Olivo Barbieri – Aviopancro Restricted

La mostra restituisce il lavoro realizzato nell’ambito del programma “ICCD/artisti in residenza” che con Olivo Barbieri giunge alla sua quinta edizione.
Comunicato stampa
L’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD) presenta la mostra fotografica Olivo Barbieri, Aviopancro Restricted a cura di Francesca Fabiani che si terrà dal 26 marzo al 20 giugno 2025, al civico 18 del Complesso del San Michele a Ripa, nel quartiere Trastevere di Roma.
La mostra restituisce il lavoro realizzato nell’ambito del programma “ICCD/artisti in residenza” che con Olivo Barbieri giunge alla sua quinta edizione. Come spiega il direttore Carlo Birrozzi: «Con il programma di residenze d’artista l’Istituto intende mettersi in gioco e contribuire al dibattito, quanto mai attuale, su significato, usi e lettura degli archivi fotografici nella contemporaneità. In questi anni, il dialogo tra i fotografi e l’immenso patrimonio fotografico conservato in ICCD ha saputo innescare nuove letture, in molti casi sorprendenti anche per chi quotidianamente ci lavora».
Olivo Barbieri ha scelto di lavorare sui materiali dell’Aerofototeca Nazionale (AFN), oggi il maggior archivio aerofotografico civile italiano con oltre sei milioni di immagini. In effetti guardare dall’alto non è per lui inconsueto. Nel corso del suo noto e articolato progetto, site specific_2003 2023, Barbieri ha fotografato a bordo di un elicottero oltre sessanta metropoli del pianeta inaugurando un modo nuovo di rappresentare la città che, grazie all’uso consapevole dell’errore fotografico, ci appare più simile a un modellino in scala che a un contesto reale.
«Accedere a questo archivio è stato come entrare nel paese dei balocchi!» - racconta Barbieri - «concettualmente la fotografia qui conservata dialoga con mie ricerche passate, ne rappresenta il “prima”, quando la fotografia aerea costituiva l’unico modo per conoscere la superficie terrestre».
La sua attenzione, inizialmente volta alla ricerca di immagini in negativo nel fondo dell’Aeronautica Militare, è stata catturata dall’impatto non solo visivo, ma anche fisico con l’ambiente. Un archivio straordinario per la quantità del materiale e la dimensione dei formati: rulli di negativi di 42 metri arrotolati in migliaia di barattoli di latta.
«L’esperienza nell’Aerofototeca dell’ICCD, densa di materialità fotografica analogica, ha determinato la virata del lavoro di Barbieri dal fotografico al plastico con la messa in scena degli elementi principali dell’archivio - contenitori e contenuto, oggetti e soggetti, positivi e negativi - come pattern di installazioni temporanee», spiega la curatrice Francesca Fabiani.
Il lavoro si divide in tre serie. La serie dei barattoli presenta i contenitori cilindrici, fascinosamente vintage, che custodiscono le iscrizioni fondamentali per ricostruire la storia del volo e della porzione di territorio ripreso. Nella seconda serie di sculture effimere i giganteschi rulli di negativi – inusuali anche per un fotografo abituato al grande formato – sono parzialmente aperti e, illuminati dal basso, forniscono una prova dell’imperscrutabile fotografico contenuto, non più “restricted”, cioè vincolato dal segreto militare. L’ultima serie rivela finalmente alcuni dei soggetti fotografici tra i tanti conservati nell’incredibile patrimonio dell’Aerofototeca. Tra questi la pattuglia acrobatica dei Diavoli Rossi (antesignana delle Frecce Tricolori) ripresa evidentemente da un altro operatore in volo, in una sequenza di immagini che per Barbieri rimanda ancora una volta all’oggettualità del fotografare: «aerei che fotografavano altri aerei, in fondo erano macchine fotografiche!».
Il rapporto con il materiale tecnico originale è infine ribadito da altri elementi del progetto. Il titolo e il verde dell’allestimento ripropongono il nome, i caratteri tipografici e il colore delle confezioni delle pellicole Ferrania Aviopancro usate per le riprese aeree, in mostra associato al tipico giallo Kodak. “Restricted” è l’indicazione che si ritrova spesso scritta a mano sulle pellicole sviluppate.
Tutti elementi con cui Barbieri ha interagito e che hanno suggerito la sua ricerca sull’archivio. Una ricerca che nasce, sempre, dal suo posizionarsi nell’ambiente visivo del mondo per sperimentare nuove possibilità di percezione e di rappresentazione dei luoghi. «Viaggio non per gusto di esotismo ma per misurare lo sguardo con sfide visive sempre nuove e con concetti spaziali diversi. Prima di tutto mi interrogo su cosa potrei traghettare, di un luogo, nelle mie fotografie».
Che sia città, paesaggio o, come in questo caso, un archivio.
L’esposizione è accompagnata da un libro d’artista, edito da Quodlibet, con testi di Francesca Fabiani e Marco Scotini.
L’ARTISTA | OLIVO BARBIERI
Olivo Barbieri inizia a esporre nel 1978 con il progetto Flippers 1977-78 dedicato al ritrovamento di un deposito di flipper abbandonato. Nei primi anni ‘80 la sua ricerca si concentra inizialmente sull’illuminazione artificiale nella città europea e orientale. Nel 1984 partecipa a Viaggio in Italia.
A partire dal 1989, viaggia abitualmente in Oriente, soprattutto in Cina. Ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1993, 1995, 1997, 2011 e 2013. Il Museum Folkwang di Essen rende omaggio al suo lavoro con la prima retrospettiva nel 1996.
Nel 2003 inizia il progetto site specific_, fotografie e film realizzati in 60 città nel mondo. Le serie site specific_ (2003–2023), Parks (2003–2015), Real Words (2008–2013), Images (1978–2007), Virtual Truths (1996–2002) e Artificial Illuminations (1980–2014) hanno in comune la riflessione sulla quantità di realtà presente nel nostro sistema di vita, e su quanto la nostra percezione sia in grado di comprenderla. Nel 2013 Aperture, New York pubblicai site specific_03 13. Nel 2015 Hatje Cantz pubblica ERSATZ LIGHTS, e il Museo MAXXI di Roma presenta la sua prima retrospettiva in Italia, Immagini 1978-2014 e il film La Città Perfetta. Nel 2018 ha pubblicato American Monument and Monument con Mazzoli Edizioni, seguito nel 2019 da MOUNTAINS AND PARKS con Magonza Editore che pubblica anche Pensieri Diversi nel 2023. Nel 2024 pubblica TIMED SPACES con Quodlibet. Nel 2025 Gallerie d’Italia, Torino, dedica una mostra e un libro al progetto di ricerca trentennale sulla Cina, SPAZI ALTRI.
Con le sue immagini, l’artista mette in crisi le consuete modalità di rappresentazione. L’alterazione cromatica dell’illuminazione artificiale, il fuoco selettivo, le sovraesposizioni o l’utilizzo dei render, sono solo alcuni degli strumenti di un’indagine attiva sulla forma che l’umano ha dato al mondo e sulle relazioni anche paradossali tra luoghi apparentemente distanti.
Due film della serie site specific_ fanno parte della collezione del MoMA New York.
Sull’opera dell’artista sono state pubblicate più di 50 monografie e cataloghi. Opere di Barbieri sono presenti in musei e collezioni d’arte pubbliche e private in Europa, Asia e Stati Uniti.
LA CURATRICE | FRANCESCA FABIANI
Storica dell’arte contemporanea è responsabile delle collezioni e curatore dei progetti di Fotografia Contemporanea dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la documentazione a Roma. Per 15 anni è stata responsabile per la fotografia al MAXXI, avviando la costituzione delle collezioni e curando la programmazione del museo sulla fotografia. Dal 1989 ha organizzato mostre presso istituzioni come il MAXXI, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, la Biennale di Venezia, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro a Venezia, il Festival di Spoleto, il CIVA di Bruxelles, l’Istituto italiano di Cultura di Parigi, l’Accademia di Francia a Roma-Villa Medici, l’Istituto Moreira Salles di Sao Paulo e Rio de Janeiro, il Centro Culturale Recoleta di Buenos Aires, il Centro RossPhoto a San Pietroburgo, la Galleria Nazionale della Bosnia ed Erzegovina di Sarajevo, l’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles. Ha curato numerose pubblicazioni e ha fatto parte di giurie e comitati, tra cui Photo London; Prix Carmignac a Parigi; Prix Pictet, London; Visible White Photo Prize; Premio Fondazione Fotografia, Modena; Premio Internazionale Gabriele Basilico, Milano. È invitata come lettrice di portfolio in festival come Les Rencontres de la Photographie d’Arles o il SiFEST a Savignano. Insegna a Fondazione Modena Arti Visive ed è membro del Consiglio Direttivo della SISF_Società Italiana per lo Studio della Fotografia.
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L’AEROFOTOTECA NAZIONALE
Con oltre 6 milioni di immagini, l’Aerofototeca Nazionale è il più grande archivio aerofotografico civile italiano e una risorsa importante per la memoria visiva del territorio, oggi facente parte delle collezioni fotografiche dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del Ministero della Cultura.
L’archivio conserva immagini straordinarie, tra cui: le fotografie del Foro Romano di fine ‘800 riprese dal pallone aerostatico dalla Brigata Specialisti del Genio al servizio dell’archeologo Giacomo Boni, che contribuirono a documentarne gli scavi; la prima rappresentazione globale della città di Roma, scattata da Umberto Nistri nel 1919; le foto scattate dai ricognitori dalle forze aeree Alleate tra il 1943 e il 1945; l’avanzare della ricostruzione post-bellica nelle immagini dell’Aeronautica Militare.
Sono numerosi i fondi confluiti in Aerofototeca nel corso degli anni. Alla prima raccolta donata dall’Aeronautica Militare, seguirono le donazioni dell’Archivio Caproni e quelle acquisite dall'Istituto Geografico Militare, dall'Ufficio Tecnico Erariale di Firenze, dalla British School at Rome e dall’American Academy in Rome. Nel secondo dopoguerra sono state donate o acquistate numerose collezioni da società private quali Aerofoto Consult, Aerotop, EIRA, ESACTA, E.T.A. Nistri, Fotocielo, I-BUGA, IRTA, S.A.F. Nistri, SIAT.