Omaggio a Tadeusz Kantor
Macchina dell’amore e della morte. Un allestimento in mostra della scenografia dello spettacolo teatrale presentato insieme ad una selezione di fotografie realizzate da Lia Pasqualino con documentazioni video e appunti visivi.
Comunicato stampa
Macchina dell'amore e della morte: Cricotage per attori, oggetti, marionette, sculture e macchinerie
Nel 1937, ancora studente dell’Accademia di Belle Arti di Cracovia, Tadeusz Kantor allestì lo spettacolo per marionette Śmierć Tintagilesa [La morte di Tantagiles] di Maurice Maeterlinck, Sia le marionette che le decorazioni erano “ridotte nella forma a dei meccanismi” e rimandavano ad un contenuto fortemente simbolico, metafisico.
A cinquant’anni di distanza, nel 1987, su sollecitazione del Museo internazionale delle marionette, Kantor decise di riprendere lo spettacolo con cui aveva esordito, ventiduenne, contrapponendo alla figurazione astratta di quella prima messa in scena, una seconda parte costituita da una figurazione più reale e consueta, in uno spettacolo che rivisitava il tema della morte fuso per la prima volta al tema dell’amore. Il cricotage“Macchina dell'Amore e della Morte”prodotto dal Museo internazionale della marionette di Palermo e dal Crt di Milano, debuttò a Kassel nell'ambito di Documenta 8, a testimonianza della trasversalità della ricerca estetica di Kantor; a Palermo ebbe la sua prima al Teatro Biondo e a Milano al Piccolo Teatro.
La sperimentazione delle sue precedenti opere teatrali, aveva già svelato il confine labilissimo che esiste tra gli apparati scenici e la loro fruizione autonoma, in un’opera densa di echi che fondeva le suggestioni di Oskar Schlemmer, l’impronta indelebile del Bauhaus e i riverberi dell’Astrattismo. La compresenza sulla scena di esseri umani e oggetti inanimati, assente dalla tradizione del teatro di figura europeo, è il risultato di una riflessione sul teatro contemporaneo che, attraverso la contrapposizione tra umano e non-umano, permette l'essenzializzazione della figura umana, la cancellazione dei tratti individualizzanti e contingenti e la ricerca di un’umanità che meglio dell’uomo vero, o accanto all’uomo vero, permette il dispiegamento del metadiscorso di decostruzione sulle pratiche artistiche. Kantor, dunque, mescolava diversi gradi di stilizzazione della figura umana dispiegando un continuum di figurazioni: partendo dai bambini, i becchini e le streghe umani, passando per il manichino e lo scheletro e giungendo infine alle marionette filiformi e agli automi supermarionette. Il ricorso a oggetti inanimati nell’opera di Kantor assume un ruolo di primaria importanza poiché le figure, dalle marionette ai giochi infantili, svolgono una grande influenza nella costruzione dell’io e delle immagini sacre della ritualità religiosa antica e contemporanea.
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Omaggio a Tadeusz Kantor, mostra e conferenze
Un mese di attività, con esposizioni, conferenze, laboratori e incontri su Tadeusz Kantor: un omaggio lungo un mese, che prende il via con “Macchina dell’amore e della morte”, la mostra dedicata a Tadeusz Kantor che si inaugura al Museo internazionale della Marionette Antonio Pasqualino di Palermo, venerdì 5 giugno alle 18,30; in esposizione la celebre installazione “Macchina dell'amore e della morte” che il grande regista polacco realizzò in occasione dell'invito per una nuova produzione teatrale che gli giunse da Antonio Pasqualino, nel 1987, e che è universalmente considerato uno dei lavori di maggiore importanza nell'ambito della sua produzione artistica.
Questo nuovo allestimento della “Macchina dell'amore e della morte” - che vedrà anche la “speciale” proiezione della pièce teatrale- è presentato insieme ad una selezione di fotografie realizzate da Lia Pasqualino durante la prima messa in scena palermitana, alcuni documenti video che vedono Tadeusz Kantor protagonista di documentari a lui dedicati e una intervista che lo stesso Antonio Pasqualino realizzò con il maestro polacco a Monreale, una manciata di minuti per raccontare un incontro speciale. Ancora, una selezione inedita di appunti visivi che raccontano Kantor a Palermo, durante lo spettacolo, al Museo delle marionette, tra il teatro dei pupi e i suoi oggetti-feticcio.
Insieme alla mostra, un calendario di appuntamenti che vedrà testimonianze, relazioni, presentazioni legate alla figura di Tadeusz Kantor: tra questi, Emma Dante, Andrea Cusumano, Janne Vibaek Pasqualino, Serena Giordano e Alessandro Dal Lago, Philippe Daverio.
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Tadeusz Kantor
Personalità poliedrica, Tadeusz Kantor (Wielopole Skrzyńskie, 195 – Cracovia, 1990) è artista, scenografo e regista polacco. Nel 1955 a Cracovia fonda il Cricot 2, considerato una delle più grandi esperienze del teatro europeo del XX secolo.
Ideatore di un teatro che distrugge i miraggi dell’illusione, Kantor promuove una rivoluzione permanente in arte, attraverso un radicale rifiuto delle pratiche secolari del teatro e dello schematismo dottrinale per creare opere autentiche, nude, disarmate che indagano i meccanismi della memoria e il rapporto tra memoria e identità, tra realtà e finzione.
Kantor assimila e rielabora la lezione teatrale delle teorie artistiche di matrice simbolista, del Bauhaus e dell’Astrattismo ed esplora, sviluppandole e trasformandole, le suggestioni fornite da Witold Marian Gombrowicz e il suo teatro dell’assurdo, da Bruno Schulz, autore del Trattato dei manichini e da Gordon Craig, teorico della supermarionetta.
Con il coinvolgimento di artisti eterogenei, attori non professionisti, poeti, teorici dell’arte, Kantor realizza spettacoli di avanguardia che mettono in discussione il carattere mimetico dell’arte e indagano, riequilibrandolo, il rapporto tra le varie componenti dello spettacolo. “Testo, oggetto, movimento, suono e attore" divengono elementi autonomi non più sottomessi all’interpretazione di un testo e alla rappresentazione della realtà ma indagati separatamente nell’ottica di una opera teatrale totale. I diversi linguaggi artistici non si fondono ma interagiscono facendo del contrasto un efficace strumento di innovazione e umoristica provocazione.
Fino alla metà degli anni Settanta, il Cricot 2 rappresenta sei spettacoli, quasi tutti su testi di Stanislaw Witkiewicz considerato da Kantor un compagno di viaggio nella sperimentazione dei diversi linguaggi. È tra il ‘75 e l’’80 che il Cricot 2 raggiunge fama mondiale con la celebre opera teatrale La classe morta che sarà seguita da Wielopole Wielopole, Crepino gli artisti, Qui non ci torno più, Macchina dell’amore e della morte e Oggi è il mio compleanno.
Immagine: Macchina dell'amore e della morte