Nomeda & Gediminas Urbonas – Villa Lituania
L’installazione Villa Lituania del duo Nomeda & Gediminas Urbonas è una testimonianza del potere diplomatico dell’arte all’interno di conflitti a eredità storiche complesse, attraverso la rievocazione di una gara di colombi viaggiatori per la pace come simbolo interspecie di riparazione culturale.
Comunicato stampa
Mercoledì 20 dicembre, il Museo delle Civiltà di Roma inaugura la mostra Villa Lituania degli artisti Nomeda & Gediminas Urbonas, a cura di Matteo Lucchetti, Curatore per le arti e culture contemporanee presso il Museo. Il progetto Villa Lituania – evento di chiusura del programma annuale 2023 con la supervisione generale di Andrea Viliani, Direttore del Museo delle Civiltà – torna in Italia sedici anni dopo aver rappresentato la Lituania alla 52a Biennale di Venezia nel 2007, vincendo la Menzione d’Onore della Giuria, e viene presentato al Museo delle Civiltà in occasione dei quarant’anni dalla morte di Stasys Lozoraitis Sr., diplomatico residente presso la Villa dal 1939 al 1940.
Villa Lituania è un’installazione multimediale che ruota attorno alla storia dell’edificio omonimo (costruito nel 1912 dagli architetti Pio e Marcello Piacentini e situato a Roma in Via Nomentana 116), che ospitò l’Ambasciata Lituana per pochi anni, dal 1937 al 1940, quando fu confiscata dall’allora Unione Sovietica a diventando simbolicamente l’ultimo territorio occupato e, dopo il crollo dell’URSS nel 1991, utilizzato come sede dell’Ufficio Consolare dell’Ambasciata di Russia in Italia. Oggi, terminate le contese sull’edificio, esso rimane un contenitore di storie collettive e personali e un punto di partenza per analizzare una storia di liberazione dall’occupazione e il ruolo che vi ha svolto l’arte, in particolare il rapporto tra esseri umani e animali come una possibile via di uscita dal conflitto e dalle sue sedimentazioni.
Nomeda & Gediminas Urbonas approcciano questa complessa storia diplomatica da una prospettiva artistica, procedendo alla ricerca della verità storica attraverso il recupero di filmati di archivio inediti e intervistando alcuni testimoni, ma anche immaginando azioni che cerchino forme di riparazione dei rapporti tra i due Paesi. Tra queste l’azione portante di tutto il progetto attinge alla tradizione dei piccioni viaggiatori, utilizzati già 3000 anni fa da Egizi e Persiani ma impiegati anche durante i due conflitti mondiali del XX secolo per eludere i sabotaggi delle telecomunicazioni. Nel 2007 gli artisti propongono infatti che il giardino del Consolato Russo ospiti una colombaia che riceva i volatili portatori di un segno di pace provenienti dal Padiglione lituano a Venezia. Al diniego si ipotizza che la base di ritorno possa essere ospitata all’EUR, dove a quel tempo l’architetto italiano di origine lituana Massimiliano Fuksas sta costruendo il Nuovo Centro Congressi, “La Nuvola”, e accoglie entusiasticamente l’idea degli artisti di ospitare la base dei colombi nei pressi del cantiere. Nonostante il supporto di molte istituzioni, tra le quali il Municipio IX e l’allora Direzione Generale per l’Architettura e l’Arte Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, anche quella possibilità non si realizza. Urbonas sceglieranno, d’accordo con i molti addestratori con cui sono entrati in contatto in Italia, Lituania e Polonia, di liberare simbolicamente circa mille colombi il giorno dell’apertura del Padiglione lituano a Venezia, che faranno poi ritorno ai loro luoghi d’origine nel mese successivo. A Roma non verrà mai costruita nessuna colombaia, ma l’installazione, che si inaugura nel 2023 al Museo delle Civiltà, riproduce una colombaia con le sembianze di Villa Lituania, disponendo intorno cinque postazioni di proiezione con i vari video prodotti durante il processo, a documentazione degli intrecci di storie che raccontano una vicenda apparentemente immobile nel suo contesto storico ma che si rivela, invece, estremamente attuale nell’immaginare l’arte come uno strumento capace di riscrivere narrazioni e cambiare punti di vista, anche a molti anni di distanza, con dislocazioni spaziali e temporali inaspettate. Questa mostra porta infatti finalmente la colombaia immaginata dagli artisti a Roma, a qualche metro da “La Nuvola” e qualche chilometro da Via Nomentana.
ll Parlamento e il Governo della Lituania hanno proclamato il 2024 come Anno dei Diplomatici Lozoraitis. L'anno 2024 segna il 125° anniversario della nascita di Stasys Lozoraitis Sr, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Lituania e Capo del Servizio Diplomatico lituano, e il 100° anniversario della nascita di Stasys Lozoraitis Jr, rappresentante diplomatico lituano a Washington DC, che ha contribuito in modo significativo all'istituzione del servizio diplomatico lituano in esilio, il quale ha avuto una particolare rilevanza in riferimento al ripristino dell'indipendenza della Lituania e per la difesa della sovranità statale nel XX secolo. Nel 2024 ricorre infine anche il 95° anniversario della nascita di Kazys Lozoraitis, Ambasciatore della Lituania presso la Santa Sede.
Biografia
Dal 2009, gli artisti Nomeda e Gediminas Urbonas sono professori del programma Art, Culture, and Technology presso il MIT di Boston, negli Stati Uniti. Il loro lavoro di ricerca è stato presentato presso, fra le altre mostre: documenta11 (2002), 3a Biennale di Berlino (2004), Pro-test Lab (sedi varie, Vilnius, 2005-2007), 32a Biennale di San Paolo (2016) e Critical Zones (ZKM, Karlsruhe, 2020). Gli artisti hanno anche presentato i progetti Villa Lituania e The Swamp School come Padiglioni lituani, rispettivamente, alla 52ª Biennale d'Arte di Venezia (2007) e alla 16ª Biennale di Architettura di Venezia (2018). Nel 2023 la National Gallery of Art di Vilnius ha dedicato gli artisti la retrospettiva Partially Swamped Institution. Urbonas hanno inoltre organizzato simposi come Artistic Intelligence? Making it together in the Multispecies World presso l’Università di Bologna (2023), Zooetics+ al MIT di Boston (2018), The Future Fictions Summit ad Asbrú-Reykjavík (2016). Tra le loro pubblicazioni: Swamps and the New Imagination (Sternberg Press/MIT Press, 2023), Public Space? Lost & Found (SA+P Press/MIT Press, 2017) e Devices for Action (MACBA, 2008). Le loro opere fanno parte delle collezioni pubbliche, tra altre istituzioni, di MO Museum of Modern Art, Vilnius, MACBA, Barcellona, Museum of Contemporary Art Kiasma, Helsinki.