Nino Ovan – Formacoloreluce
“Formacoloreluce” è la mostra personale dedicata all’artista Nino Ovan dalla galleria Anti. Il titolo nasce da una specifica relazione tra forma, colore, luce, è una iperdeterminazione logica. Per ciò, il valore di ideale in questo caso non è solo la forma, ma anche il colore e la luce, assieme.
Comunicato stampa
“Formacoloreluce” è la mostra personale dedicata all’artista Nino Ovan dalla galleria Anti. Il titolo nasce da una specifica relazione tra forma, colore, luce, è una iperdeterminazione logica. Per ciò, il valore di ideale in questo caso non è solo la forma, ma anche il colore e la luce, assieme.
Nelle opere di Ovan la forma ha bisogno della materia anche quando è forma logica, ma la materia è di fatto mero sopporto. La materia viene nascosta e quindi sublimata dal colore nitro che a sua volta viene modificata dalla luce neon-argon emessa da tubicini di vetro, che a loro volta si sublimano nella luce
in un processo di integrazione basato sulla reciproca trasformazione sublimazione.
Eppure c'è una questione che non può essere rimossa: perché Ovan introduce la luce artificiale e perché l’utilizzo del neon piuttosto che l’uso di sistemi di illuminazione. La luce naturale modella la plasticità e segue il tempo, quella artificiale presente nella galleria fa da supporto, quella neon, parte integrante dell’opera, è controcanto e nel contempo dichiara la possibilità che la luce naturale possa essere considerata, rispetto all’opera, inutile. La luce naturale segue il tempo, la luce artificiale ferma il tempo.
Se il percorso dell’arte Moderna e Contemporanea ci ha portato all’astrazione assoluta, cioè alla superficie dipinta di un solo colore (o per la scienza al digitale fondato sulla semplice -astratta- relazione posizionale tra 0 e 1), Ovan prova (impresa umilmente ambiziosa, o se volete impresa possibile solo sospendendo ogni atto di coscienza o di volontà finalizzata) a riportare l’arte ad una condizione previa non solo per l’arte. Condizione previa che non è di certo la rappresentazione del reale, ma la costruzione di una realtà fine a se stessa (totalmente altra rispetto all’esistente) mettendo in relazione cogente gli elementi base del visibile, forma, colore, luce, prima della creazione... per la creazione.
Nino Ovan (Udine, 1941) Nel 1957 si trasferisce a Venezia dove si diploma all'Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Santomaso. Nel 1965, partecipa, insieme a un gruppo di pittori: Bendini, Calzolari, Mazzoli, Pasqualini, e di letterati bolognesi, alla costituzione dello 'Studio Bentivoglio&apos,. Nel 1966, interessato alla corrente delle 'Strutture Primarie', inizia una ricerca sulla forma nell&apos,ambito plastico, sperimentando le tecnologie ed i materiali più recenti, che continua tuttora. Ha sviluppato ricerche sulla Poesia Visiva (ha fatto parte della redazione della rivista internazionale di poesia, ZETA). Nel 1978 è tra i fondatori del 'Centro di Ricerche Artistiche contemporanee, Verifica 8+1' di Venezia Mestre. Negli anni '80 partecipa alle attività della 'Cooperativa Artisti Veneziani'. Dal 1968 al 1973 insegna Decorazione pittorica all'Istituto Statale d'Arte di Padova. Fino al 2008 è stato Docente di discipline pittoriche al Liceo Artistico Statale di Venezia. Dal 1961 partecipa a numerose esposizioni personali e collettive in Italia e all'estero. Sue opere si trovano in raccolte pubbliche e private.