Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini
La mostra, promossa nell’ambito degli appuntamenti d’arte del palinsesto Expo in Città in programma durante il semestre dell’Esposizione Universale a Milano, rende omaggio a una delle più significative donazioni alle Raccolte Civiche cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati.
Comunicato stampa
Il Museo del Novecento presenta la mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” dal 15 maggio al 1 novembre. La mostra, promossa nell’ambito degli appuntamenti d’arte del palinsesto Expo in Città in programma durante il semestre dell’Esposizione Universale a Milano, rende omaggio a una delle più significative donazioni alle Raccolte Civiche cresciute negli anni proprio grazie a importanti lasciti privati.
I capolavori donati da Mario Bertolini arricchiscono il patrimonio del Museo del Novecento di oltre 600 opere realizzate dai protagonisti dell’arte italiana e internazionale del secolo scorso.
Mario Bertolini inizia a interessarsi all’arte contemporanea negli anni sessanta a Milano, nelle più importanti gallerie della città. È proprio allora che nasce quella passione che per circa quattro decenni lo porterà a frequentare il mondo dell’arte internazionale e ad accrescere la sua collezione.
La mostra “Nuovi Arrivi” ricostruisce, in una selezione di 120 opere, i capitoli fondamentali della raccolta. La Sala Archivi è dedicata alla Pop Art, primo nucleo acquistato dal collezionista, e si apre con uno dei suoi protagonisti, Andy Warhol. Il soggetto più celebre dell’artista americano, la Marilyn, è qui presentato in una insolita versione su carta dai toni grigio-neri. Segue la serigrafia La Scala Milano di Richard Hamilton del 1968, un omaggio alla città. A Mario Schifano e al suo disegno Uomini che camminano (1964) è affidato il dialogo con le collezioni del Museo e in particolare con l’opera futurista di Giacomo Balla Bambina che corre sul balcone (1912).
Il percorso espositivo continua con le esperienze americane ed europee dell’Arte Concettuale degli anni sessanta e settanta, dunque con opere della Narrative Art di Mac Adams, Bill Beckley, Jochen Gerz, Jean Le Gac, Roger Welch; della Land Art di Christo e Jeanne-Claude, Hamish Fulton, Dennis Oppenheim; delle esperienze performative e comportamentali di Vito Acconci, Giuseppe Chiari, Urs Lüthi, Joan Jonas, Katharina Sieverding.
Una selezione di disegni e opere fotografiche di Agnes Denes, John Baldessari, Marcel Broodthaers, Mel Bochner, Hanne Darboven, Jan Dibbets, William Wegman, anticipano lavori di dimensioni più ampie della Minimal Art, tra cui un esemplare delle Structures scultoree di Sol LeWitt e due grandi carte di Robert Morris (Labyrinth, 1973) e Richard Serra (Untitled – Triangle/s, 1972-74).
Concludono la sezione due opere su carta di Ed Ruscha (Sheet Stained with Motoroil e Suspended Sheet Stained with Rainwater, entrambi del 1973); due lavori di Vincenzo Agnetti (Elisabetta d’Inghilterra, 1976 e Lavagna, 1972); due Investigations di Joseph Kosuth (Titled – Art as Idea as Idea – The Word "Qualitative", 1968 e Clock – One and Five, 1965); due serie fotografiche di Giulio Paolini (La ronde, 1977) e Claudio Parmiggiani (Interno con pittore, 1972).
La seconda parte del percorso si sviluppa nello Spazio Mostre con un cospicuo nucleo di dipinti neoespressionisti. Bertolini dimostra anche in questo caso di anticipare le tendenze dell’epoca. Il ritorno alla pittura, alla gestualità e alle cromie forti segnano, negli anni ottanta, le ricerche artistiche dei “Nuovi selvaggi” (Neue Wilde) tedeschi. Entrano a far parte della sua collezione nomi di spicco come Georg Baselitz, con le sue caratteristiche immagini capovolte (due Ohne Titel del 1982); Anselm Kiefer, con un paesaggio altamente drammatico (Gebrochene Blumen und Gras, 1980 circa); Rainer Fetting, Helmut Middendorf, Jörg Immendorf, A.R. Penck, Bernd Zimmer (e altri), artisti interpreti dell’inquietudine del vivere e della condizione umana, tra amara ironia e beffardo sarcasmo. Completa la sezione un corpus di opere su carta di Mimmo Paladino e un dipinto dell’artista austriaca Maria Lassnig (Tote Fliegen, 1981), Leone d’oro alla Carriera alla 55° Biennale di Venezia (2013).
Il percorso si chiude con una grande Rosa bianca (1967) di Jannis Kounellis, che, prima di diventare uno dei protagonisti dell’Arte Povera, ha anticipato alcuni dei codici neoespressionisti, eredità dell’Espressionismo Astratto e dell’Informale. Quest’opera fa da importante contraltare alla Rosa nera (1964) presente nella collezione permanente del museo.
La mostra “Nuovi Arrivi. Opere della donazione Bianca e Mario Bertolini” si inserisce nel programma espositivo che il Museo del Novecento ha ideato in occasione di Expo 2015 insieme al percorso dedicato all’arte italiana del XX e XXI secolo “Un Museo Ideale. Ospiti d’eccezione nella Collezioni del Novecento dal Futurismo al Contemporaneo”.