Officina Malanotte
La tenuta Bonotto delle Tezze presenta la terza edizione di Officina Malanotte, l’iniziativa che coniuga arte contemporanea, ricerca enologica e riattivazione culturale del territorio nel cuore della campagna trevigiana, a Tezze di Piave, attraverso una residenza d’artista, una mostra e incontri aperti alla cittadinanza.
Comunicato stampa
La tenuta Bonotto delle Tezze presenta la terza edizione di Officina Malanotte, l’iniziativa che coniuga arte contemporanea, ricerca enologica e riattivazione culturale del territorio nel cuore della campagna trevigiana, a Tezze di Piave, attraverso una residenza d’artista, una mostra e incontri aperti alla cittadinanza.
Con la curatela di Daniele Capra, la prima parte del programma prende il via lunedì 20 maggio 2024 sotto forma di una residenza artistica - open studio della durata di tre settimane. Come ormai da tradizione, anche quest’anno il progetto si svolgerà all’interno della tenuta Bonotto delle Tezze, la cui cantina porta avanti con passione e costante attitudine alla ricerca, ormai da diverse generazioni, l’attività vitivinicola dell’omonima famiglia. Fino al 7 giugno 2024 quattro artisti – Paolo Pretolani, Fabrizio Prevedello, Eleonora Rinaldi e Giorgia Severi – troveranno negli spazi della tenuta un luogo di produzione creativa e un punto di partenza da cui stabilire connessioni artistiche e umane con le attività locali e con la comunità della Marca trevigiana, in armonia con il territorio. Per rendere ancora più intenso il contatto con i ritmi della vita del luogo, gli artisti soggiorneranno in paese nell’edificio storicamente utilizzato dal 1914 al 2020 dalle suore della Divina Volontà, che per ben 106 anni hanno gestito la Scuola dell’Infanzia “Divina Provvidenza”. Il risultato della residenza sarà presentato al pubblico in una mostra dall’8 giugno al 7 luglio (vernissage venerdì 7 giugno alle ore 18.30).
Nato per coniugare le logiche e la storia del territorio, le culture del vino e d’azienda con le capacità di sperimentazione proprie dei linguaggi artistici contemporanei, il laboratorio di Officina Malanotte prende il nome dal Borgo Malanotte, antico nucleo cittadino di Tezze di Piave, da cui proviene anche il Malanotte del Piave Docg, tra i vini rossi più iconici del Veneto e fiore all’occhiello della produzione della cantina Bonotto delle Tezze.
Dopo la prima edizione del 2022, ospitata in un grande capannone industriale ai margini della tenuta – un’officina meccanica costruita negli anni del boom economico, da cui il progetto ha preso il nome – e quella del 2023, che si è ampliata negli spazi affacciati sul cortivo cinquecentesco della cantina, cuore pulsante della vita lavorativa dell’azienda, quest'anno la manifestazione conferma la propria centralità nella tenuta e occuperà nuovi spazi di lavoro, dettati anche dalle esigenze specifiche delle diverse pratiche artistiche coinvolte.
Immancabilmente, la degustazione del vino sarà parte integrante della residenza: anche quest’anno, infatti, creerà opportunità per brindare con una selezione speciale di 200 bottiglie “da officina”, realizzate per l’occasione e caratterizzate da un’etichetta disegnata appositamente per l’edizione 2024 di Officina Malanotte.
“Officina Malanotte - spiega Antonio Bonotto delle Tezze, titolare della tenuta insieme alla moglie Vittoria - è già diventato parte integrante della nostra attività. L’anno scorso è entrato ancora più a contatto con la tenuta, determinando un’interazione quotidiana con le attività dell’azienda e ci ha stimolati a continuare a proporre durante tutto l’anno svariate attività culturali come spettacoli teatrali, concerti, incontri, presentazioni di libri, mercatini. Facciamo tutto questo perché siamo mossi dal desiderio autentico, dalla passione e dalla volontà di dedicarci e restituire qualcosa alla nostra comunità locale. L'obiettivo di questo progetto è infatti che gli artisti invitati vivano il paese: che frequentino il bar, che vadano in panetteria, che si facciano parte della vita cittadina.”
Gli artisti
La pittura di Paolo Pretolani (Assisi, 1991) è caratterizzata da una fascinazione per il mondo animale e vegetale, di cui l’artista evidenzia la varietà, l’irrefrenabile vitalità e la forte tensione erotica. I suoi dipinti sono contraddistinti dalla presenza di un disegno innervato e da un colore frequentemente sulla soglia del visibile, aspetto che spinge lo spettatore a rallentare lo sguardo alla ricerca dei dettagli sulla superficie. Ha esposto alla Galleria di Arte Moderna di Torino, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia, Fabrica de San Pedro Uruapan a Città del Messico, Museo Carà, Muggia, Museo Santa Maria della Scala, Siena, Trieste Contemporanea, Trieste, Marsèlleria, Milano, Monitor Gallery, Roma, Marina Bastianello Gallery, Mestre Venezia. Vive e lavora a Venezia e a Perugia.
Nelle opere di Fabrizio Prevedello (Padova, 1972) si alternano liberamente marmo di risulta, metallo, pietra e cemento. La sua pratica, essenzialmente di natura scultorea, nasce da un interesse per gli elementi del paesaggio montano sia naturale che antropizzato. In particolare l’orografia delle catene montuose, il bosco, ma anche le cave e le diverse strutture con cui gli uomini si relazionano con la montagna, sono i punti di partenza per opere in cui natura e manufatto umano sono fianco a fianco. Ha esposto a Palazzo Fortuny, Venezia, Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, Museo Nazionale della Montagna, Torino, Ferdinandeum, Innsbruck, Camec, La Spezia, Barriera, Torino, Roma, Cardelli & Fontana, Sarzana, z20 Sara Zanin Gallery. Vive e lavora in Versilia.
La ricerca di Eleonora Rinaldi (Udine, 1994) è caratterizzata dall’impiego del disegno e della pittura su tela. I suoi lavori sono dotati di un’atmosfera metafisica sospesa e di una forte carica magica, che si manifestano in una figurazione lineare e vellutata, e nell’impiego di colori dalle tonalità antinaturali. Animali e uomini nel paesaggio sono i soggetti ricorrenti dei suoi dipinti, immersi frequentemente in un senso di mistero intrigante e vaporoso. Ha esposto ai Musei Civici di Gorizia, Centro San Vidal, Venezia, Fabbrica del vapore, Milano, Crea, Venezia, RAVE, Trivignano Udinese, Edge Art Space, Torino.
La pratica artistica di Giorgia Severi (Ravenna, 1984) nasce da un interesse verso l’ambiente, il paesaggio e le relazioni tra natura e presenza umana, che esplora in maniera interdisciplinare attraverso la scultura, l’installazione, il frottage, la pittura e il video. I mutamenti climatici ed ecologici dovuti all’antropizzazione, l’estinzione delle specie e la perdita della diversità sono i temi della sua ricerca, in cui spesso agisce mettendosi in relazione con i contesti ambientali e socioculturali direttamente in prima persona. Ha esposto a MUSE, Trento, 56. Biennale d’Arte, Venezia, Museo Nazionale della Montagna, Torino, Istituto Italiano di Cultura, Sidney, Museo di Arte Sacra, Milano, Casa Testori, Novate Milanese, Galleria Studio La Città, Verona.
La cantina
La storia della famiglia Bonotto delle Tezze e quella delle comunità che sorgono ai piedi delle colline del trevigiano sono saldamente unite da un legame plurisecolare. Presente a Tezze di Piave dal 1420, la famiglia porta avanti un’antica tradizione vitivinicola a conduzione familiare. Nella cantina della tenuta Bonotto delle Tezze – cui fa da sfondo un paesaggio segnato dalle colline del Prosecco, incorniciato dalle Dolomiti e che affaccia, a sud, sul mare Adriatico e su Venezia – nascono prestigiose etichette, come il Col Real, Rive di Collalbrigo Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg, e il Malanotte del Piave Docg, da vitigno Raboso del Piave.
Officina Malanotte
Paolo Pretolani
Fabrizio Prevedello
Eleonora Rinaldi
Giorgia Severi
a cura di Daniele Capra