Niels Trannois – Below sea level kind of things

Informazioni Evento

Luogo
UNOSOLO PROJECT ROOM
Via Broletto 26, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – venerdì dalle 15.00 alle 19.00 (o su appuntamento)

Vernissage
16/05/2012

ore 19

Artisti
Niels Trannois
Generi
arte contemporanea, personale

L’artista francese ha pensato al suo lavoro in studio, immaginandolo come una sorta d’immersione subacquea. Il risultato presentato e’ il piu’ vicino possibile a cio’ che si puo’ chiamare in gergo teatrale il ‘dietro le quinte’: il resto, il residuo, di un altro risultato.

Comunicato stampa

Il titolo della mostra Below sea level kind of things è nato pensando al mio lavoro in studio e immaginandolo come una sorta dʼimmersione subacquea. Tutto ciò che “accadrà” in mostra potrà essere letto come un indizio, un frammento, estratto direttamente da quel luogo che definisce il cuore della mia pratica artistica.

Potrebbe sembrare ovvio che ciò che accade in una mostra sia stato concepito e preparato nello studio ma, parlando specificatamente del mio lavoro, questo aspetto è lo snodo dove i miei pensieri quotidianamente cercano di concretizzarsi in una forma sensibile. Per questa ragione ciò che sarà presentato in mostra sarà il più vicino possibile a ciò che potremmo chiamare in gergo teatrale il “dietro le quinte”.
Dietro ad ogni opera si cela lʼidea che ciò che si vede non sia altro che il resto, il residuo, di un altro risultato. Per poter essere percepito propriamente come una nuova opera questo residuo deve essere dimenticato nel flusso del lavoro in studio e quindi ri- pensato.

Stiamo parlando di tempo, Il tempo che serve per fare qualcosa, il tempo che serve per dimenticare e digerire queste cose ed il tempo necessario poi a ricordarle, anche solo per poterne parlare o per avvicinarsi ad esse. Sto parlando del “tempo nello studio” che è piuttosto diverso da quello comune.

Voglio sentirmi under the influence come Gena Rowlands nel film di John Cassavetes. Penso a questo film perchè suggerirsce lʼidea di una sorta di melodia di elementi guidata dal flusso delle emozioni, dei sentimenti. Penso a come la sensibilità umana possa essere letta attraverso le forme, le inclinazioni, i comportamenti.

Nel film Gena è ipersensibile, in qualche modo subisce lʼinfluenza e dipende dalla pressione sociale, dal suo amore, si spinge al limite ma nessuno può immaginare quali potranno essere le sue reazioni, gli effetti di questa sua ipersensibilità. Questo stato di totale imprevedibilità è il punto di convergenza con il mio lavoro.

Nel mio caso questa imprevedibilità si traduce nellʼimpossibilità di immaginare (anche se sono io ad indurre il processo) quanto, ad esempio, i riferimenti esterni possano penetrare nel mio lavoro. Potrò essere influenzato da alcuni riferimenti ma essi non potranno condurmi mai ad esiti specifici perché il materiale che utilizzo (i residui) non è prevedibile ed io procedo in genere per associazioni di pensieri, per sinestesie.

Tutto questo sarà evidente nella serie di collage dallʼesecuzione rapida e impulsiva che presenterò in mostra. Li esporrò attraverso una scenografia specifica in modo che non si dimentichi da dove essi provengono. Nel mio studio i frammenti sono sparsi ovunque sul pavimento e a volte si trovano perfino sul muro, sono appunti addormentati che attendono il momento giusto per risvegliarsi ed essere utilizzati nuovamente. Essi sono temporaneamente al di fuori del segnale radar, appena sotto il livello del mare.

La mostra proseguirà fino a venerdì 22 giugno 2012.

---english

The exhibition is titled Below Sea Level Kind of Things, which is an idea I had about studio practice as an underwater immersion; indeed everything that "happens" in the show could be seen as clues or excerpts extracted and arranged from this place which is the core of my practice.

It may seem obvious that what happens in the context of a show has been thought out and arranged beforehand in the studio, but in this case, and talking about my own personal artistic practice, the "studio side of things" is a sort of crossroads where everyday thoughts try to find their way into sensible forms; what will be shown is as close as possible to what would be "behind the scenes" from a theatrical perspective. Behind every piece is hidden an idea that what you see is the counter part, the excerpt or leftover of another outcome; and in order to be shown or arranged as a new piece, the leftovers had to be forgotten in the flow of work the studio to then be reimagined as something new to be used as a proper piece.

Here we are speaking of time, the time it takes to do something, the time it takes to forget and digest those things and the time it takes after a while to remember those things, sometimes in order to talk about them or approach them. In the end I am talking about "studio time", which is quite different from regular time.

I wanted to be under the influence, like Gena Rowlands was in Cassavetesʼ A Woman Under the Influence; I had this film in mind in order to mentally touch upon this idea of a melody of things that is conducted by feelings and emotion, how human sensibility can be read through forms, attitudes, and practice.

In the movie Gena is hypersensitive, under the influence and dependent on the social pressure and her love for her husband, she reaches the limit of it, but no one can predict what her reaction will be, the effects of this hypersensitivity. It is this very unknown, unpredictable state that is our point of convergence.

In my case this is translated into how I cannot foresee (even if I am the one bringing it about) the extent of the penetration of external references in my own work; even if, these references are in the end used in a “loosely”, they never become case studies during the elaboration of a work; I might have been under some kind of influence but they never lead me to specific applications, since the materials I use (the leftovers) cannot have a predictable status, instead I play with them through thought association, synesthetically.

The result of all this can be seen in a set of collages that are both very precise and very impulsive; this set will be shown with a specific scenography so that one will not be able to forget where they came from, leftovers lying about all over the floor of my studio, at times even on the walls, like dormant footnotes waiting for their turn to awake and be used again, after being for a time off the radar, below sea level.

The exhibition will be on view until Friday 22nd June 2012