Oltre la siepe. Omaggi a Giacomo Leopardi
La mostra – nata dalle suggestioni emerse dalla costante lettura del poeta e dalla visione che ha saputo darne il recente film “Il Giovane Favoloso” di Mario Martone – intende sondare la vividezza della poetica leopardiana attraverso lo sguardo e la sensibilità degli artisti contemporanei.
Comunicato stampa
Per me, marchigiano e giardiniere dell’Arte contemporanea, la siepe di Leopardi non è soltanto sublime poesia,
ma vita vissuta “E il suon di lei (CMaj7) diventa nostalgia infinita”
(Pio Monti, 2014)
La galleria PIOMONTI ARTE CONTEMPORANEA di Roma sceglie di rendere omaggio a Giacomo Leopardi. Il legame col poeta si sviluppa col ponte tra la galleria di Roma e il nuovo spazio aperto da Pio Monti a Recanati, attraverso la mostra Otre la siepe, proposta nello spazio antistante la Fontana delle Tartarughe, nel palazzo Mattei dove Leopardi visse durante il suo soggiorno romano.
L’associazione diretta tra una poesia e l’opera di un artista lascia emergere affinità elettive, interpretazioni o evocazioni inaspettate, capaci di aprire a ulteriori riflessioni che pure investono l’immortale rapporto tra arte e letteratura.
La mostra – nata dalle suggestioni emerse dalla costante lettura del poeta e dalla visione che ha saputo darne il recente film “Il Giovane Favoloso” di Mario Martone – intende proprio sondare la vividezza della poetica leopardiana attraverso lo sguardo e la sensibilità degli artisti contemporanei.
I diciannove artisti ospitati sono Alessio Ancillai, Ubaldo Bartolini, Adam Berg, Andrea Boldrini, Mario Giacomelli, Claud Hesse, Teresa Iaria, H.H. Lim, Tommaso Lisanti, Eliseo Mattiacci, Gian Marco Montesano, Francesca Monti - Enzo Cucchi, Mimmo Paladino, Vettor Pisani, Roberto Pugliese & Tamara Repetto, Elisa Sighicelli, Salvo, Ettore Spalletti.
La connessione tra versi e arte visiva, in un ambiente saturo di rimembranze tra antichi e vitalissimi testi e opere contemporanee, svela orizzonti nuovi.
Come scrive Martone: “…vorrei citare ancora Pasolini, perché penso sia interessante in un discorso più ampio su Leopardi, per la capacità che ha avuto di penetrare la realtà. […] difficile, se non impossibile, pur nella vastità degli studi leopardiani, dire parole definitive sulla sua parabola: questa si chiama la libertà”.
Catalogo in galleria con testi di Mario Martone, Toni Negri, Emanuele Severino, Luigi Giussani, Nikla Cingolani e, allegato, cd con suggestioni sonore di Giuliano Lombardo.