Omaggio a Basaglia
Mostra fotografica “OMAGGIO A BASAGLIA. DAL MANICOMIO ALLA CURA Cento foto di Gian Butturini a cento anni dalla nascita”.
Comunicato stampa
EMERGENCY e Archivio Basaglia assieme all'Associazione Gian Butturini ricordano Franco Basaglia, nel centenario della sua nascita, con la mostra fotografica “OMAGGIO A BASAGLIA. DAL MANICOMIO ALLA CURA Cento foto di Gian Butturini a cento anni dalla nascita”, progetto espositivo di Gigliola Foschi, ospitata nella sede veneziana di EMERGENCY dal 4 dicembre al 25 gennaio 2025. Inaugurazione martedì 3 dicembre ore 18.00.
Con la mostra EMERGENCY, in linea di continuità con l'eredità politica e culturale del suo fondatore Gino Strada, intende rendere omaggio a un medico che lottò contro le condizioni disumane a cui erano costrette le persone segregate negli ospedali psichiatrici dando vita a un processo di liberazione che portò alla riconfigurazione del concetto di salute e malattia nel nostro paese.
La Mostra è il racconto per immagini che Gian Butturini fece delle nuove pratiche basagliane che stavano cambiando l’ospedale psichiatrico triestino. Uno ad uno i reparti venivano aperti rovesciando le logiche della segregazione e della negazione dei diritti. Basaglia colse l’occasione per coinvolgere il fotografo bresciano in un modo nuovo: «Nei manicomi sono sempre finiti gli scarti della società, uomini usati e buttati come scorze di banana. Perché non vieni a Trieste. Potresti fare un buon lavoro. Tutto il Paese deve sapere cosa sta succedendo a Trieste… ti ciapi la macchina fotografica, le cineprese e ti vivi co noialtri». Basaglia chiese dunque a Butturini di documentare, non come già altri fotografi avevano fatto, la non-vita degli internati, bensì le tracce del processo di liberazione in atto.
Un compito non facile, di cui è consapevole anche il grande psichiatra, che gli dice: «Fotografare per denunciare è più facile che documentare la proposta. I segni della violenza sono più evidenti di una pratica di liberazione».
Rompere, e Franco lo sa bene, è più facile che costruire alternative e attorno ad esse un consenso sociale. Basaglia e l’equipe che lo sostiene non sono degli ingenui: sanno che la deistituzionalizzazione dei manicomi e la de-marginalizzazione di coloro che soffrono di malattie mentali richiede un lavoro profondo nel quotidiano, tra la gente, nell’ambiente familiare e sociale in cui vivono. Franco Rotelli (uno dei principali collaboratori di Basaglia) e gli altri operatori di Trieste, vedono chiaramente che la loro impresa si muove in un territorio nuovo e tutto da verificare. Parlano di una “istituzione inventata”, di una “impresa sociale” all’interno di una “città che cura”, di una “gestione sociale della follia”.
Ed è proprio questa nuova realtà così complessa e di grande importanza per il futuro, quella che Gian Butturini si assume il compito di raccontare. E lo farà con lo slancio umano e professionale che sempre ha guidato i suoi lavori protesi a relazionarsi in modo profondo con l’umanità.