabili alla creazione individuale e collettiva della realtà: sviluppano un piano d’azione comune tramite cui possiamo comunicare, pensare, navigare con facilità nel mondo, esistere.
La ricerca storica ha un ruolo essenziale nella creazione di significati: seleziona, sceglie vinti e vincitori, unisce i fatti ricreando una logica a posteriori lineare e discernibile. Essa, quindi, stabilisce un ordine fisso e verticale entro cui i significati sono contenuti e digeribili e immobilizzandoli, li rende finiti, tangibili e stabili, come pilastri. Essi invece sono fragili e arbitrari, attraversano le mura e cambiano forma, come liquidi.
L’irruzione del metodo digitale ha, in parte, scardinato i significati dalla verticalità e stabilità della ricerca storica tradizionale e l’ha messa in discussione: l’illimitatezza di informazioni accessibili, la loro coesistenza e l’assenza di limiti spazio-temporali, ne scardinano la rigidità che, nel web, acquisiscono illimitate possibilità e creano infinite connessioni possibili.
Bonis Bona, Malis Mala è una mostra che mette alla prova la linearità, completezza e verticalità del metodo storiografico tradizionale. Elementi storici come resti archeologici, pezzi di sculture e monumenti commemorativi sono analizzati seguendo un approccio ispirato alla cultura digitale che introduce l’empatia, la fluidità e l’orizzontalità, l’illimitatezza e la compresenza delle informazioni come criteri di ricerca. Qui i significati vengono smembrati, diventano irriconoscibili e frammentari, si liberano da quell’ordine fisso entro cui erano stati forzati e ritornano a essere fluidi.
La mostra presenta pezzi in ceramica e sabbia che si fondono a scarti di oggetti di produzione seriale. Essi sono ispirati a pezzi archeologici pre-colombiani, elementi scultorei del Cimitero Monumentale di Milano, maschere di figure mitiche giapponesi, tutti elementi carichi di una forte simbolicità di cui vengono però svuotati e resi aperti a nuovi significati. La collocazione degli elementi nello spazio non segue un ordine gerarchico, essi, infatti, sono tutti posti sullo stesso piano semantico e così, decontestualizzati e snaturati, creano nuovi e infiniti circuiti energetici entro cui esistere e significare.
Nicola Lorini (1990, Como) è un artista e ricercatore che lavora e vive tra Milano e Londra. I suoi lavori che includono sculture, installazioni, video e fotografie, sono frutto di una costante negoziazione tra approcci empatici e metafore archeologiche. Lavorando spesso con artefatti e simboli pregni di valenza culturale, egli combina diversi punti di ispirazione per istigare un dialogo tra la produzione materiale, l'interpretazione e la trasmissione di informazioni. Nicola ha ottenuto un MA in Fine Art al Central Saint Martins College of Art and Design e le sue mostre recenti includono: 2018, Metadata, Lethaby Gallery, Londra, curata dal Bilderfahrzeuge Project (Warburg institute); 2017, And The Horizon Was Dying Over the Tourist, Republic Gallery, Londra, curata da Federico Sargentone; Take me Out (con Bora Akinciturk), 97 Graham Road, Londra, curata da STIMULI; Annihilation Event Prototype (Tate Exchange), Tate Modern Switch House, Londra, curata da Louisa Minkin e Elizabeth Wright; Distributed Monuments, Geddes Gallery, Londra, curata da Naomi Ellis; Taiyr (con Fatima Bianchi), Ex Chiesa di S. Pietro in Atrio, Como, curata da Davide Giannella.
Azzurra Pitruzzella (1990, Agrigento) è una curatrice indipendente che divide la sua attività tra Londra e l’Italia. Si è laureata in Filosofia all’Università di Catania e concluso i suoi studi nel 2017 con un Master in Culture Criticism and Curation alla Central Saint Martins di Londra. Tra i progetti in cui ha collaborato spiccano: “Heritage: a User’s Manual” al Southbank Centre di Londra e “Self/Control” alla Punctum Gallery a Londra. I progetti a cui sta lavorando includono una residenza artistica nel parco archeologico Scolacium in Calabria a Settembre. Cresciuta ad Agrigento, nella città della valle dei templi, Azzurra ha, da sempre, subito il fascino dell’archeologia. la sua ricerca, infatti, privilegia temi come i meccanismi di persistenza della memoria storica nel presente e, soprattutto, nella mente contemporanea, influenzata e accelerata dal digitale.