Oltrenatura
“Oltrenatura” approfondisce e mette in relazione le ricerche e le opere recenti di quattro artisti.
Comunicato stampa
Una rinnovata sensibilità verso la molteplicità delle forme naturali, da sempre fonte di grande interesse per artisti, letterati e scienziati di ogni epoca, informa da tempo le opere proposte da diversi artisti contemporanei, soprattutto giovani, che trovano nel continuo divenire della natura, come nelle dinamiche che regolano le sue incessanti mutazioni e trasformazioni, una ricchezza di suggestioni da cui attingere per dar luogo a un'ampia varietà di immagini, di riflessioni e di soluzioni formali, sperimentando processi creativi inediti.
Le imprevedibili e continue metamorfosi del mondo naturale spingono gli artisti a confrontarsi con la sfida del mutamento, quale paradigma della nuova dimensione culturale contemporanea che si sta delineando in seguito alla rivoluzione digitale e alla velocità dei cambiamenti economici e sociali, alle emergenze climatiche e ambientali e, in ultimo, alla pandemia ancora in corso.
Viviamo una realtà segnata dal continuo cambiamento, sempre più cangiante, sfuggente e sfaccettata: le nostre percezioni sono aumentate, amplificate e moltiplicate, trasformando le nostre certezze e la conoscenza del mondo in una mescolanza indistinta tra reale e virtuale che sta modificando anche la concezione del tempo, della memoria e dello spazio, con implicazioni profonde e incisive.
“Oltrenatura” approfondisce e mette in relazione le ricerche e le opere recenti di quattro artisti, Giuseppe Adamo, Yojiro Imasaka, Silvia Infranco e Quayola, da cui emerge l’idea di una natura cristallizzata, trasformata, manipolata o appositamente ricreata quale riflesso indiretto della nuova realtà che si sta determinando, attraverso immagini e forme che, evidenziando il processo costitutivo e in divenire delle trasformazioni e dei cambiamenti in atto, si pongono oltre la natura stessa, diventando “altro” e caricandosi di nuovi significati.
La pittura di Giuseppe Adamo (Alcamo, 1982), prevalentemente aniconica e monocromatica, si avvale di un sapiente e raffinato uso delle velature di colore che, strato dopo strato, costruiscono immagini misteriose e altamente suggestive assimilabili a mappature, orografie, superfici terrestri o lunari, rivelando trasparenze e modulazioni luminose, con l'illusione di una accentuata tridimensionalità. Sono immagini estremamente poetiche e originali che esprimono l'idea di una palingenesi naturale per creare visioni di una nuova realtà, sia esteriore sia interiore.
Utilizzando sofisticate tecniche di sviluppo della pellicola in camera oscura, che garantisce l'elevatissima nitidezza di ogni dettaglio, il giapponese Yojiro Imasaka (Hiroshima, 1983) immortala scorci e paesaggi naturali ricercando una natura primigenia e incontaminata, colta nell'incanto della sua potente e variegata bellezza tanto da sembrare surreale, e che rimane così impressa in immagini imperiture e senza tempo per aprire riflessioni sulla sua eterna sopravvivenza e la capacità ciclica di rigenerarsi, riappropriandosi di un luogo, in contrapposizione invece alla fragilità e alla brevità della vita umana.
Ispirata dal contatto diretto con la natura, dallo studio e dalla sua osservazione, Silvia Infranco (Belluno, 1982) lavora sul tema della metamorfosi innescata dal trascorrere del tempo, impiegando materiali naturali e organici, come carta, legno e cera, sottoposti a macerazione, asportazione, o inclusione oggettuale, per imprimere tracce, segni e stratificazioni di un lungo e lento processo di elaborazione di immagini e oggetti, come accumulo e sedimentazione di esperienze e accadimenti che producono memoria, con l'intento di restituire allo sguardo nuove scritture, immagini e ricordi.
Quayola (Roma, 1982), artista italiano di base a Londra, esplora nuovi territori e possibilità offerti dalle tecnologie digitali per rivelare tensioni ed equilibri sottili tra reale e artificiale, tradizione e innovazione, attraverso specifici progetti in cui l'articolazione del processo creativo e di ricerca digitale diventa esso stesso oggetto dell'opera. Utilizzando gli strumenti del nostro tempo l'artista consente allo spettatore di vedere la realtà sotto una nuova luce, indagata e filtrata dagli occhi di un software e ricreata attraverso sistemi algoritmici per mostrare la “seconda natura” delle cose, diversa da quella solitamente percepita dall'esperienza umana.
Le opere in mostra condurranno lo spettatore all’interno di differenti scenari plausibili e mutevoli in grado di affascinare, veicolato dalle visioni e dalle riflessioni sollecitate da alcuni tra gli orientamenti più originali e significativi della scena artistica attuale.