Nunzio Emilio Scibilia – Beyond

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIOTEMPORANEO
Via Solferino 56, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato 16:00-19:30

Vernissage
24/10/2023
Artisti
Nunzio Emilio Scibilia
Curatori
Jacqueline Ceresoli
Generi
arte contemporanea, personale

Una serie di nuovi lavori realizzati su materiali trasparenti, pvc e metacrilato, con una tecnica mista che utilizza una particolare materia pittorica creata dall’artista. Le immagini indefinite sono presentate in formati di dimensioni crescenti e richiamano il vetrino da laboratorio.

Comunicato stampa

Su piccoli quadrati di medium density che tengo sul mio tavolo si accumulano agglomerati non ben definiti di materia, che sembrano provenire da luoghi normalmente nascosti alla visione a occhio nudo e desiderare di essere scrutati a fondo con ogni risorsa sensoriale. Un ancestrale istinto mi suggerisce che toccare, sfiorare, fissare lo sguardo, annusare sono le porte d’accesso di un altro sapere. Quegli enigmatici grumi si impongono come segni di ciò che sfugge alle nostre previsioni, mettono in crisi la pretesa di classificare tutto, minacciano le certezze a cui ci aggrappiamo per fragilità.

Penso a uno dei procedimenti di trasferimento degli affreschi, lo “strappo” che - a differenza dello “stacco” che tira via anche lo strato d’intonaco sottostante – riesce a prelevare la sola pellicola pittorica, quasi un gesto che estrae l’essenza della pittura. Raccolgo le aggregazioni materiche dal tavolo e le posiziono su lastre simili a vetrini da laboratorio, di dimensioni sempre più grandi, che dilatano la visione, amplificano il sentire, permettono alla percezione di sfiorare l’impalpabile.

Non cerco una forma definita e compiuta, che pretenderebbe di dare un significato; la materia resta frammento, testimone della complessità che la contiene.
Vorrei proseguire nell’esplorazione, nella scoperta, ma l’asciugatura dell’amalgama mi costringe a fermarmi. La tappa raggiunta è quindi solo uno stadio provvisorio di processi in corso che avrebbero potuto proseguire verso ulteriori cambiamenti e inattese scoperte, un fotogramma di processi di dissipazione, addensamento, migrazione che sembrano effetti di analoghi gesti di distribuzione, accumulazione, trasferimento generati dalla lavorazione del materiale. La trasformazione, insita nella vita dei corpi, delle cose, e delle idee, costringe a sperimentare nuove possibilità. Immagino allora di seguire questi processi trasformativi, alla ricerca di un oltre non solo fisico e concettuale ma anche temporale, in attesa di vedere cosa accadrà di quelle informi concrezioni apparentemente immobili su quell’immobile trasparenza. 

[…]

La scelta del metacrilato e del pvc acetato mette in gioco un conflitto tra la materia pittorica organica, grezza, contaminata e il supporto algido e asettico. Materia pittorica e supporto non nascondono la loro eterogeneità, lasciando la pellicola di colore quasi sospesa su un piano immateriale, idealmente priva di contatto con qualsiasi superficie che pretenderebbe di fissarla essendo essa invece desiderosa di muoversi, mutare, scivolare altrove.

NES

 

STRAPPO COME MATERIA MORFOGENETICA PITTORICA RINNOVABILE ALL’INFINITO

 Uno strappo, anziché lo stacco di materie indistinte applicate su lastre in plexiglass simili al vetrino da laboratorio o su grandi fogli di pvc trasparente, è già un environment artistico in sé. Non stiamo parlando di procedimenti di trasferimento di pigmenti degli affreschi, bensì di una rielaborazione tecnica e poetica di Nunzio Emilio Scibilia, musicista e pittore, sperimentata in opere incentrate sull’espressione di una soggettiva e sedativa oggettualità.

Segni, colori sfumati, accumuli  e addensamento di impasti di materia a tecnica mista, imprimono sulle  superfici  traslucide come l’acqua, diafane come l’aria una temporalità estesa, definendo una zona intermedia, il regno delle evidenze, dove si tracciano genesi formali sorprendenti. Queste stratificazioni in bilico tra complessità, impulsività, decostruzione e composizione,  erodono i fogli di acetato e assorbono luce con  lampi  cromatici trasformati in soggetti di  attrazione tattile e visiva, nonché oggetto di riflessione estetica. 

[…]

 Osserviamo prelievi di materia che suscitano il desiderio di toccarli, di seguire con un dito le misteriose proiezioni immaginative di "ciò che non sappiamo di non conoscere”, che includono processi di trasformazione insiti in tutto ciò che è naturale. Le soluzioni aformali di Scibilia spaziano dal magma biologico e geologico, dalla mineralogia alle tecniche della pittura medioevale rielaborate con nuova sensibilità e in previsione di qualcosa d’altro, senza però definirlo.

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Guardare le sue deflagrazioni materiche, lievi infezioni pulviscolari significa  attraversarle, percorrerle con tutto il proprio essere, allo stesso modo in cui  si ripercorrono le età geologiche della terra o le tappe dell’esperienza, il fruitore ha la sensazione  di  “toccare” con gli occhi la complessità  del presente da indagare  e non temere.

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 Il suo gesto, segno pittorico riceve, emette, immagina e porta in superficie informazioni di processi di cambiamento, in cui non c’è alcuna distinzione materiale tra noi e il resto del mondo.

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Pittura e natura sono circolari in queste “radiografie” della mescolanza dai colori “sporchi” e dal segno fluido e incisivo, in cui ogni minuscolo ed indistinto pigmento è materia dell’esserci qui e ora, un fenomeno che concretizza nell’immagine l’esistente, corrispondente allo stato di evoluzione di processi vitali di cui è fatta la sostanza umana, animale e vegetale nella loro multiforme apparizione.

[…]

 L’artista migrando da un’esperienza soggettiva a riflessioni collettive, dal segno alla materia, dall’intuizione al gesto, porta in superficie l’opportunità di afferrare gli elementi nascosti di un latente desiderio di fisicità, come medium di relazione con il mondo che siamo.

Jacqueline Ceresoli