Nobushige Akiyama – Leggerezza/Resistenza/Dimensione
La mostra Leggerezza/Resistenza/Dimensione, vuole testimoniare il rapporto tra la cultura figurativa internazionale e la cultura giapponese attraverso l’opera di Nobushige Akiyama, perfetto esempio di ibridazione culturale.
Comunicato stampa
La mostra Leggerezza/Resistenza/Dimensione vuole testimoniare il rapporto tra la cultura figurativa internazionale e la cultura giapponese attraverso l’opera di Nobushige Akiyama, perfetto esempio di ibridazione culturale. Le opere in carta dell’artista giapponese si inseriscono perfettamente nella ricerca attuale dell’arte contemporanea, senza però sacrificare ad essa tradizione e cultura nazionale.
La poetica di Akiyama si presenta, infatti, come il giusto ago tra le ragioni di una ricerca contemporanea globalizzata e quelle di una tradizione secolare localizzata. L’artista giapponese utilizza la carta declinandola attraverso quelle che sono le direttive principali della scultura, come resistenza e dimensione, aggiungendo allo stesso tempo l’elemento della leggerezza tipico della carta. Attraverso la tradizionale carta Washi, Akiyama analizza lo spazio circostante creando un’installazione site-specific basata sull’ossimoro della scultura leggera. L’intero ambiente, pertanto, sarà investigato da questa carta scultorea, allegoria di una cultura stratificata e leggera, nel senso di riscrivibile e reinterpretabile.
Nobushige Akiyama (Yokohama 1961) laureatosi all’Università d’Arte e Design di Tokyo, corso di scultura, nel 1985, si trasferisce in Italia dove si iscrive al corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Roma. A partire dal 1997 inizia ad esporre in Italia, Giappone ed India, partecipando ad importanti progetti di arte collettiva. Nel 2000 in Giappone partecipa al Tokoname Simposio e a Bologna alla mostra Carta e Arte Contemporanea – Energia delle carte realizzata all’Accademia di Belle Arti. A Roma espone nella Chiesa degli artisti con la mostra Disegnare il Vangelo nel Terzo Millennio e, sempre nella capitale, Venite Adoremus (2004) e nel Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari Il pianeta carta nel Terzo Millennio (2001). Di recente ha esordito come scenografo nell’opera teatrale AOI presso il teatro Agorà di Roma, in cui, per l’occasione, con la sola carta giapponese da lui realizzata, ha composto tappeti, lampade e accessori per la cerimonia del the.