Normale
Un doppio percorso artistico e personale che ricorre al medium fotografico per narrare due visioni, due storie, ed interrogarsi sui significati di quel senso comune che si attribuisce all’aggettivo normale, riconosciuto come “familiare” in una logica di approvazione e riconoscibilità, eludendo la soggettività psicologica.
Comunicato stampa
NORMALE ● Alessandro Di Giugno - Francesco Paolo Catalano
a cura di Laura Francesca Di Trapani
istallazione sonora di Donato Di Trapani
Oltre le strategie di quella certa “fusione” di un immaginario sociale, per narrare tutte le identità. Oltre quelle maschere e travestimenti per affermare le proprie scelte personali. Oltre quella stereotipizzazione dell'omosessualità, verso invece una dimensione dell'amore poliformo. Oltre quella cultura, oltre quei vincoli religiosi, politici, sociali che puntano il dito contro tutte le scelte “differenti”, a cui bisogna a tutti i costi affibbiare quella veste di alterità. Oltre questa alterità, per andare incontro ad una unicità. L'unicità dell'individuo e dei sentimenti.
Oltre quelle sterili e crudeli forme di discriminazioni sessuali, che uccidono soltanto la libertà dell'essere umano. Un nuovo codice, una nuova logica, una nuova comunicazione antropologica, per capovolgere sterili ed ipocrite forme ideologiche di cui la società si è troppo a lungo nutrita. Questo è l'universo di NORMALE. Una dimensione in cui l'inconscio individuale diviene collettivo nella propria auto-rappresentazione.
Un doppio percorso artistico e personale che ricorre al medium fotografico per narrare due visioni, due storie, ed interrogarsi sui significati di quel senso comune che si attribuisce all'aggettivo normale, riconosciuto come “familiare” in una logica di approvazione e riconoscibilità, eludendo la soggettività psicologica.
Un doppio percorso per interrogarsi sulla presenza di quelle variabili individuali e collettive. Normale, per sovvertire quel linguaggio culturalmente “sessualizzato”, quella norma storicamente riconosciuta come eterosessuale. Normale per sovvertire proprio questa norma: poiché definirla unilateralmente, corrisponde a privarla di qualsiasi significato. Normale per raccontare e considerare le distinzioni di sesso, genere, cultura e le emozioni che attorno si muovono.