Nobuyoshi Araki – Araki Amore
La Galleria Carla Sozzani presenta a Milano una mostra di Nobuyoshi Araki uno dei più grandi e controversi fotografi giapponesi contemporanei, con una selezione di più di ottanta opere a cura di Filippo Maggia, in gran parte inedite e realizzate negli ultimi due anni, dall’emblematico titolo “Araki Amore”.
Comunicato stampa
ARAKI AMORE
La Galleria Carla Sozzani presenta a Milano una mostra di Nobuyoshi Araki uno dei più grandi e controversi fotografi giapponesi contemporanei, con una selezione di più di ottanta opere a cura di Filippo Maggia, in gran parte inedite e realizzate negli ultimi due anni, dall’emblematico titolo “Araki Amore”.
Nobuyoshi Araki è un artista generoso, infaticabile esploratore delle umane passioni e fine ritrattista, capace di mettersi in profonda relazione con il soggetto. In questa esposizione i temi classici della sua produzione fotografica - i nudi, il ritratto, le composizioni floreali, la caotica eppure ordinata città metropolitana - vengono riletti e rielaborati attraverso interventi diretti sul supporto cartaceo, grazie a sequenze organizzate di immagini o, addirittura grazie al recupero di negativi realizzati nei decenni passati.
La stessa figura femminile appare nei suoi lavori più recenti meno ostentata e come evocata: nelle figure di danza della ballerina Kaori come nell’utilizzo di bambole e altri pupazzi che da sempre popolano il mondo onirico del fotografo di Tokyo, come fossero ricordi o memorie, appunti lasciati sul diario sentimentale di una vita spesa a celebrare la bellezza e la caducità di ciò che è destinato a sfiorire.
L’universo femminile resta un mistero che Araki non si stanca di esplorare, oggi come più di tre lustri fa, quando a Tokyo disse al curatore e amico Maggia: “Ti dirò una cosa che potrà sembrare estrema, assurda: io non so nulla sulla natura delle donne. Attraverso l’obiettivo cerco di arrivare all’essenza delle cose e, nel caso delle donne, di ciò che sono, il loro vivere quotidiano oppure la loro sessualità. Tutte però sono diverse l’una dall’altra, per questo continuo a scattare”.
Nei suoi lavori i temi dell’eros e della morte tornano costanti: “Dopo la reincarnazione nella mia nuova vita, fotografia sarà ancora la prima parola che pronuncerò. La fotografia è stata come un contratto lungo quasi sessant’anni. - La fotografia è amore e morte - sarà il mio epitaffio.”
Araki appartiene a una generazione di artisti nipponici emersa nel 1960, mentre il Giappone stava sperimentando uno sviluppo economico radicale e un’urbanizzazione senza precedenti a seguito del dopoguerra. La fotografia stava evolvendo rapidamente sia nelle sue forme tradizionali, come il fotogiornalismo, sia nella pubblicità e nell’arte.
Le trasformazioni sociali, i cambiamenti culturali e il consumismo hanno influenzato il suo sguardo; per esempio, nei bar karaoke, nei giocattoli giapponesi e nelle scene di strada a Tokyo. Riflette allo stesso modo le eredità giapponesi storiche, con donne in scene tradizionali con abiti tradizionali, e le paure del contemporaneo. Molte delle sue fotografie evocano i mostri mitici giapponesi, tratti dal genere cinematografico del Kaiju (film di fantascienza come Godzilla), che attaccano le città giapponesi.
In mostra alla Galleria Carla Sozzani anche tre nuove composizioni di più di 100 polaroid, a colori e in bianco e nero, scelte e accostate dall’artista come fossero quadri, opere uniche, e un video-documentario che presenta, per la prima volta in Italia, Nobuyoshi Araki al lavoro in una sessione di nudo con la danzatrice Kaori, realizzato nel luglio dello scorso anno a Tokyo.
Nobuyoshi Araki nasce il 25 maggio del 1940 a Tokyo. Diplomato in fotografia e cinema presso il Departement of Engineering della Chiba University, lavora per un decennio, fino al 1972, alla Dentsu Advertising Agency, realizzando la sua prima mostra personale nel 1965 nello Shinijuku Station Building e vincendo due importanti concorsi fotografici. Nel 1971 sposa Yoko Aoki, figura centrale nella sua vita privata e nel suo percorso artistico. Negli anni Ottanta documenta i locali hard di Tokyo, che pubblica nel volume Tokyo Lucky Hole. Nel 1990, anno della morte della sua compagna, Araki pubblica la serie Sentimental Journey / Winter Journ
ey, sul suo rapporto personale con lei. Da allora innumerevoli sono le pubblicazioni e le esposizioni nelle gallerie e nei musei internazionali tra cui: il Musée National des Arts Asiatiques Guimet, Parigi (2016); Foam Photography Museum, Amsterdam (2014);The Barbican Art Gallery, London (2005); Tokyo Metropolitan Museum of Photography (2003); Museo Pecci, Prato (2002); Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent (2000); Wiener Secession, Vienna (1997); Fondation Cartier pour l’art contemporain, Parigi (1995).