Noli me tange.re #1

  • DISTURB

Informazioni Evento

Luogo
DISTURB
Corso Nazionale 131 ( primo piano), 84018 , Scafati, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

11.30 - 13.00/18.00 - 22.00 | Chiuso il lunedì

Vernissage
23/09/2012

ore 19.30

Artisti
Regina José Galindo, Silvia Giambrone, Angela Barretta, Mary Zygouri, Romina De Novellis, Angelika Fojtuch, MaraM
Curatori
Raffaella Barbato
Generi
arte contemporanea, collettiva

Valicati i patri confini, Noli me tange.re #1 si propone come riflessione sul femminile, accostando i lavori di artiste che, a diverse latitudini, hanno fatto della donna il loro oggetto di ricerca.

Comunicato stampa

NOLI ME TANGE.RE #1

Angela Baretta, Romina De Novellis, Angelika Fojtuch, Regina Josè Galindo, Silvia Giambrone, MaraM, Mary Zygouri
a cura di Raffaella Barbato
Domenica 23 settembre 2012, h. 19.30

Dopo la pausa estiva, l’attività espositiva dello spazio Di.st.urb. riprende domenica 23 settembre alle ore 19:30, con una collettiva curata da Raffaella Barbato. Valicati i patri confini, Noli me tange.re #1 si propone come riflessione sul femminile, accostando i lavori di artiste che, a diverse latitudini, hanno fatto della donna il loro oggetto di ricerca. Il titolo della rassegna s’incunea nell’ambiguità della locuzione latina, indicata dal vangelo di Giovanni come frase che Gesù rivolse a Maria Maddalena subito dopo la resurrezione: Non mi toccare – nell’originaria interpretazione – e non mi trattenere – nuova traduzione – diventano così le due estremità che trattengono la ricerca di sette giovani artiste sul corpo e con il corpo, a raccontare la condizione femminile ancor oggi educata all’esercizio della sottomissione e del sacrificio. La gerarchizzazione dei ruoli introduce all’opera di Mary Zygouri, che attraverso un linguaggio citazionistico e visionario, indaga i giochi di ruolo consumati dietro le porte degli asfittici ambienti di lavoro. Romina De Novellis e Regina Jose Galindo, invece, tentano, attraverso la testarda ripetizione del gesto, la liberazione dal giogo della patriarcalità dei ruoli. Nel lavoro dell'artista americana l’azione arriva a coinvolgere il pubblico, rendendolo emotivamente partecipe della vicenda esistenziale della performer. Ma è nell’opera della francese che il gesto rivela la sua fallacia: esso non salva, lasciando piuttosto che le rose avvizziscano strofinando contro la gelida superficie del pregiudizio. Paralizzata e incapace di scardinare i tabù del maschilismo è anche la donna di Angelika Fojtuch, il cui lavoro segna, in rassegna, il passaggio dal corpo espediente di riflessione, al corpo oggetto d’indagine. Una via di fuga la offre invece il lavoro inedito di Angela Barretta, le cui donne, ridotte a merce sul mercato del vizio e del potere, riescono poi a liberarsi dai loro spauracchi di avvenenza, scoprendosi, con Silvia Giambrone, paghe della loro autentica imperfettibilità.
A conclusione della riflessione proposta dalla curatrice, l’inedita performance della napoletana MaraM, la quale espone un punto di vista in rosa e dunque parzialissimo sulla precarietà degli ultimi tempi – anche come crisi di alcune strutture sociali (in primis, la famiglia).
Carla Rossetti

Di.st.urb
Di.st.urb. (Distretto di studi e relazioni urbane/in tempo di crisi), spazio dedicato alle arti visive annesso al circolo culturale Ferro3, si pone l’obbiettivo di attirare ed aggregare un ampio e diversificato gruppo, costantemente in fieri, di artisti, critici e curatori, nonché di intellettuali afferenti ad altri ambiti e discipline interessati al confronto con i linguaggi dell’arte, adottando una prospettiva globale, ma prestando la massima attenzione anche al territorio. Prima ancora che area espositiva, funzione che pure gli è assolutamente propria, esso va dunque inteso come un cantiere in cui soggettività differenti per formazione e vocazione concorrono nell’articolazione di un discorso sempre suscettibile di nuovi apporti e sconfinamenti, ma anche costantemente fedele a due linee-guida ben definite. Esse sono sintetizzabili nei termini di un’arte come esercizio di strenua messa in questione della sua stessa natura, nonché come pratica votata al continuo confronto con la dimensione socio- politica, il che, allo stato attuale, si traduce inevitabilmente nell’intreccio con i nodi costituiti dai molteplici volti – economico, ecologico, politico, sociale - della crisi mondiale in corso, che è in definitiva crisi irreversibile dei paradigmi sui quali da oltre due secoli si fonda la civiltà occidentale.

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