Nicola Villa – Crocevia: storie di volti tra mari e città
Nicola Villa ha deciso di restituire loro un volto, di tributare un omaggio a chi ha tentato invano la fortuna e non è mai approdato sulle nostre coste. Sul viso di ciascuno di loro, come in sovra impressione, campeggia la scritta quanto mai esplicita: “We can’t understand why we can’t move anywhere we want”.
Comunicato stampa
Lo chiamano Mare nostrum. Per millenni è stato scenario di guerre, ma anche di proficui scambi commerciali e culturali. In epoca moderna è solcato dalle rotte dei mercantili, dalle imbarcazioni da pesca, dai traghetti di linea, dalle navi da crociera traboccanti turisti, dalle barche a vela, dai motoscafi da diporto e dagli yacht di lusso.Oggi il Mediterraneo è anche uno sterminato cimitero che si estende dal nord dell'Africa al sud dell'Europa. Non è possibile sapere con esattezza quanti siano i corpi inghiottiti dal mare e i dati ufficiali sono stimati tragicamente e abbondantemente per difetto. Si dice che, tra coloro che partono, ne arrivino due su cinque.Senza identità, sans papier, come dicono i francesi, destinati a rimanere anonimi, condannati all’oblio. Nicola Villa ha deciso di restituire loro un volto, di tributare un omaggio a chi ha tentato invano la fortuna e non è mai approdato sulle nostre coste. Sul viso di ciascuno di loro, come in sovra impressione, campeggia la scritta quanto mai esplicita: “We can’t understand why we can’t move anywhere we want”. E poi ci sono...
NICOLA VILLA nasce a Lecco nel 1976. Al termine degli studi classici si iscrive alla facoltà di architettura del politecnico di Milano e conseguita la laurea si dedica a tempo pieno alla pittura. La vita dei personaggi di Villa appartiene a una storia senza trama, dove le figure si rincorrono di là della loro presenza fisica, immersi in un'atmosfera immaginifica e in quell'ansia sottile che deriva dall’inafferrabilità di quanto, ci circonda. Nel 2011 è chiamato insieme con altri artisti a realizzare dodici illustrazioni per il Nuovo Evangeliario Ambrosiano voluto dal Cardinale Dionigi Tettamanzi e destinato al Duomo di Milano. Vive e lavora a Genova.