Nuova pittura italiana
Si tratta di una collettiva, intitolata “Nuova pittura italiana”, di dieci giovani artisti emergenti che, pur provenendo da differenti percorsi formativi, trovano espressione comune nel mezzo pittorico.
Comunicato stampa
Lo Studio d'Arte Cannaviello è lieto di presentare la prossima mostra che si inaugurerà il 14 novembre 2013.
Si tratta di una collettiva, intitolata “Nuova pittura italiana”, di dieci giovani artisti emergenti che, pur provenendo da differenti percorsi formativi, trovano espressione comune nel mezzo pittorico. Gli artisti scelti sono: Giuseppe Abate, Elena Ascari, Irene Balia, Anna Caruso, Enej Gala, Riccardo Giacomini, Matteo Giagnacovo, Silvia Mei, Chiara Sorgato, Elena Vavaro.
Alla tappa di Milano, che segue quelle delle sedi associate che hanno presentato il progetto nei mesi scorsi, si aggiungono due artisti che si inseriscono in maniera organica nel progetto, arricchendolo e completandolo: Cosimo Casoni e Bruno Marrapodi.
Giuseppe Abate, nato a Bari nel 1987, successivamente si è trasferito a Venezia per conseguire il diploma all'Accademia di Belle Arti. Nelle sue opere analizza la società moderna e critica le sue debolezze e contraddizioni, rappresentando sulla tela un mondo in cui vi è una fusione tra oggettività e soggettività. I colori e i soggetti rappresentati sono cupi e tendono a sconvolgere e scardinare le tradizionali consuetudini del mondo borghese. I dipinti di Abate hanno le sembianze di un incubo o un'allucinazione che prendono vita in spazi apparentemente familiari. La fusione di inconscio e reale si vede nella composizione della tela: più precisamente gli interni di case hanno un chiaro riferimento con il mondo reale, mentre i personaggi sembrano essere frutto dell'immaginazione dell'artista.
Elena Ascari è nata nel 1981 a Modena, dove vive e lavora. Il mondo dei suoi dipinti è assolutamente reale, ma questo realismo si fonde con la personale percezione visiva dell’artista, che mira a costruire una coesistenza tangibile tra universo virtuale e mondo reale. Le opere di Elena Ascari sono il frutto di una fusione tra pittura, installazioni ed utilizzo di nuovi media, che alterano la realtà, proiettano l’osservatore in una terza dimensione, che è a metà tra quella reale e quella virtuale. Essa è ispirata dalle nuove tecnologie con particolare riguardo al video.
Irene Balia è un'altra artista proveniente dalla Sardegna. Nata a Iglesias nel 1985, attualmente vive e lavora a Milano. L'oggettività e l'attaccamento al mondo reale è percepibile nel suo modo di disegnare, che è così preciso e severo da lavorare in maniera quasi ossessiva sui dettagli, come se fosse una fotografia, anziché un dipinto. La soggettività è invece presente nei personaggi, che sono ritratti di familiari o di se stessa: le espressioni sono statiche, a volte quasi assenti, caratterizzate da un'unione di rigidità e delicatezza, tanto da sembrare che siano sospese in uno spazio senza tempo. Le opere della Balia mostrano come molto spesso la figura umana diventi un tutt'uno con i paesaggi. Non vi è una resa anatomica precisa del corpo umano, ma quest'ultimo diventa parte integrante delle distese piatte dei paesaggi dei suoi dipinti.
Anna Caruso è nata a Cernusco sul Naviglio nel 1980. Nel 2004 si è laureata in pittura e restauro presso l’Accademia di Belle Arti di Bergamo. Nello stesso anno ha aperto e diretto lo Studio d’Arte Picart di Treviglio, dove vive e lavora. I suoi lavori sono caratterizzati da una fusione tra mondo fenomenico e reale, con particolare enfasi data allo spazio, inteso sia come luogo fisico dell'uomo che come sede della mente. I soggetti delle sue opere appartengono al mondo reale e tangibile, ma allo stesso tempo sembrano scomparire in un mondo etereo: ciò appare dalla fitta rete di trasparenze e giustapposizione di colori.
Cosimo Casoni, nato nel 1990 a Firenze, ha studiato presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano, dove vive e lavora. La ricerca artistica di Casoni ruota attorno al recupero di oggetti derivanti dall'universo della tecnologia agricola arcaica (in primis l'aratro), o dal quotidiano (assi da stiro, tutori per alberi, parchi giochi), che egli decontestualizza, traspone e sospende all'interno di uno spazio altro, apparentemente vuoto, indecifrabile, privandoli della loro utilità originaria e ratio essendi. Così, l'opera dell'artista invita ad una riflessione sulla condizione esistenziale dell'uomo e di quanto lo riguarda, sempre in bilico tra forza e debolezza, potenza ed impotenza, equilibrio e squilibrio, concetti suggeriti anche nei suoi disegni, che si presentano come “irrisolti”, incompleti, secondo una scelta programmatica dell'artista stesso.
Enej Gala è l'artista più giovane di questa mostra collettiva, di origini slovene. Nato a Nova Gorica nel 1990, successivamente si è trasferito in Italia, a Venezia, dove studia tutt'ora all'Accademia di Belle Arti. I suoi dipinti esplorano il tema del grottesco e a tratti anche quello del mostruoso, così da creare un immaginario quasi surrealista, nel quale vi sono elementi appartenenti al mondo reale, ma al contempo ricchi di una forte carica fantastica.
Riccardo Giacomini è nato nel 1988 a Motta di Livenza. Anch'egli ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Attualmente vive e lavora a Treviso. I lavori dell'artista , prevalentemente di piccolo formato, sono caratterizzati da un forte senso naturalistico, un mondo vegetale molto delicato e quasi malinconico. Il disegno di Giacomini è molto preciso e raffinato, i colori si collocano nella sfera del reale e del romantico.
Matteo Giagnacovo, nato a Milano nel 1986, dove vive e lavora. La creatività dell'artista si esprime nei soggetti del mondo animale e nell'interpretazione sua personale della natura. I lavori di Giagnacovo mostrano un certo primitivismo nell'uso del colore, che richiama alla mente dello spettatore i graffiti che gli uomini incidevano sulle pareti delle caverne. Il colore con cui Giagnacovo ritrae gli animali fa si che l'osservatore possa facilmente collocare i soggetti nel mondo reale, mentre invece l'aura celestina che avvolge i soggetti tende ad isolarli e così crea un mondo mistico, separato dalla realtà. Questa ambivalenza crea un perfetto equilibrio tra materia (corpo) e spirito (aura trasparente).
Bruno Marrapodi è nato nel 1982 a Milano, dove vive e opera. Alla base del suo lavoro vi è un forte intento narrativo e dietro ai suoi paesaggi, urbani e non, esiste sempre un racconto, derivante da situazioni reali o fittizie, da sogni o fatti di cronaca (prevalentemente nera), di cui l'artista presenta solo un dettaglio, la parte per il tutto. Si tratta di una pittura forte, aggressiva, che colpisce sia a livello tematico, che a livello stilistico e formale, per via della violenza cromatica e della potenza del segno, mai posto in secondo piano rispetto alla narrazione stessa. Difatti, l'artista tende sempre a mantenere un buon equilibrio tra forma e contenuto in modo che l'una non prevalga sull'altro e viceversa. Nella sua fase più matura, Marrapodi amplia il territorio di ricerca, esplorando anche il mondo animale, da cui trae svariati soggetti.
Silvia Mei, nata a Cagliari nel 1985, vive e lavora a Milano. L'artista, nelle sue opere, prevalentemente su carta, usa colori vivaci collocati su sfondi bianchi che mettono in risalto ancor più i soggetti primitivi e spesso deformi, che lei dipinge lontano dalla tradizionale figura umana. Un'attenta analisi dei suoi lavori dimostra una profonda sensibilità artistica che va oltre i limiti del bello e del brutto, ci proietta in una dimensione onirica e primordiale, che non tende a compiacere i tipici canoni della bellezza umana, ma al contrario li supera e atterra in una dimensione più intima e personale, che scaturisce dalla sua creatività.
Chiara Sorgato, nata a Padova nel 1985, ha studiato all'Accademia di Belle Arti di Venezia e attualmente vive e lavora a Milano. Nei suoi dipinti vi è una chiara rappresentazione di un mondo onirico, in cui il vero protagonista è il colore, che l'artista stende su tutta la tela in modo deciso e potente. L'artista fa uso di una vasta gamma cromatica, che spazia dal verde scuro al rosso acceso. Osservando le tele della Sorgato, si ha come l'impressione che i paesaggi siano pronti ad inglobare la figura umana, successivamente restituendola al mondo in modo del tutto smaterializzato. Nonostante la figura umana sia scomposta, è possibile notare un'integrazione con lo spazio circostante, così da creare un'unica narrazione visiva.
Elena Vavaro è nata a Castelvetrano nel 1988, dove vive e lavora. Le sue opere sono principalmente ritratti, caratterizzati da un forte realismo, dato dall'uso dell'acquarello sulla carta, disteso in modo molto delicato e leggero. L'oggettività dei suoi dipinti risiede nella resa dei tratti anatomici e dei volti, l'artista tende ad evidenziare finanche nei o lentiggini. Se si osservano, invece, le espressioni dei soggetti della Vavaro, è possibile penetrare nei loro animi e carpire i sentimenti: vi sono sguardi spenti, curiosi, pensanti, che alle volte sembrano interrogare l'osservatore.
Gli artisti esporranno due opere a testa di vari formati.