Omaggio a Basaglia

Informazioni Evento

Luogo
EMERGENCY GIUDECCA
Giudecca 212, Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Ingresso libero dal giovedì al sabato, dalle 12.00 alle 18.00
chiusura dal 23 dicembre 2024 all’8 gennaio 2025

Vernissage
03/12/2024

ore 18

Generi
fotografia

Mostra fotografica “OMAGGIO A BASAGLIA. DAL MANICOMIO ALLA CURA Cento foto di Gian Butturini a cento anni dalla nascita”.

Comunicato stampa

EMERGENCY e Archivio Basaglia assieme all'Associazione Gian Butturini ricordano Franco Basaglia, nel centenario della sua nascita, con la mostra fotografica “OMAGGIO A BASAGLIA. DAL MANICOMIO ALLA CURA Cento foto di Gian Butturini a cento anni dalla nascita”, progetto espositivo di Gigliola Foschi, ospitata nella sede veneziana di EMERGENCY dal 4 dicembre al 25 gennaio 2025. Inaugurazione martedì 3 dicembre ore 18.00.

Con la mostra EMERGENCY, in linea di continuità con l'eredità politica e culturale del suo fondatore Gino Strada, intende rendere omaggio a un medico che lottò contro le condizioni disumane a cui erano costrette le persone segregate negli ospedali psichiatrici dando vita a un processo di liberazione che portò alla riconfigurazione del concetto di salute e malattia nel nostro paese.

La Mostra è il racconto per immagini che Gian Butturini fece delle nuove pratiche basagliane che stavano cambiando l’ospedale psichiatrico triestino. Uno ad uno i reparti venivano aperti rovesciando le logiche della segregazione e della negazione dei diritti. Basaglia colse l’occasione per coinvolgere il fotografo bresciano in un modo nuovo: «Nei manicomi sono sempre finiti gli scarti della società, uomini usati e buttati come scorze di banana. Perché non vieni a Trieste. Potresti fare un buon lavoro. Tutto il Paese deve sapere cosa sta succedendo a Trieste… ti ciapi la macchina fotografica, le cineprese e ti vivi co noialtri». Basaglia chiese dunque a Butturini di documentare, non come già altri fotografi avevano fatto, la non-vita degli internati, bensì le tracce del processo di liberazione in atto.
Un compito non facile, di cui è consapevole anche il grande psichiatra, che gli dice: «Fotografare per denunciare è più facile che documentare la proposta. I segni della violenza sono più evidenti di una pratica di liberazione».

Rompere, e Franco lo sa bene, è più facile che costruire alternative e attorno ad esse un consenso sociale. Basaglia e l’equipe che lo sostiene non sono degli ingenui: sanno che la deistituzionalizzazione dei manicomi e la de-marginalizzazione di coloro che soffrono di malattie mentali richiede un lavoro profondo nel quotidiano, tra la gente, nell’ambiente familiare e sociale in cui vivono. Franco Rotelli (uno dei principali collaboratori di Basaglia) e gli altri operatori di Trieste, vedono chiaramente che la loro impresa si muove in un territorio nuovo e tutto da verificare. Parlano di una “istituzione inventata”, di una “impresa sociale” all’interno di una “città che cura”, di una “gestione sociale della follia”.

Ed è proprio questa nuova realtà così complessa e di grande importanza per il futuro, quella che Gian Butturini si assume il compito di raccontare. E lo farà con lo slancio umano e professionale che sempre ha guidato i suoi lavori protesi a relazionarsi in modo profondo con l’umanità.