Obbligo di Transito

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA D'ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA RAFFAELE DE GRADA
Via Folgore Da San Gimignano 11, San Gimignano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

ore 11.00/17.30.
Apertura straordinaria per il 30 giugno fino alle ore 0.00

Vernissage
30/06/2012

ore 17

Generi
arte contemporanea, collettiva

Obbligo di Transito presenta opere che parlano di animali migratori, uomini che costruiscono barriere per non far viaggiare uomini e animali, persone tenaci che si muovono comunque, persone che fanno viaggiare altre persone.. memorie di viaggi.

Comunicato stampa

OBBLIGO DI TRANSITO

mostra a cura di
Associazione Culture Attive

con

Alessandra Andrini, Michele Bazzana, Elzbieta Bialkowska, Nikhil Chopra, Giorgio Cipriani, Michelangelo Consani, Francesco Falciani, Paola Gaggiotti, Carlos Garaicoa, Liquid Cat, Alessandro Mencarelli, Sabrina Mezzaqui, Margherita Morgantin, Elisabetta Mori (postcards from beirut), Adrian Paci, Massimo Ricciardo, Enzo Umbaca

Presso la Galleria d'arte moderna e contermporanea R. De Grada di San Gimignano, sabato 30 giugno, nell'ambito della manifestazione Nottilucente, inaugura Obbligo di Transito, una mostra che parla dell'urgenza della partenza, l'urgenza del confronto, del mettersi in discussione, dell'aprire porte nuove vedere facce nuove, scoprire nuove rotte.
Le opere presenti in mostra trasmettono soprattutto questo: il viaggio presentato come un'esperienza necessaria per l'uomo e per la natura per rinnovarsi e per restare viva.

Nella nostra società viaggiare sta diventando talmente semplice e quotidiano da aver spesso perso l'importanza che avrebbe. Molte persone si spostano senza mai lasciare la propria casa, le proprie abitudini, le proprie visioni. Il viaggio è vissuto come un modo per raccogliere immagini, per archiviare qualcosa non per partire realmente. Ma questo per fortuna non è sempre vero. C'è ancora tanta parte della natura: uomini, piante, animali che migrano si spostano si trasformano, qualcuno facendo chilometri, affrontando pericoli, qualcuno stando nella propria città, ma percorrendo ogni metro di strada con occhi aperti in trasformazione.

Obbligo di Transito presenta opere che parlano di animali migratori, uomini che costruiscono barriere per non far viaggiare uomini e animali, persone tenaci che si muovono comunque, persone che fanno viaggiare altre persone.. memorie di viaggi.

All’ingresso del museo ci accoglie il video di Alessandra Andrini, Biglietto a destinazione casuale, memoria di un intervento realizzato dall’artista presso la Stazione Centrale di Bologna per otto giorni, dal 5 al 12 luglio del 1997: ogni giorno, in un orario e su una rotta imprevedibile partiva un treno che poteva essere preso con biglietto a destinazione casuale. Il treno veniva regolarmente annunciato, messo in cartellone e gli utenti potevano comprare il biglietto in biglietteria per mettersi in viaggio e seguire una rotta ignota e imprevedibile pensata per loro dall’artista.

La mostra poi si apre con l’opera The walk di Adrian Paci dove si vedono uomini che si mettono in cammino nonostante il contesto non faccia presagire il raggiungimento di una facile meta, così come nella serie fotografica Colloqui di Alessandro Mencarelli, avvocato d’ufficio, che fotografa di nascosto gambe e piedi dei propri assistiti che hanno molto camminato. Insieme a queste opere anche Suitecase di Enzo Umbaca dove un uomo, una donna e un bambino sono valigie che possono essere spostate e fatte transitare con facilità e senza conseguenze.
Margherita Morgantin presenta un lavoro legato alle petizioni contro la costruzione del ponte sullo stretto di Messina e alla decisione del Consiglio della Commissione delle Comunità Europee con la quale si sancisce che il ponte non possa essere contruito in quanto interromperebbe le rotte degli uccelli migratori, mentre nel video Yo no quiero ver màs a mis vecinos di Carlos Garaicoa si vedono tanti muri che gli uomini hanno costruito nella storia per interrompere le rotte e la libertà di tanti altri uomini. Massimo Ricciardo nella stessa sala ha raccolto alcune mappe geografiche sulle quali ha tracciato le rotte che hanno portato turisti e migranti a San Gimignano.

Si prosegue con E70 252EXP 100ASA di Liquid cat opera presentata alla biennale di Skopje dei giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo che attraverso 252 scatti documenta proprio il viaggio fatto dagli artisti da Firenze fino in Macedonia per raggiungere la sede della mostra e ancora Tequila Girls di Paola Gaggiotti che partendo da un album di fotografie di viaggio realizza disegni su carta lucida proprio dalle immagini scartate, dalle immagini non ufficiali del viaggio. Giorgio Cipriani (1921-1994), pittore, fotografo, disegnatore, amico di grandi artisti quali Henry Moore, Carmelo Bene, Eugenio Montale, Emilio Vedova e soprattutto grande viaggiatore presente con rullini di fotografie e diapositive, immagini raccolte nei suoi viaggi svolti dagli anni cinquanta fino a metà anni settanta e mai sviluppati. Sabrina Mezzaqui con L'ombra delle cose - lettere da Pantelleria ottobre 1998-gennaio 1999 quando il viaggio è cambiare la propria prospettiva, è memoria di un percorso interiore. Nella sala si trova anche l'opera di Michele Bazzana Motohome, dove la moto, simbolo per eccellenza del viaggio on the road, diventa un elettrodomestico con il quale girare in casa con la corrente a 220.
Insieme a Francesco Falciani, le cui opere nascono da viaggi fatti seguendo la lettura di testi letterari di alcuni pensieri forti europei, quali Marx e Darwin, il video di Nikhil Chopra, attraverso cui si documenta la sua performance svolta presso la “Serpentine Gallery” di Londra dove l’artista ha interpretato un personaggio, Yog Rai Chopra, vissuto in Inghilterra negli anni ‘20. E infine Michelangelo Consani che, con una doppia proiezione video, apre una porta di luce pronta per essere attraversata dallo spettatore per un viaggio verso un mondo post globale.

Nel percorso sono esposte anche incisioni d’epoca con vedute di città, di architetture importanti, luoghi della storia e del nostro patrimonio da ricordare e conservare, la memoria di luoghi visti, la visione di luoghi sconosciuti. Queste per molto tempo sono state la memoria dei viaggi degli uomini e anche il modo per far conoscere il mondo a chi non poteva lasciare la propria città.

La mostra ospita anche una sezione aperta alla collaborazione delle persone con il progetto Stradario di Elisabetta Mori (Postcards from Beirut), un archivio sul viaggio aperto a tutti coloro che vorranno farne parte: una raccolta di mappe, guide, souvenir e racconti di viaggio, costruito in modalità collaborativa. Tutti potranno portare qualcosa che sarà esposta nella Galleria e tutti potranno consultare l'archivio. Stradario è un'opera che si creerà con il contributo di tutti. (Per partecipare: [email protected] - Tel. 3334589278)
Questo per ricordarci che il museo è un luogo aperto alla comunità, un luogo nel quale è piacevole confrontarsi, dove si trovano la nostra memoria, le nostre visioni le nostre possibili aperture e partenze.

Così forse, giocando una partita al Calcetto Lovedifference, opera di Lovedifference, Michelangelo Pistoletto e Davide Paccagnella, potremo percepire una nuova occasione d’incontro e riflessione sulla ricchezza e sull'affascinante complessità delle diverse culture dell'area mediterranea e di tutto il mondo.

Obbligo di Transito presenta infine una mostra della fotografa Elzbieta Bialkowska We are all poor here, Sir una storia breve sull’Etiopia del Nord in 26 scatti che compongono 13 scatole, come i 13 mesi dell’anno che sono in Etiopia invece di 12 nostri. Con le bellissime parole di Ebano, libro del grande reporter polacco Kapuscinski la fotografa presenta un’Africa dove “non esistono frontiere, né stati, ma solo una terra bruciata sulla quale un fratello cerca il fratello”, una terra ricca di vita anche se appesa ad un filo, ricchissima di colori e tanta polvere che trovi sulle strade. Le immagini sono la memoria di un viaggio realmente vissuto con l’apertura verso una trasformazione completa, proprio come ci racconta la fotografa stessa: “Quando ero in Etiopia mi sentivo con i fratelli che avevo dimenticato di avere, ho riscoperto come sono le persone, cosa pensano e qual è la loro estetica. Riappropriandomi dei miei stessi ricordi, non mi sentivo affatto estranea a ciò che vedevo, ma al contrario molto vicina. Forse avevo soltanto dimenticato come “ero”. In queste poche fotografie racconto brevemente ciò che ho visto, ciò che è e ciò che sono io.”