Omaggio a Giancarlo Moscara
Regione Puglia – assessorato all’industria turistica e culturale, con il Comune di Lecce e il Polo biblio-museale di Lecce hanno messo in cantiere l’allestimento di una mostra dedicata alla ricerca di Giancarlo Moscara, l’artista salentino recentemente scomparso.
Comunicato stampa
La presentazione del progetto espositivo si terrà sabato 1 agosto alle ore 11.00 presso lo studio dell'artista che era anche la sua casa (oggi casa-museo). Lo studio di un artista è il luogo della creazione, uno spazio vivo in cui idee, progetti e quotidiano convivono dialetticamente. Quello di Giancarlo Moscara è stato il teatro della vita creativa e domestica del maestro: fogli, tele, appunti visivi, fotografie, volti, corpi, segni cromatici, forme immaginifiche e personaggi fantasiosi si rincorrono sulle pareti e sui tavoli. Uno spazio in cui respirare la ricerca dell’arte, ragione primaria di un’esistenza votata alla creatività e alla ricerca. Il progetto espositivo inizia qui per concludersi con l'inaugurazione della mostra prevista per il 7 di dicembre al Convitto Palmieri. L'incontro presso la casa dell'artista sarà anche l'occasione per conoscere il comitato scientifico del progetto espositivo.
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All’incontro parteciperanno il figlio e la moglie dell’artista, Marcello Moscara e Titti Pece, Loredana Capone, assessore all’industria turistica e culturale – Regione Puglia, Carlo Salvemini, sindaco di Lecce, Fabiana Cicirillo, assessore alla cultura del Comune di Lecce, Luigi De Luca, direttore del Polo biblio-museale di Lecce.
Si potrà accedere soltanto muniti di mascherina. Si prega di dare conferma al seguente indirizzo mail: [email protected]
La casa-museo si trova sulla San Cesario-Cavallino. Posizione: https://maps.google.com/?q=40.306690,18.177303
Giancarlo Moscara. Profilo biografico
Maestro per più generazioni di giovani, dal 1959 al 1982 M. insegna Progettazione e Decorazione Pittorica presso l’Istituto d’Arte di Lecce. Tutt’uno con la sua curiosità e natura di ‘intellettuale’ e con esiti apprezzati in ambito nazionale, la sua poliedrica personalità di artista si è applicata nei campi della pittura, della grafica, dell’illustra zione e delle nuove tecniche digitali, manifestando una straordinaria attitudine di sperimentatore e di osservatore/interprete dei grandi temi dell’arte e della cultura contemporanea. I temi di ricerca, sempre orientati sulla natura e comportamenti delle forme e dei linguaggi dell’arte, spaziano dalla filosofia alla scienza, dalla psicologia sino ai grandi temi sociali. Critici e storici che si sono occupati della sua produzione vi hanno distinto periodi e fasi di ricerca, tenuti in considerazione anche dai collezionisti. Opere di grandi dimensioni insieme a pastelli e disegni degli anni ’60 testimoniano di un intenso periodo di ‘formazione’ in cui M. giovanissimo, elabora già un suo personale linguaggio pittorico, guardando ai maestri del ‘900 (Licini, Ensor, Klee e Picasso) e rielaborando sperimentazioni e provocazioni assimilate dalle avanguardie. Anche la periferia in cui vive gli offrirà stimoli interessanti, con le sue grandi figure di intellettuali: così M, già allievo di V. Bodini, potrà nutrirsi di ‘utopie’ nello spirito di Adriano Olivetti, di cui si fa portavoce in quegli anni l’urbanista Marcello Fabbri. Nella produzione di questi anni è la ricerca della sintesi tra l’anima barocca, calda ed appassionata, della sua terra e lo spirito lucido, critico e sperimentore dei movimenti artistici contemporanei. Il ’68 e gli anni ’70 segnano la fase più attivamente ‘impegnata’ sui grandi temi sociali e politici propri di quel periodo storico; lo strumento espressivo prescelto è ora il disegno (matita, china, pennarello); la critica più attenta parla di ‘disegno politico’ e annovera Moscara tra i massimi rappresentanti in Italia di questa ‘scuola’ (un vero e proprio capitolo dell’arte italiana) accanto ad Altan, Tullio Pericoli e Alfredo Chiappori. Nascono in questi anni, con Marcello Fabbri, i “Giornali murali” dellARCI (oggi rari e pregiatissimi fogli da collezione); poi arriva l’importante mostra di disegni a Milano (con catalogo a cura di C. Gozzoli, A. Negro e Marisa Dalia Emiliani). Verranno poi, negli anni ‘80, la collaborazione, con la rivista Rinascita (testata culturale del PCI, luogo di dibattito per tutta la sinistra italiana), la collaborazione con la casa editrice De Donato, la pubblicazione - per i tipi della Dedalo- di “Segni Di/segni”, con un testo di Beppe Vacca. In questi anni ’80 e per tutti gli anni ‘90 diviene di respiro nazionale anche la sua arte dell’acquerello, divulgata attraverso un’intensa attività di illustratore di riviste e pubblicazioni legate ad eventi e ad aziende come IRI, Olivetti, AgipPetroli, Edindustria, Vorverk-Folletto, Sarin e nunerosi altri soggetti anche istituzionali. Su questi materiali si è creato negli anni un collezionismo a parte (ved. ad es gli acquerelli dei calendari AgipPetroli e i manifesti realizzati per il Parlamento Europeo). M. si muove ora tra Roma e Milano. La critica (Maurizio Vitta in varie pubblicazioni –ved. Bibl) sottolinea il valore della sua grafica. inseparabile dalla sua ricerca pittorica e artistica. Sono questi anche gli anni dei primi “intrecci”: acquerelli, anche di grandi dimensioni, realizzati su carte strappate e poi intrecciate a mano. Una fase felicissima di esplosione della pittura, applicata anche alle grandi tele nelle tecniche dell’olio e dell’acrilico e apprezzata dai collezionisti: soprattutto dopo la grande antologica di Cavallino (ex Convento dei Domenicani -1988) presentata in catalogo da Flavio Caroli, che nella pittura di M. riconosce certe affinità con l'ironia sintetizzata di Tadini. Resta importante, nella storia del collezionismo, anche la lunga collaborazione con la storica Galleria Arte Studio di Lecce, con la presenza di M. in eventi fieristici nazionali e in collettive che lo vedono esporre accanto a nomi importanti del panorama artistico, come Tadini, Nespolo, Joe Tilson. Seguirà, ancora a Lecce, la collaborazione con la Galleria Il Grifone Blu. Nel 2001 M. è invitato a disegnare “Le ragioni del fare”: disegni creati con tecnica digitale, poi divenuti 8 grandi pannelli nell’allestimento del Salone della Tecnologia Italiana a Tokio. Quando si entra negli anni Duemila una rinnovata energia sembra animare la produzione di M. che si muove tra una serie di ‘carte dipinte impastate a mano’, l’esplorazione delle nuove opportunità che alla pittura tradizionale offrono le tecnologie digitali, l’originalissima ricerca che lo porta ora alla produzione dei “rifili”. A documentare in una visione di insieme la sua opera fino alle più recenti produzioni, verrà nel 2009,la mostra “Anabasi” (antologica con catalogo a cura del Museo Provinciale di Lecce, nell’ambito del progetto regionale “Puglia Circuito del Contemporaneo”). È morto nel 2019.