Oltre
La coraggiosa scelta della galleria dimostra l’esistenza di circuiti culturali che resistono ancora alle logiche del mercato, sostenendo l’esistenza di un ambito ulteriore all’arte, che ci piace definire lo Spazio estetico.
Comunicato stampa
Wikiarte è lieta di presentare la nuova mostra collettiva OLTRE allestita negli spazi di Via San Felice a Bologna. La gallerista Deborah Petroni afferma che si tratta di “una mostra OLTRE preconcetti, dogmi o pregiudizi, una mostra OLTRE le apparenze” dove gli artisti sono stati selezionati non “ come normalmente avviene per il loro curriculum o per le loro raccomandazioni, è una mostra, dove la selezione è stata fatta in base alle emozioni che gli artisti sono stati in grado di far arrivare”. La coraggiosa scelta della galleria dimostra l’esistenza di circuiti culturali che resistono ancora alle logiche del mercato, sostenendo l’esistenza di un ambito ulteriore all’arte, che ci piace definire lo Spazio estetico.
Siamo abituati a cercare, davanti a un’opera d’arte, qualità che possano compiacerci, tralasciando così di esaltare quelle che realmente possiede. L’intuizione artistica è diventata davvero insufficiente di fronte a una forma di coscienza nuova, più esigente e per questo più completa? L’esposizione OLTRE affronta questo problema puntando non sugli “effetti speciali” delle arti di ultima generazione, con tanto di entourage tecnologico, ma sulla semplice empatia del fare estetico. L’esposizione è costruita dalle opere di sedici artisti, in grado , prima di tutto, di emozionare con il loro fare arte. Si sente il dolce suono della voce femminile nel lirismo dell’operato di Daria Picardi, Lucia Fiaschi, Maria Pia Contento e Michela Farinella. Il realismo sentimentale di Daria, la luminosa cromia di Lucia, la carnalità formale di Maria e il sensuale intimismo di Michela puntano su un unico momento di raccoglimento e incontro tra la sensibilità di chi guarda e chi è osservato, poiché confessatosi nella propria arte. L’invito a fermarsi e riposarsi in un’atmosfera sospesa e irreale è offerto dalle immagini magiche di Angelo Conte, Paolo Rinaldi, Pierluigi Moli e il fotografo Mauro Mattarelli. Il mondo magico, surreale e metafisico o ipertrofico e pubblicizzato, si trasforma in mondo emotivo, reale per la solidità delle forme della simbiosi tra natura ed essere, e fantastico in quanto rappresenta l’altra dimensione nella quale si proietta la nostra vita. Le opere di questi artisti sono una “via di fuga”, una liberazione da ogni cosa qui e ora. La sensazione di scoprire un mondo più concreto del concreto è quella che avvertiamo davanti ai lavori di Angelo Mancino, di Herbert Beyers e di Zdenka Zouharovà. Un nuovo realismo fotografico, pieno di colori cangianti di origine mediatica, un nuovo iper accademismo, attento alla perfezione esecutiva, puntano sulla debolezza della percezione, come farebbe la miglior pubblicità, ottenendo un’estetica del simbolismo nella sua essenzialità. Si avverte la realtà oltre il filtro delle apparenze posto dal grande potere mediatico. Un senso di liberazione da ogni dogma, limite, formalità ci invade osservando le opere di Sirenes, di Francesco Sandrelli e di Marco Randazzo. Questi creativi scelgono di tralasciare la forma, quella imposta naturalmente o artificialmente, per seguire la musica dei colori, la danza dei gesti, la purezza della meditazione e creare un’arte che porta alla riflessione e alla riscoperta del proprio io. In ogni uno di noi si nasconde il pensatore homo sapiens e la belva ferus. Confrontandosi con le tele di Giuseppe Dente e le fotografie di Daniele Pinchera ci accorgiamo come entrambe queste anime convivono in un solo essere chiamato uomo. Tutta la personalità dell’essere è raccontata dal solo volto, basta coglierlo dal punto di vista più sincero, come nei lavori di Pinchera. Dente, invece, dimostra con colori e forme come il corpo umano riprende con facilità le forze animali quando si abbandona a se stesso. Attimi di verità, sensazioni, confessioni sono riunite in una collettiva che intende toccare il punto più umano dell’essere, l’emozione. Denitza Nedkova