Nino Ovan – Tobié l’identità ritrovata
L’artista presenta una ventina di opere. Sono acquerelli, dedicati ai “tobié”, i tipici fienili di montagna, che stupiscono e fanno sognare per i colori delicati ed espressivi. Ovan nelle opere in mostra ha anche riprodotto delle case “majons” e non solo “tobié”.
Comunicato stampa
“Tobié – l’identità ritrovata” è il titolo della mostra personale del pittore Nino Ovan che inaugura giovedì 19 luglio alle ore 17 nella sala mostre del Comune di Campitello di Fassa.
L’artista presenta una ventina di opere. Sono acquerelli, dedicati ai “tobié”, i tipici fienili di montagna, che stupiscono e fanno sognare per i colori delicati ed espressivi. Ovan nelle opere in mostra ha anche riprodotto delle case “majons” e non solo “tobié”.
Nino Ovan rivela una mano pazientissima nel rendere prati, monti, coste, volumi, colori, tetti e materiali naturali dei “tobié”, aspetti importanti di questo piccolo mondo. Il suo è un lavoro certosino, attento, estremamente preciso nella ricerca di ogni elemento compositivo, che riserva grande attenzione alla gradazione dei rapporti cromatici.
In Valle di Fassa, Nino Ovan ha esposto solo a Moena nell’estate del 1996, quindi ben 16 anni fa e torna dopo tanto tempo con numerosi nuovi acquarelli tutti della Valle Ladina, molti dei quali realizzati proprio per questa occasione.
Per l’eclettico artista veneziano di origine friulana, è una gradita nuova presenza a sette anni dall’ultima mostra sui tobié organizzata a Bellamonte nell’estate del 2005.
Da tempo il pittore veneto si interessa ai “Tabià” o “tobiè”, paradigma di una realtà piena di contenuti e significati radicati nel vissuto della montagna. Memoria storica che rischia di scomparire o quantomeno di essere al centro di trasformazioni spesso traumatiche. Quello dei “tobié” è un tema che l’artista, amante delle montagne, dei boschi, delle Dolomiti e soprattutto dell’identità di queste genti e di questo territorio, ha percorso nel tempo fin dal 1988, quando espose per la prima volta a Carano, per poi ripresentarsi a Cavalese, Moena, ancora Cavalese, Tesero e Bellamonte.
“Queste opere esprimono l’idea che ho della montagna e dei Tabià o Tobié intesi come la dimora dell’uomo – dice Nino Ovan – Ho sempre avuto profondo rispetto per la montagna. I tobié sono un esempio topico della integrazione tra tutte le capacità dell'uomo e della fusione con il luogo abitato senza violenza, ma utilizzando e sfruttando tutte le possibilità, perfino orografiche, che esso gli concedeva. L’errore dell’uomo contemporaneo è di guardare la montagna con gli occhi del cittadino, non dell’abitante dei monti che conosce e rispetta questo territorio”.
La mostra rimarrà aperta fino a domenica 12 agosto, tutti i giorni, con questi orari: 16-19; 20.30-22. Organizzata in collaborazione con il Comune di Campitello di Fassa
Biografia
Nino Ovan è nato a Udine nel 1941. Nel 1957 si trasferisce a Venezia dove si diploma all’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Giuseppe Santomaso. Nel 1965, partecipa, insieme a un gruppo di pittori: Bendini, Calzolari, Mazzoli, Pasqualini, e di letterati bolognesi, alla costituzione dello “Studio Bentivoglio”. Nel 1966, interessato alla corrente delle “Strutture Primarie”, inizia una ricerca sulla forma nell’ambito plastico, sperimentando le tecnologie ed i materiali più recenti, che continua tuttora. Ha sviluppato ricerche sulla Poesia Visiva (ha fatto parte della redazione della rivista internazionale di poesia, ZETA). Nel 1978 è tra i fondatori del “Centro di Ricerche Artistiche contemporanee, Verifica 8+1” di Venezia – Mestre. Negli anni ‘80 partecipa alle attività della “Cooperativa Artisti Veneziani”. Dal 1968 al 1973 insegna Decorazione pittorica all’ Istituto Statale d’Arte di Padova. Fino al 2008 è stato Docente di discipline pittoriche al Liceo Artistico Statale di Venezia. Dal 1961 partecipa a numerose esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero. Sue opere si trovano in raccolte pubbliche e private.
Ufficio stampa
Giuseppe Sangiorgi, cellulare 338 7462356, email: [email protected]