Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione
Secondo capitolo della Trilogia della Materia, un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 con la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, a cura di Sara Fumagalli e Lorenzo Giusti.
Comunicato stampa
Dal 14 ottobre la GAMeC di Bergamo presenterà la mostra Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione, a cura di Anna Daneri e Lorenzo Giusti, il secondo capitolo della Trilogia della Materia, un progetto espositivo pluriennale inaugurato nell’ottobre 2018 con la mostra Black Hole. Arte e matericità tra Informe e Invisibile, a cura di Sara Fumagalli e Lorenzo Giusti.
Il progetto coinvolge storici dell’arte, curatori, filosofi e scienziati per affrontare un discorso trasversale attorno al tema della materia, attivando contestualmente un dialogo con la storia delle scoperte scientifiche e con lo sviluppo delle teorie estetiche. Il programma prevede un ciclo di tre mostre, accompagnate da altrettante pubblicazioni, contraddistinte dalla presenza di autori e opere di generazioni diverse.
Dopo il primo appuntamento del ciclo, dedicato all’essenza della materia in dialogo con le teorie della fisica moderna, la seconda mostra in programma rivolge lo sguardo al lavoro di quegli artisti che, in momenti diversi, hanno indagato le trasformazioni della materia traendo ispirazione dalla vita degli elementi per sviluppare una riflessione sulla realtà delle cose, sul mutamento e sul tempo.
“Rien ne se perd (nulla si perde)” è l’incipit della celebre massima attribuita a Lavoisier con la quale il chimico francese spiegava il senso generale della sua legge della conservazione della massa, la quale affermava che, nel corso di una reazione chimica, la somma delle masse dei reagenti è uguale alla somma delle masse dei prodotti. La materia, in altre parole, non si crea e non si distrugge.
Da questo principio fondamentale sarebbero scaturite alcune idee chiave per la modernità, che avrebbero portato poi alla definizione della teoria della relatività, all’individuazione di una sostanziale equivalenza tra massa ed energia e quindi alla convinzione, raccontata da scienziati, artisti, filosofi, di una materia sempre viva, sempre presente, e di un mondo in continua trasformazione.
Nulla è perduto. Arte e materia in trasformazione occuperà interamente gli spazi della GAMeC sviluppando un percorso di forte impatto sensoriale, data la natura materica e sinestetica delle numerose opere esposte, provenienti da importanti collezioni internazionali, sia pubbliche sia private. Le quattro sezioni della mostra – Fuoco, Terra, Acqua e Aria – riferiscono agli elementi naturali, intesi come stati di aggregazione della materia, e ne sondano le relazioni e le trasformazioni: fuoco/stato ardente; terra/stato solido; acqua/stato liquido; aria/stato gassoso.
Attraverso una ricca selezione di opere, la mostra andrà a comporre un quadro articolato capace di mettere in luce il forte legame che da sempre lega gli artisti alla chimica degli elementi e alle trasformazioni della materia. Un campo di indagine e di sperimentazione che nel nostro tempo trova anche una significativa declinazione sul piano della riflessione attorno all’impatto dell’azione dell’uomo sugli equilibri naturali (dalla reperibilità delle risorse alle trasformazioni climatiche).
L’esposizione raccoglierà opere di periodi diversi tra loro, dalle creazioni dada e surrealiste, indicative dell’interesse di alcuni autori – come Marcel Duchamp, Max Ernst, Man Ray o Leonora Carrington – per il tema dell’alchimia, alle produzioni di alcuni tra i più importanti esponenti delle neoavanguardie – da Yves Klein a Otto Piene, da Robert Smithson ad Hans Haacke – includendo le composizioni di alcuni artisti affini alle poetiche dell’Arte Povera – Pier Paolo Calzolari e Paolo Icaro –, opere scultoree e installazioni di autori emersi negli anni Ottanta – come Rebecca Horn o Liliane Lijn – fino ad arrivare alle ricerche recenti di alcuni tra i più significativi artisti internazionali delle ultime generazioni, come Olafur Eliasson, Wolfgang Tillmans, Cyprien Gaillard, Otobong Nkanga, Erika Verzutti e numerosi altri.
Sulla linea della pubblicazione che accompagnava Black Hole, il catalogo di Nulla è perduto sarà costituito dai contributi dei due curatori e da approfondimenti sulle opere in mostra affidati a storici dell’arte e curatori internazionali. Ogni sezione sarà introdotta da un testo di natura scientifica che indagherà le tematiche della mostra dalla prospettiva di esperti ricercatori.
Accompagneranno la mostra anche un ricco programma di attività per le scuole e un ciclo di incontri aperti al pubblico che vedranno la partecipazione di scienziati, ingegneri, chimici, storici dell’arte, artisti e filosofi.
Il programma, che prevede anche proiezioni di film, documentari e opere in video, si avvarrà per alcune parti della collaborazione di BergamoScienza e sarà orientato alla divulgazione scientifica e alla sensibilizzazione verso i linguaggi dell’arte, affrontando tematiche di vario genere, dalle nuove scoperte della chimica alle applicazioni del sapere nei diversi campi dell’industria, fino al rapporto tra arti visive e scienza.
La mostra si avvarrà della collaborazione della Fondazione Meru/Medolago Ruggeri per la ricerca biomedica, già promotrice, tra il 2013 e il 2017, con Associazione BergamoScienza e GAMeC, del prestigioso Meru Art*Science Award, finalizzato alla promozione di progetti artistici legati allo sviluppo delle ricerche scientifiche.
Il nuovo programma di ricerca – Meru Art*Science Research Program – finanzierà la realizzazione di un progetto site-specific per lo Spazio Zero della GAMeC.
Per Nulla è perduto l’artista svedese Nina Canell presenterà una nuova installazione ambientale volta a indagare il territorio di confine tra le dimensioni dell’organico e dell’inorganico, tra materia vivente e materia inerte.
Partner della mostra alla GAMeC sarà la Fondazione Dalmine. Nata nel 1999 per iniziativa di TenarisDalmine con l’obiettivo di promuovere la cultura industriale, la fondazione si farà promotrice, sia nella sua sede di Dalmine sia in altre sedi, di una serie di laboratori per le scuole, incontri, corsi e altre attività coordinate dai Servizi Educativi della GAMeC legate alla trasformazione della materia nell’industria, alla tecnologia, alla robotica e alla città industriale, e guidate da un approccio creativo attento ai temi dell’ecologia e della rigenerazione dei materiali.
ARTISTI IN MOSTRA: Ignasi Aballí, William Anastasi, Davide Balula, Lynda Benglis, Alessandro Biggio, Karla Black, Michel Blazy, Renata Boero, Dove Bradshaw, Victor Brauner, Dora Budor, Pier Paolo Calzolari, Nina Canell, Leonora Carrington, Giulia Cenci, Tony Conrad, Tania Pérez Córdova, Lisa Dalfino & Sacha Kanah, Giorgio de Chirico, Edith Dekyndt, Marcel Duchamp, Olafur Eliasson, Leandro Erlich, Max Ernst, Joana Escoval, Cerith Wyn Evans, Lars Fredrikson, Loïe Fuller, Cyprien Gaillard, Pinot Gallizio, Hans Haacke, Roger Hiorns, Rebecca Horn, Roni Horn, Paolo Icaro, Bruno Jakob, Yves Klein, Gary Kuehn, Liliane Lijn, Gordon Matta-Clark, David Medalla, Ana Mendieta, Otobong Nkanga, Jorge Peris, Otto Piene, Man Ray, Pamela Rosenkranz, Mika Rottenberg, Namsal Siedlecki, Roman Signer, Robert Smithson, Gerda Steiner & Jörg Lenzlinger, Yves Tanguy, Wolfgang Tillmans, Erika Verzutti, Andy Warhol.