Novecento mai visto
Occasione unica in Italia per chi voglia ammirare i capolavori accolti dalla Daimler Art Collection di Stoccarda, per la prima volta concessi al nostro Paese. Accanto alla raccolta di arte moderna e contemporanea della Daimler sarà presentato un percorso parallelo dedicato alle esperienze e ai protagonisti dell’arte italiana del Novecento.
Comunicato stampa
Occasione unica in Italia per chi voglia ammirare i capolavori accolti dalla Daimler Art Collection di Stoccarda, per la prima volta concessi al nostro Paese. "NOVECENTO MAI VISTO. From Albers to Warhol to (now)" saranno esposti a Brescia, in Santa Giulia, dal 7 marzo al 30 giugno per iniziativa del Comune di Brescia e di Mercedes-Benz Italia.
La celebre Collezione tedesca è il frutto di 35 anni di attenti investimenti in arte contemporanea. E' ricca di oltre duemila opere di quasi settecento artisti internazionali.
A Brescia, per questa mostra, giungerà il fior fiore della Collezione: circa 150 opere, appositamente individuate per il pubblico italiano. E' dal 2003 che ha preso il via la consuetudine di esposizioni in diversi Paesi di parti della Daimler Art Colection. In questi vent'anni opere della celebre raccolta sono state presentate in grandi musei in Europa, Stati Uniti, Sudafrica, Sudamerica e Asia, ma mai in Italia. Ora la lacuna è colmata dalla mostra in Santa Giulia a Brescia, la "Città delle Mille Miglia".
Costola artistica della Mercedes Benz, la Collezione, oltre al ricco patrimonio dedicato alle idee astratto-costruttive, concettuali o minimaliste del XX secolo, comprende anche alcune significative opere su commissione dedicate all' "automobile", che vanno da Warhol a Robert Longo, da Szarek a Silvye Fleury. Proprio questa sezione cars related, opportunamente contestualizzata in un ricco e coerente percorso, sarà visibile a Brescia, dove spiccano le opere di Warhol di inizio anni settanta dedicate al famoso modello automobilistico "Ali di Gabbiano".
Il percorso curato da Renate Wiehager, direttrice della Daimler Art Collection, muove i primi passi dalle opere considerate del periodo "classico" tedesco, con esponenti del Bauhaus, in particolare artisti riconducibili alla stretta cerchia di Adolf Hölzel. Artisti da cui nacquero tendenze dell'Astrattismo e del Costruttivismo importanti per la Germania, in contrasto con le scuole figurativamente-espressive come quella di Lipsia o di Berlino, determinando anche i successivi sviluppi del Bauhaus. Presenti nel percorso e di particolare impatto le raffigurazioni stereometriche di Schlemmer, e le forme cromatiche surreali di Baumeister.
Uno dei primi focus dell'esposizione a seguire è la sala dedicata al Movimento Zero (1957-1968 ).
Al gruppo come movimento europeo sono legati i nomi di Enrico Castellani, Dadamaino, Sanguineti, Morrelet e Jan Henderikse. Pur presentandosi con concetti e strategie di produzione individuali, gli artisti concordavano nelle loro riflessioni di base: monocromia e serialità, luce e movimento, sviluppo di opere per spazi, piazze e città, conquista di una nuova unità fra natura, essere umano e tecnica. Una suggestione che il percorso vuole restituire.
I successivi movimenti artistici come la Minimal Art e l'Arte Concettuale sono riccamente sviluppati negli spazi a seguire, da Peter Roher a Dan Graham; uno spazio ampio è dedicato all'opera di John M. Armleder e si compone di quadri, oggetti, installazioni, sculture ecc. con gli stili, i dogmi e gli dell'arte del XX secolo, al contempo parafrasandoli, distruggendoli e ridefinendoli.
Ricca la sezione dedicata alla parte video e alla fotografia, dove il percorso si fa monografico intorno a Parrino e Sylvie Fleury.
Due gli artisti contemporanei cui verranno commissionate opere site specific da collocarsi nel museo, anche nel percorso archeologico: l'artista svizzero Nic Hess, e l'italiano Luca Trevisani.
Alla Collezione tedesca farà da contrappunto, sempre in Santa Giulia, la mostra tutta italiana: "NOVECENTO MAI VISTO. Da De Chirico a Cattelan e oltre" che presenta artisti dell'ultimo secolo presenti nelle collezioni pubbliche e private di Brescia.
Accanto alla raccolta di arte moderna e contemporanea della Daimler sarà presentato un percorso parallelo dedicato alle esperienze e ai protagonisti dell'arte italiana del Novecento. Si potranno così ammirare numerosi dipinti di proprietà dei Civici Musei già esposti nella Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea aperta in Santa Giulia dal 1964 al 1972. La parte più rilevante di tale patrimonio è costituita dalle opere, sorprendentemente anticipatrici in senso astratto, del bresciano Romolo Romani, dai numerosi dipinti di ambito futurista (Dottori, Evola, Depero, tutti datati entro il 1919) e dalle opere di orientamento informale che, dopo la chiusura della Galleria, rimasero nei depositi (Chighine, Paulucci). Importanti testimonianze dell'arte del Novecento (de Chirico, Morandi, Sironi) arricchirono poi (1986) le raccolte civiche tramite il lascito della famiglia bresciana Scalvini.
La Galleria esibiva inoltre un centinaio di opere provenienti dalla straordinaria collezione depositata da Guglielmo Achille Cavellini, comprendente quanto di meglio e di nuovo proponeva l'arte italiana e internazionale (da Klein a Warhol, da Rauschemberg a Hartung), da Burri a Fontana). Il percorso dell'attuale mostra intende ricordare quell'iniziativa, rendere omaggio a Cavellini come artista e collezionista ed evocare il clima culturale "d'avanguardia" che connotava allora Brescia anche grazie all'apertura di nuove gallerie e al costituirsi di cospicue raccolte private.
Attraverso i fondamentali prestiti concessi da tali raccolte, ancora in parte esistenti e spesso accresciutesi nel tempo, è stato ora possibile delineare un percorso nell'arte italiana dal primo Novecento agli anni Settanta, con opere di rilevante interesse storico variamente riferibili all'Informale, allo Spazialismo e ad altre ricerche degli anni Cinquanta-Sessanta, con autori come Crippa, Birolli, Morlotti, Vedova, Turcato, Fontana, Manzoni, Castellani, Bonalumi, Melotti. L'esposizione si chiude con i protagonisti delle tendenze concettuali e dell'Arte Povera (Pistoletto, Paolini, Mattiacci, Anselmo, Merz, Fabro, Parmiggiani, Penone, Zorio).
I chiostri e gli ambienti museali di Santa Giulia accoglieranno inoltre sculture e installazioni in un suggestivo confronto con le architetture rinascimentali e le testimonianze archeologiche. Insieme alle opere della collezione Daimler, saranno presentati lavori più recenti di artisti italiani e stranieri, concessi in prestito da collezionisti bresciani (Kapoor, Dan Graham, Cattelan, Paladino, Mainolfi, Tavernari, Picco e Ranzanici).