Omaggio a Mazzullo
Il percorso espositivo, allestito nelle sale della Galleria tra i capolavori della collezione permanente, ripercorre la storia di Mazzullo attraverso una selezione di 16 sculture, 16 disegni e rari documenti del costituendo Archivio Storico Giuseppe Mazzullo.
Comunicato stampa
La Provincia Regionale di Messina, nel centenario della nascita di Giuseppe Mazzullo, rende onore alla figura dell’artista nato a Graniti nel 1913 e scomparso a Taormina nel 1988 con una mostra retrospettiva inserita nel programma della “Settimana Quasimodiana”, dal 16 al 22 dicembre 2013, giunta alla terza edizione.
Lunedì 16 dicembre alle 16:00 si inaugurerà nella sede della Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” la mostra “Omaggio a Mazzullo”, a cura di Virginia Buda e Giuseppe Morgana, organizzata dalla VII Direzione, Servizio Cultura della Provincia Regionale di Messina in collaborazione con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Messina, la Fondazione Mazzullo di Taormina e l’Associazione Art Promotion.
Il percorso espositivo, allestito nelle sale della Galleria tra i capolavori della collezione permanente, ripercorre la storia di Mazzullo attraverso una selezione di 16 sculture, 16 disegni e rari documenti del costituendo Archivio Storico Giuseppe Mazzullo.
All’inaugurazione della Mostra , che aprirà la Settimana Quasimodiana e avrà luogo presso i locali della Galleria provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea, lunedì 16 dicembre, alle ore 16,00, interverrà il Commissario Straordinario dott. Filippo Romano, i due curatori della Mostra, la dott.ssa Virginia Buda che relazionerà sul tema: “L’Arte di Giuseppe Mazzullo”, e Giuseppe Morgana che interverrà sul tema “ La Ricerca della Pietra”.
Le opere in mostra, provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, raccontano la lunga e complessa vicenda artistica ed umana di Mazzullo in un itinerario che ha inizio col bronzo “La pazza” (1932, con cui Mazzullo partecipò nel 1935 alla prima delle sue otto edizioni della Quadriennale di Roma), prosegue con le opere in terracotta, bronzo e legno degli anni ’40 e ’50, si esalta nelle suggestive pietre degli anni ’60 (presente il “Grande Nudo” del 1962 esposto alla Biennale di San Paolo del ’65, nella sala personale alla Biennale di Venezia del 1966 ed alla personale al Musée Rodin di Parigi nel ‘70) e si conclude con le opere in granito e pietra lavica degli anni ’70 e ’80 in cui lo stile di Mazzullo, sintetizzatosi e appiattitosi nelle forme, sfociò in una sorta di primitivismo riconducibile alle figure arcaiche della scultura assiro-babilonese ed egizia (tra le opere, “Trinacria”, 1975, esposta in permanenza nella Galleria).
I 16 disegni, realizzati tra il 1931 ed il 1980 (tra cui anche alcuni studi per opere monumentali), accompagnano le sculture ed evidenziano la grande attenzione per i volumi emersa sin dalle opere giovanili, tanto che lo stesso Mazzullo ebbe a dire: «Ho sempre considerato il disegno come l’artiglieria e la scultura come la fanteria. Il disegno prepara alla concretezza delle idee».
A corollario delle sculture e dei disegni, completano l’allestimento alcuni preziosi volumi che testimoniano l’attività di Mazzullo non solo come scultore (in mostra i cataloghi delle mostre di Parigi, Amburgo, Roma e Tokio) ma anche come scrittore, poeta e illustratore (in evidenza “I braccianti di Romagna”, scritto nel 1951, I Canti di Leopardi illustrati nel 1967 e “Storie dell’Alcantara”, edito nel 1981).
Una citazione a parte meritano le due testimonianze che confermano il particolare legame tra Mazzullo e Salvatore Quasimodo: “Omaggio alla Resistenza”, scritto dal Premio Nobel nel 1964 e illustrato, oltre che da Mazzullo, dai maggiori artisti dell’epoca e “Mazzullo e Quasimodo”, uno scritto di Ludovico Fulci del 1983 dedicato al confronto tra arte e letteratura.
La mostra è corredata da un catalogo, curato da Virginia Buda, che, prendendo spunto dalle opere esposte, ripercorre sinteticamente tutta l'attività di Mazzullo scandendola per decenni e suddividendola in due capitoli dedicati, rispettivamente, alle sculture e ai disegni.
La mostra su Mazzullo resterà aperta dal 16 dicembre 2013 al 16 gennaio 2014. Sarà possibile visitarla nei seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9,00 alle ore 13,00 e martedì e giovedì anche dalle ore 15,00 alle ore 17,00.
Giuseppe Mazzullo - Cenni biografici
Nacque a Graniti (ME) nel 1913. Si diplomò all’Accademia di Belle Arti di Perugia nel 1932 e nel 1939 si trasferì a Roma per insegnare prima all’Istituto d’ Arte e dal 1959 in poi all’Accademia di Belle Arti.
Abilissimo disegnatore, coltivò sin da fanciullo la passione per la lavorazione della pietra e così, pur non disdegnando la lavorazione della creta, del bronzo o del legno, le sue sculture presero forma prevalentemente da massi recuperati nei greti dei torrenti o nelle cave. Fu protagonista di mostre personali e collettive in tutto il mondo; partecipò a quattro edizioni della Biennale di Venezia (1950, 1952, 1954, 1966 con una sala personale presentata da Marcello Venturoli) e otto edizioni della Quadriennale di Roma (1935, 1939, 1943, 1948, 1952, 1956, 1960 con una sala personale presentata da Ferruccio Ulivi, 1972).
Durante l’occupazione nazista e nel dopoguerra, la sua casa di Via Sabazio fu un luogo d’incontro per artisti ed intellettuali di ogni indirizzo professionale, ideologico e di pensiero come, tra i tanti altri, Renato Guttuso, Pietro Consagra, Sebastian Matta, Cesare Zavattini, Rafael Alberti, Giuseppe Ungaretti, Vann’Antò, Stefano D’Arrigo.
A metà degli anni Settanta, dopo aver lasciato l’insegnamento all’Accademia, Mazzullo tornò definitivamente in Sicilia; alle falde dell’Etna organizzò un grande laboratorio in cui poté realizzare l’ultima fase delle sue sculture, in pietra lavica e granito, alcune di dimensioni monumentali.
Nel 1981, a seguito di una convenzione tra l’artista, il Comune di Taormina e la Soprintendenza di Messina, fu istituita la Fondazione Mazzullo. Nella sede del Palazzo Duchi di Santo Stefano, gioiello dell’architettura medievale siciliana, lo scultore collocò oltre trenta opere in bronzo, legno e pietra che sono tuttora esposte in permanenza. Morì a Taormina nel 1988.
Per la complessità e la qualità delle sue sculture è considerato una figura unica nel panorama artistico del Novecento. Sue opere sono custodite in prestigiose collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.