Novecento. Il secolo lungo
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sua sede milanese Novecento-Il secolo lungo, collettiva tematica a cura di Stefano Castelli che riflette sull’eredità del Ventesimo secolo a livello estetico e politico.
Comunicato stampa
NOVECENTO
Il secolo lungo
A cura di Stefano Castelli
Con un inedito di Aldo Nove
Inaugurazione giovedì 12 settembre 2024, h 19
12.09 - 19.10.2024
Opere di: Mattia Barbieri, bn+BRINANOVARA, Umberto Chiodi, Claudio Costa, Andrea Di Marco, Milli Gandini, Jacopo Martinotti, Jacopo Mazzonelli, Andrea Mirabelli, Gastone Novelli, Andrea Salvino, Mariuccia Secol, Giorgio Silvestrini, Tancredi, Davide Volpi
La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sua sede milanese Novecento-Il secolo lungo, collettiva tematica a cura di Stefano Castelli che riflette sull’eredità del Ventesimo secolo a livello estetico e politico. Giovani artisti, autori mid career e nomi storicizzati vengono messi a confronto su questo tema, in un percorso eclettico e corale che comprende molte opere realizzate appositamente.
Un’espressione ormai proverbiale coniata da Eric Hobsbawm definiva il Novecento “secolo breve”, mentre l’altrettanto proverbiale “fine della storia” veniva collocata da Francis Fukuyama nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino. Contrariamente a queste analisi/predizioni, il Novecento si rivela un secolo non ancora risolto e terminato, che ci influenza ancora oggi, in positivo o in negativo.
Le questioni che ci riguardano oggi derivano da quelle rimaste aperte nel Ventesimo secolo; allo stesso tempo, il crollo di alcuni criteri e strutture novecenteschi è la causa di molti problemi che oggi riscontriamo. In campo artistico, poi, il Novecento continua a essere un riferimento prezioso per molti autori, anche giovanissimi, che guardano all’estetica di quel secolo per trarne nuove sperimentazioni oppure rileggono momenti storici fondamentali come spunto per commentare il presente.
La ricerca pittorica del Novecento permea la ricerca di diversi artisti esposti: atmosfere metafisiche completamente rivisitate e attualizzate si ritrovano nei dipinti di Giorgio Silvestrini; modi espressivi del Ritorno all’ordine si mescolano con spunti deperiani nei pastiche pittorico-scultorei di Mattia Barbieri; una metafisica del quotidiano e della contemporaneità vista dai margini anima i dipinti di Andrea Di Marco.
I temi politico-sociali vengono invece analizzati esplicitamente da giovani autori come Andrea Mirabelli, che raffigura momenti di passaggio decisivi della Storia, fondendo e felicemente confondendo distopia e utopia, e Davide Volpi, che riflette sulla divisa come agente di indottrinamento, verso l’esterno e verso l’individuo stesso che la indossa. Precursore di questi giovani è Andrea Salvino, presente con opere che riflettono su rivolta e utopia novecentesche. Elementi linguistici tratti dalla storia del Novecento sono la base del lavoro di Jacopo Martinotti, che nel video qui esposto trasforma i gesti dittatoriali di una parata in movimenti coreografici e performativi.
L’arte eclettica dei bn+BRINANOVARA dà vita in questa occasione a un imponente e paradossale monumento nel quale si ibridano scultura e pittura; Umberto Chiodi rende architettonico il disegno, con un intervento site specific sulla vetrata della galleria nel quale l’idea di protesta emerge in controluce: la
parola NO si fa spazio nell’intrico di linee e corpi. La ricerca sulla musica di Jacopo Mazzonelli diventa in questo caso un simbolico ready made “assistito”, dal quale emerge la scritta “noise”.
La presenza in mostra di autori storici del Novecento non va intesa solo come testimonianza d’epoca: i loro lavori confermano l’assoluta attualità della loro ricerca e delle loro “battaglie” - per questi artisti l’innovazione estetica costituiva infatti anche una forte e coraggiosa presa di posizione. L’antropologia anti-eurocentrista di Claudio Costa è qui rappresentata da due opere storiche degli anni Settanta; la pittura logocentrica di Gastone Novelli è testimoniata da una rara opera del 1957 dove la sua tipica scrittura è allo stato embrionale; la poetica femminista che associa solennità e ironia di Milli Gandini e Mariuccia Secol si ritrova nei lavori “domestici” della prima e negli “abiti” della seconda, mentre il lavoro di Tancredi rappresenta un approccio completamente libero alla ricerca formale, fecondo di ibridazioni e in stretto rapporto con i cambiamenti dello spirito del tempo.
La mostra è arricchita da un testo di Aldo Nove, scritto per l’occasione, che riflette sull’idea di Novecento in senso artistico e oltre, leggendo l’anomia del presente alla luce delle premesse del secolo trascorso.
Mattia Barbieri Brescia, 1985. bn+BRINANOVARA Giorgio Brina, Milano, 1993 e Simone Novara, Milano, 1994. Umberto Chiodi Bentivoglio (BO), 1981. Claudio Costa Tirana, 1942-Genova, 1995. Andrea Di Marco Palermo, 1970-2012. Milli Gandini Varese, 1941-Castiglione Olona, 2017. Jacopo Martinotti Milano, 1995. Jacopo Mazzonelli Trento, 1983. Andrea Mirabelli Milano, 1996. Gastone Novelli Vienna, 1925-Milano, 1968. Andrea Salvino Roma, 1969. Mariuccia Secol Castellanza (VA), 1929. Giorgio Silvestrini Palermo, 1985. Tancredi Parmeggiani Feltre (BL), 1927-Roma, 1964. Davide Volpi Fiorenzuola d’Arda (PC), 1996.
Aldo Nove (Viggiù, VA, 1967) è tra i maggiori scrittori italiani contemporanei. Poeta, romanziere, saggista, ha fatto irruzione sulla scena letteraria con Woobinda e altre storie senza lieto fine (1996). Da allora ha pubblicato con le maggiori case editrici (Einaudi, Mondadori, Crocetti, Il Saggiatore e altre) più di trenta libri alternando narrazione lirico/drammatica oppure pop/surreale, storia del costume, impegno civile. Le sue poesie costituiscono uno dei più efficaci e puntuali “canti in morte del Novecento”. Il suo volume più recente è Pulsar (Il Saggiatore, 2024).
Un sentito ringraziamento a: Archivio Andrea Di Marco, Archivio Claudio Costa, C+N Gallery CANEPANERI, Manuela Gandini, MLB Maria Livia Brunelli Gallery, RizzutoGallery, Alberto Tognola.