Non è un paese per vecchi?
Non è un paese per vecchi? è da intendersi come un Grand Tour immaginario attraverso la penisola italiana: le opere che accompagnano il visitatore conducono a una riflessione sul ruolo dell’artista e le sue possibilità d’azione nell’Italia contemporanea.
Comunicato stampa
L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.[...]
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore.
J.W. Goethe, Viaggio in Italia, 1816-17
Secondo Richard Lassels, l’autore del Voyage of Italy (1670), soltanto chi compiva un viaggio in Italia poteva realmente dirsi “in grado di comprendere Cesare e Tito Livio”. Il Grand Tour, espressione coniata dallo stesso Lassels, faceva riferimento al viaggio formativo che il giovane sette-ottocentesco doveva compiere attraverso l’Europa. Solo chi intraprendeva questo lungo cammino per arrivare a Roma, chi ne studiava la storia, l’arte e la cultura, poteva tornare in patria e definirsi adulto.
Cosa significa oggi formarsi in Italia? Essere giovani in Italia? Parlare di contemporaneità in una cornice storica così ingombrante?
Non è un paese per vecchi? è da intendersi come un Grand Tour immaginario attraverso la penisola italiana: le opere che accompagnano il visitatore conducono a una riflessione sul ruolo dell’artista e le sue possibilità d’azione nell’Italia contemporanea; sullo stato di una nazione e la crisi culturale che la investe; sull’invecchiamento progressivo del nostro paese e sulla sua difficoltà nell’incoraggiare energie artistiche innovative.
La mostra collettiva, dunque, comincia con un interrogativo: quale ruolo ricopre oggi l’Italia ai fini della formazione intellettuale di un artista? Costituisce ancora, come in passato, una destinazione necessaria al completamento della propria educazione culturale? Quesiti a cui cerca di rispondere il lavoro di Valerio Rocco Orlando, dal titolo The Reverse Grand Tour (2012). Il video, nato dall’incontro con gli artisti in residenza presso le principali accademie straniere a Roma, riflette sul sistema educativo accademico e sulla funzione che esso ricopre ai fini della formazione dell’artista contemporaneo, indagando al contempo il rapporto fra arte internazionale e territorio italiano.
Seconda tappa del percorso espositivo è Viaggio in Italia: Live in Dakar di Matteo Rubbi (2011): l’artista presenta in mostra il vinile del primo concerto pubblico a Dakar di Chadal, orchestra sardo-senegalese nata grazie al supporto dell’Associazione Cherimus. Il 33 giri è stato prodotto appositamente per Viaggio in Italia – un cammino volto a esplorare territori di provincia e periferici, cominciato dall’artista nel 2011 nella regione sarda del Sulcis Iglesiente e proseguito inaspettatamente sino a Dakar.
Dalla Sardegna il tour continua in Sicilia, luogo prescelto dal collettivo Alterazioni Video per il progetto dal titolo “Incompiuto siciliano”, avviato dagli artisti nel 2006. In mostra è esposto il video Intervallo (2009), successione di fotografie di opere pubbliche incompiute su territorio siciliano, accompagnate dal motivetto dell’intervallo RAI.
Dalla crisi endemica di un’Italia parodiata da Alterazioni Video si passa al ritratto corale degli abitanti di una nazione: il video di Alessandro Nassiri Tabibzadeh Una buona notizia (2012) costituisce un’ironica documentazione delle reazioni di alcuni cittadini italiani alla notizia dell’approvazione da parte del Parlamento di una legge che aumenterebbe del 100% gli investimenti statali in cultura. Il lavoro di Nassiri Tabibzadeh mette a nudo – con pungente sarcasmo – lo stato di emergenza di un paese e l’inadeguatezza della sua politica culturale.
La drammaticità della situazione italiana diviene lo spunto per riflettere sul senso dell’arte e sulla condizione contemporanea dell’artista: è proprio questo l’oggetto del lavoro di Massimo Grimaldi, dal titolo Finally (2008), quinto tassello dell’itinerario espositivo. L’opera è composta da una pila di fogli che riportano un testo, in cui Grimaldi descrive con estrema poesia e lucidità il senso di frustrazione e necessità che accompagna il lavoro di ogni artista – la condizione particolare dell’Italia contemporanea diviene pretesto per un discorso universale sull’arte e sull’essere artista.
Il concetto di fallimento è al centro dell’opera di Driant Zeneli: la sesta tappa del viaggio-mostra è la video-documentazione della lezione Bankrupt Artists Lesson n° 4 (2013), parte di un progetto cominciato dall’artista nel 2008 e ancora in corso. Il filmato documenta una lezione di “storia di artisti falliti” – appositamente concepita da Driant Zeneli per la mostra a Sala Dogana – tenuta dal docente Fabio Negrino a una classe del Liceo Klee Barabino di Genova. Il lavoro di Zeneli riflette sul concetto di insuccesso, considerato elemento imprescindibile e fondamentale al percorso di ogni artista.
Al termine di questo tour, il visitatore si imbatte nel video Casa Verdi (2008) di Anna Franceschini, lungometraggio sulla casa di riposo milanese per artisti anziani e in difficoltà economiche. Il lavoro riflette con delicatezza sulle sorti dell’artista al termine della propria carriera: il tema dell’invecchiamento si intreccia al discorso sul fallimento, la precarietà e la criticità di una condizione che accompagna ogni artista sino al capolinea della sua attività creativa.
Non è un paese per vecchi? è dunque un ragionamento sullo status dell’arte in Italia; un cammino a tappe attraverso le città e i luoghi della nostra nazione; un pensiero sulla crisi culturale e intellettuale – prima che economica e finanziaria – che coinvolge un paese ormai stanco. Ma è anche una riflessione – a tratti irriverente, a tratti poetica – sulla responsabilità e il percorso travagliato di ogni artista. Un discorso orchestrato attraverso i lavori di sette artisti, che propongono nuovi spunti e possibilità d’azione nel panorama dell’Italia contemporanea.
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Con l’intento di fornire opportunità ai diversi soggetti del mondo dell’arte tra cui artisti e curatori, il Comune di Genova, attraverso il Museo di Arte Contemporanea Villa Croce e l’Ufficio Cultura e Città - Progetto ‘Sala Dogana - Giovani idee in transito’ e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, in collaborazione con GAI - Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani, hanno bandito il concorso Giovani Curatori per l’ideazione di un progetto culturale da realizzarsi negli spazi di Sala Dogana.
Non è un paese per vecchi?, a cura di Antonella Croci e Federico Florian, è il progetto di mostra vincitore del concorso.
Dopo una laurea in Comunicazione e gestione nei mercati dell’arte e della cultura (Università IULM, Milano), Antonella Croci ha conseguito una seconda laurea in Storia dell’arte e archeologia, un master in Storia dell’arte contemporanea e un secondo master in Curatela all’Università Paris-Sorbonne (Paris IV). Tra le sue esperienze, ha co-curato la mostra Échos al Musée Nissim de Camondo, facente parti delle Arts Décoratifs di Parigi. Ha poi collaborato con ART for The World come Assistente curatore e Coordinatore d’esposizione per mostre a Ginevra, Marsiglia e San Paolo del Brasile. Federico Florian è critico d’arte e giornalista milanese. Possiede una laurea in Storia dell’Arte e una specializzazione in Estetica, entrambe conseguite presso l’Università degli Studi di Milano. Dopo aver lavorato come Editorial Assistant per Mousse Magazine & Publishing, ora collabora come contributor indipendente per diverse testate italiane e internazionali, tra cui Klat, Rolling Stone Italia, ArtSlant, Arte e Critica.
Nel 2013 Antonella Croci e Federico Florian si sono aggiudicati il Premio della Giuria e il Premio del Pubblico del Musée Imaginaire Concours, organizzato da Kapsul, Kadist Foundation SF e curating.info, con il progetto di mostra virtuale I Close My Eyes in Order to See.