Occhi di Testori. Giancarlo Vitali e la poesia
La mostra esporrà uno dei Tori Squartati, dipinti da Vitali nel 1984, origine e ispirazione del Trittico del Toro, tre straziate e bellissime poesie dello stesso Testori che costituiscono un raro quanto prezioso documento artistico di riflessione sulla umana ferocia, accompagnate da un’incisione di Vitali che, anni dopo, ritornerà sul tema con la cartella Suovetaurilia, anch’essa in mostra (con prefazione di Carlo Bertelli).
Comunicato stampa
Giancarlo Vitali, 1929, pittore, nato a Bellano, sulla sponda lecchese del Lago di Como, era chiamato da Giovanni Testori - suo scopritore e mentore - «il bellanasco». Proprio dal rapporto di reciproca ammirazione e di profonda amicizia tra questi due protagonisti del ‘900, prende spunto la mostra, curata da Luca Cesari, voluta da Vittorio Sgarbi, assessore alla Rivoluzione a Urbino, che ripercorre alcuni momenti paradigmatici del loro rapporto umano e professionale.
La critica è unanimemente concorde nel riconoscere ai ritratti che Vitali fece all’amico critico il massimo raggiungimento di realismo introspettivo. E così, proprio nella prima sala la mostra si aprirà con l’esposizione di 5 opere, fra tavole e tele, che restituiranno ai visitatori il volto intenso, sofferto e pensoso del grande intellettuale lombardo.
Si proseguirà poi con uno fra i paradigmi dell’arte di Vitali, con uno dei suoi temi più identificanti: la carne scuoiata, sacrificata sull’altare della nostra atavica fame. Tema sentito fin dai tempi di Rembrandt e, negli ultimi decenni, ripreso con risultati arditi e sorprendenti da Bacon e da alcuni protagonisti della pittura europea e americana contemporanea.
La mostra esporrà uno dei Tori Squartati, dipinti da Vitali nel 1984, origine e ispirazione del Trittico del Toro, tre straziate e bellissime poesie dello stesso Testori che costituiscono un raro quanto prezioso documento artistico di riflessione sulla umana ferocia, accompagnate da un’incisione di Vitali che, anni dopo, ritornerà sul tema con la cartella Suovetaurilia, anch’essa in mostra (con prefazione di Carlo Bertelli).
Nella terza e ultima stanza l’arte incisoria di Vitali entrerà in relazione con la poesia di Franco Loi e Giancarlo Consonni, con cui negli anni ha realizzato importanti libri d’artista e cartelle d’incisioni a tema, commentati, o meglio dire disvelati, dai modi poetici di questi due protagonisti della poesia italiana contemporanea.
«La parola - dice Vittorio Sgarbi - è l’origine di tutto. E la poesia non può non essere in un luogo concepito per i poeti e per la bellezza. Se c’è, insomma, un luogo in cui è giusto che vi sia una Casa della Poesia, è proprio Urbino, che è la "città ideale", ed è anche la città di Paolo Volponi»