Nicolò Quirico – Palazzi di Parole

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO NATTA
Via Natta 18, Como, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da mercoledì a venerdì ore 15:00-19:00

sabato e domenica 10:00-12.30 / 15:00-19:00

Vernissage
03/03/2012

ore 18

Contatti
Sito web: http://www.palazzidiparole.it
Patrocini

del Comune di Como – Assessorato Cultura

Artisti
Nicolò Quirico
Curatori
Simona Bartolena
Generi
arte contemporanea, personale

È quasi inevitabile: davanti ai Palazzi di Parole di Nicolò Quirico il pensiero corre al testo di Calvino, alle città che, sempre di più vanno somigliandosi l’una all’altra e che pure, però, se sapute ascoltare, possono dare risposte alle nostre domande. Ed è proprio sulla voce della città che si concentra questo suggestivo progetto di Nicolò Quirico.

Comunicato stampa

La voce della città

“Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”, scriveva Italo Calvino nel suo celeberrimo Le città invisibili. È quasi inevitabile: davanti ai Palazzi di Parole di Nicolò Quirico il pensiero corre al testo di Calvino, alle città che, sempre di più vanno somigliandosi l’una all’altra e che pure, però, se sapute ascoltare, possono dare risposte alle nostre domande. Ed è proprio sulla voce della città che si concentra questo suggestivo progetto di Nicolò Quirico. Come gli angeli di Wim Wenders osserviamo la città da un punto di vista inconsueto, raggiungiamo il suo ventre e ascoltiamo la sua voce, o meglio: le sue mille voci. Una babele di voci eterogenee, suoni, parole, melodie e rumori… sussurri, grida, pensieri, ricordi. Vita, insomma, poiché la città è, innanzitutto, nel bene e nel male, un luogo vitale e dinamico, in continuo mutamento.

Della città Nicolò Quirico sa rubare l’anima, soffermandosi, quasi casualmente, sui molti edifici che la compongono: palazzi di epoche diverse, stili diversi, pensati per modi di vita diversi, messi tra loro in relazione, talvolta quasi uniformati, dalla trama inquieta e nervosa del tessuto urbano. Dai luoghi storici ai palazzi più insignificanti, lo sguardo dell’artista scorre qua e là per le strade delle città che gli sono vicine, che in un certo senso più gli appartengono, professionalmente e culturalmente: Milano, Como, Lugano… Il suo non è uno sguardo interessato alla qualità architettonica o all’importanza storica dell’edificio, né tanto meno bada alla sua estetica. La sua attenzione è tutta rivolta alla vita che in quei luoghi è passata, passa e passerà in futuro. Alle cento, mille storie che si sono svolte dentro quei muri. Quelli di Nicolò sono palazzi fatti da uomini, abitati da uomini che crescono in città popolate da uomini. Forse per questo a far sentire più forte la loro voce sono quei palazzi che a un primo, superficiale sguardo, sembrano tutti uguali, monolitiche presenze senza vita e senza pregi estetici, freddi oggetti immobili privi di virtù. Mettiamo da parte, per un attimo, il sapere; dimentichiamo il loro ruolo nella storia dell’architettura, lasciamo stare le ragioni, le ricerche e le sperimentazioni formali che talvolta si nascondono dietro a questi edifici. Trattiamoli, per un attimo, come li percepisce lo sguardo del passante, dell’uomo qualunque, schiacciato dalla loro incombenza e dalla loro disarmante uniformità, alienato dalle loro forme geometriche e poco inclini al dialogo. Poco importa che siano le innovative ed eleganti forme della giustamente celebre Torre Velasca o quelle inutili e banali di un palazzone di periferia: essi ci appariranno tutti come mostruosi edifici inanimati, tristi e disarmanti cattedrali di una modernità che non bada più al progetto urbanistico, al bello pubblico o al luogo vivibile. Lo sguardo di Nicolò ha saputo passare oltre la dura scorza anche di questi palazzi, penetrando nelle loro pareti, superando il cemento e la pietra delle loro facciate, per ascoltare le loro voci. Voci che sono rimaste intrappolate nei loro muri, che recano in sé la testimonianza di chi, in quei palazzi, vi ha abitato per giorni, per mesi, per anni, spesso per una vita.

Già da tempo avvezzo a progetti che travalicano i confini tra le arti e mettono in dialogo arti visive e letteratura, Quirico ha immaginato di analizzare i palazzi con una macchina “ecofotografica”, un ipotetico sistema di indagine diagnostica che utilizza ultrasuoni per catturare l’eco degli abitanti. Ed ecco che, con uno straordinario escamotage (le pagine di libri multilingue stampati all’epoca di costruzione del palazzo), gli edifici prendono vita, esplodono in vibrazioni vitali, liberano suoni, parole, immagini, ricordi… Rendendo visibile la voce della città, la sua anima più profonda.

In bilico tra fotografia e pittura, con le loro superfici materiche che animano la staticità delle immagini, i Palazzi di Parole offrono sensazioni visive, sonore, tattili, perfino olfattive, proponendo un punto di vista nuovo su panorami a noi talmente famigliari da darli quasi per scontati.

Un progetto che, pur concentrandosi perlopiù su edifici realizzati nei decenni passati, invita anche a un possibile ripensamento degli spazi urbani attuali, che apre riflessioni importanti sul ruolo dell’architettura nell’epoca moderna e che pare, a tratti, strizzare l’occhio agli architetti e agli urbanisti di oggi, invitandoli a ripensare lo spazio cittadino in una dimensione più “umana” e accessibile, in costante dialogo con l’ambiente e i fruitori degli edifici progettati. Per questo Palazzi di Parole non vuole essere semplicemente un progetto di arte visiva: intende aprire dibattiti, stimolare pensieri, coinvolgere il singolo individuo – e non soltanto l’esperto di settore – , con uno sguardo ampio, critico, intelligente, globale sulla realtà che ci circonda.

Simona Bartolena - Storico dell’arte

Le città analizzate (work in progress):

Milano, Sesto San Giovanni, Monza, Vimercate, Lecco, Siena, Firenze, Como, Chiasso, Mendrisio, Lugano, Berlino, New York, New Delhi, Londra, Parigi...

Le esposizione programmate:

Open Studio Architetti, Milano - giovedì 22 dicembre 2011 ore 18 - presentazione del progetto con la partecipazione dello storico dell’arte Simona Bartolena e dello storico della fotografia Roberto Mutti

Spazio Natta, Como - dal 3 al 25 marzo 2012

Heart spazio vivo, Vimercate MB - dal 16 settembre 2012 in occasione di Ville aperte

Note tecniche:

Stampe ai pigmenti su collage di pagine di libri d’epoca. “Opere uniche” in tiratura limitata. 2010-2012

Nicolò Quirico è nato a Monza nel 1966. Dal 1985 realizza progetti di comunicazione visiva per aziende e per i maggiori editori italiani.

Parallelamente, con due amici, da il via alla “ricerca degli Gnomi” che esplode a livello mediatico: grazie all’interessamento di stampa e case automobilistiche i tre viaggiano per l’Europa, trasformano poi i loro appunti di viaggio sulla cultura fovolistica europea e I reportage fotografici in libri per bambini (I Cercagnomi) interviste per radio e TV.

Grazie all’incontro con il Premio d’arte intitolato a Ennio Morlotti, che contribuisce a fondare, alla sua attività si aggiunge una nuova direzione: la ricerca concettuale, l’elaborazione di “visioni” che attraverso la fotografia raccontino il territorio con progetti articolati. Da allora ha realizzato più di venti mostre personali e numerose collettive, in spazi pubblici e privati: Castello di Corneliano Bertario, Museo della Seta Abegg a Garlate, Casa dell’energia AEM a Milano, Palazzo Cicogna a Busto Arsizio, Museo Cesare Cantù a Brivio, Terme Milano e Bagni Nuovi spa; Assemblea annuale della Banca Popolare di Sondrio a Bormio; Polifemo - Fabbrica del Vapore a Milano; Spini Arte a Robbiate.

Le sue immagini sono state pubblicate dalla rivista Il Fotografo e da Silvana Editore nel volume Qui, già, oltre - l’arte in Brianza dal 1950 a oggi.

Nel 2009 ha vinto il Premio nazionale fotografare il territorio - Comune di Peccioli organizzato dalla Fondazione Vittorio e Piero Alinari di Firenze.

Nel 2010 realizza BORMIO pietre di carta, un progetto di fotografia e letteratura dialettale dedicato al territorio dell’Alta Valtellina, che con la collaborazione della Temporary Art Gallery è diventato una serie di mostre e un catalogo donato alla popolazione in 1500 copie. Un’opera del progetto è tra le finaliste del premio internazionale 125° CAS Ticino e Città di Lugano.

Nel 2011 crea il portale internet ADDARTE per la libera segnalazione di eventi culturali, “dalla Valtellina al Po”.

Nel 2012 il suo progetto site-specific Rafici Genealogiche sarà esposto dal grande Resort fiorentino che lo ha commissionato, mentre Palazzi di Parole verrà esposto allo Spazio Natta di Como, in un importante studio legale di Milano come mostra privata, e allo Spazio Heart di Vimercate.

www.quirico.com

cell. 347 48 63 383

[email protected]

Simona Bartolena è laureata in Storia dell’arte presso l’Università Statale di Milano, ha pubblicato numerosi volumi per le più prestigiose case editrici italiane. I suoi testi sono stati tradotti in varie lingue straniere. Tra i principali: Manet, (Leonardo Arte, 2001). Monet, (Electa, 2001), Impressionisti (Mondadori 2002), Impressionismo, Guida Cultura, (Mondadori, 2002), Arte al femminile (Electa, 2003), Arte Moderna (Fabbri, 2003), Il Musée d’Orsay, (Mondadori, 2005), Omaggio agli impressionisti (Mondadori 2005), La guerra dell’Arte: La guerra è finita?, catalogo della mostra presso la Torciera di Villa Arese-Licini, Osnago (2006), Claude Monet, (Electa, 2007), Auguste Renoir (Electa, 2007), Henri de Toulouse-Lautrec, (Electa, 2007), Edouard Manet, (Electa, 2007), Carla Maria Maggi, (Skira, 2007), I capolavori del Musée d’Orsay (Mondadori Arte, 2008), Donne (Electa, I dizionari dell’arte, 2009, testi a due mani con Marta Alvarez), Brianza: terra d’artisti (Silvana Editore, 2009), Leonardo e Salaino (pubblicato in catalogo Must, Museo del Territorio di Vimercate, Electa 2011).

È consulente di numerosi Comuni, associazioni culturali e gallerie, per i quali cura esposizioni d’arte ed eventi.

Lavora attivamente con alcuni artisti contemporanei scrivendo per loro saggi di presentazione e testi critici e curando le loro esposizioni personali. L’ultima esposizione da lei curata, nel 2011, è Oltreluogo – da Gianni Colombo a Joseph Beuys, presso lo spazio espositivo Heart di Vimercate.

Da anni si occupa di iconografia – collaborando come ricercatrice con le principali case editrici milanesi – e di divulgazione, tenendo corsi, conferenze e seminari di argomento storico-artistico.

Attualmente è presidente dell’Associazione culturale Heart – Pulsazioni culturali e direttore artistico del centro culturale Heart – Spazio Vivo di Vimercate.

www.associazioneheart.it

cell. 347 06 07 654

[email protected]