Omaggio ad Atanasio Soldati
La Permanente di Milano, nel ripercorrere le vicende artistiche milanesi del secolo scorso, dedica un omaggio ad Atanasio Soldati (Parma, 1896 – 1953).
Comunicato stampa
La Permanente di Milano, martedì 23 settembre, alle ore 18.30, nel ripercorrere le vicende artistiche milanesi del secolo scorso, dedica un omaggio ad ATANASIO SOLDATI (Parma, 1896 - 1953).
Nella circostanza sarà esposto un selezionato corpus di disegni, pubblicato per l'occasione in un catalogo dalla Six di Sebastiano Dell'Arte e curato da Chiara Bertoni, con un testo critico di Elena Pontiggia e un testo di Augusto Garau.
Un evento esclusivo che delinea l'intensa e singolare ricerca artistica di Soldati, caratterizzata da un pensiero sempre vivo e libero, volto sia all'astrazione sia alla figurazione.
Come scrive la stessa Elena Pontiggia: "(…) magiche carte di Atanasio Soldati.... un diario delle sue invenzioni, e insieme vocabolari di linee, repertori di segni, insomma opere in embrione e in miniatura che non hanno nulla di spettacolare, eppure esercitano un’inspiegabile suggestione...
La quasi totalità di questi fogli si collocano tra il 1947 e i primi anni cinquanta.
Soldati, all’epoca, ha cinquanta, cinquantacinque anni.
Era nato a Parma nel 1896, dove aveva compiuto studi di architettura, prima di trasferirsi a Milano nel 1925. Agli inizi degli anni trenta si era avvicinato a Edoardo Persico e aveva attraversato una stagione primitivista, influenzata dal Doganiere Rousseau attraverso la declinazione colta che ne avevano data Garbari e Carrà. Nel gennaio 1931 aveva tenuto una personale al Milione e nel marzo 1932 aveva esposto, sempre al Milione, con Bogliardi e Ghiringhelli. L’anno successivo aveva iniziato a confrontarsi col cubismo di Léger (che aveva visto nel 1932 proprio al Milione) e con Picasso (che aveva conosciuto su libri e riviste. Più tardi lo vedrà anche nella mostra della collezione Feroldi organizzata dai Ghiringhelli nel dicembre 1933). E’ in questo periodo che Soldati entra nel piccolo gruppo di artisti che, sempre intorno alla galleria di via Brera, danno vita all’astrattismo italiano. Nelle sue opere del 1934-35 si avvertono nitidamente le tracce dei maestri del Bauhaus esposti, per la prima volta in Italia, nelle leggendarie mostre del Milione: Kandinsky, Vordemberge-Gildewart, Baumeister.
Nel gruppo degli astratti, però, Soldati è uno dei pittori più dotati di una vena narrativa, di una vocazione quasi fiabesca. Le sue superfici colorate conservano l'aspetto di strani passatempi, qualcosa che sta fra i puzzle e i tangram, le scacchiere e le carte da gioco.
Ricorrono nelle sue opere memorie o tracce di oggetti, anche se appiattite in una bidimensionalità di derivazione cubista. Si direbbe anzi che, pur allontanandosi da figure e cose, Soldati mantenga sempre la nostalgia della realtà. E in questo senso Licini e Melotti sono gli artisti che sono più vicini, idealmente, alla sua poetica".