Nina Carini – Are my eyes distracting my hearing?
Una personale dell’artista italiana Nina Carini “Are my eyes distracting my hearing?”
Comunicato stampa
NM Contemporary è lieta di presentare la mostra personale “Are my eyes distracting my hearing?” dell’artista italiana Nina Carini a cura di Angela Madesani e con il contributo sonoro di Andrea Ferrario.
La mostra presenta un nuovo ciclo di disegni con il filo, un’installazione ed un video inedito. Come sottolineato dalla curatrice, l’artista si apre in questa nuova produzione ad una libertà spaziale caratterizzata dall’utilizzo del cerchio e della spirale.
Nei disegni il filo non è più tirato ma lasciato libero sulla superficie e completato dall’aggiunta di pigmento.
La spirale motivo dominante dei lavori esposti evoca l’infinito, tema caro a Carini e che è suggellato dal video nella seconda sala intitolato “Constellations” realizzato in collaborazione con Andrea Ferrario, docente di tecnologia del suono all’Accademia della Scala di Milano. L’opera che riproduce una costellazione di stelle che simula il moto apparente delle stelle, è in realtà una danzatrice, ripresa dall’alto, che indossa una gonna rigida costruita dall’artista e sulla quale è stata disegnata una spirale con un filo di luce. La ballerina tesa in una piroetta produce una linea che si avvolge su sé stessa e prolunga il movimento all’infinito.
L’attenzione dell’artista al linguaggio, tema dominante dei lavori precedenti, si sviluppa con forza nelle opere “Cielo ed acqua” e “ Je t’aime”. La prima è una grande rete le cui frange richiamano le onde del mare mentre sulle tessere sono disegnati nodi che evocano le stelle o i simboli dei suoni dei fondali marini. Carini in collaborazione con Gianni Pavan, responsabile del centro di bioacustica dell’Università di Pavia, ha condotto una ricerca sui suoni delle profondità del Mediterraneo e ha utilizzato in particolare il suono di un sonar, elemento umano e quello del richiamo dei cetacei in amore, elemento animale. L’esplorazione dei limiti del linguaggio interpersonale già affrontata nelle rete “Analphabeta” durante la personale “Divine astrazioni” a Palazzo Nicolaci, Noto nel 2017, ritorna in quest’opera ove acqua e cielo si fondono nella tensione dell’infinito ed evocano due dimensioni “quasi impossibili” all’uomo ma forse fonte di salvezza.
Chiude la mostra l’installazione “Je t’aime” opera composta da 110 fogli stampati a mano con inchiostro e trasparina. I fogli sono appoggiati su un lastra di vetro sospesa nello spazio sulla quale è incisa la stessa frase. Ad ogni foglio la frase “Je t’aime” risulta più trasparente fino a scomparire nell’ultimo.
Nina Carini è tra i finalisti del Premio Fondazione VAF 2019 la cui premiazione si terrà il 15 Marzo al Mart di Rovereto.